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​Quali sono le differenze tra Metodo Classico e Metodo Charmat?

By Luca Stroppa 07 febbraio 2022 230 Views

Quali sono le differenze tra Metodo Classico e Metodo Charmat?

Le classiche bollicine che caratterizzano gli spumanti sono il prodotto di un’operazione di rifermentazione di un vino base. Tale operazione prende il nome di “spumantizzazione” o “presa di spuma”. Le tecniche che sono adottate per la “presa di spuma” e per la produzione di un vino spumante sono diverse, ma le più praticate sono due: il metodo classico e il metodo Charmat.

Certamente ne avrai già sentito parlare, ma conosci le differenze tra metodo Classico e metodo Charmat? Sai quali sono le fasi che li caratterizzano? Sai quali vini si producono con il metodo classico e quali vini si producono con il metodo Charmat?

Nel nostro articolo, facciamo chiarezza sulle differenze tra questi due metodi. Per rendere la lettura ancora più semplice e intuitiva rispondiamo ad alcune domande base e, sul finale, tiriamo le somme della questione.

Che cos'è il metodo classico?

Partiamo dalla definizione di "metodo classico", giusto per inquadrare al meglio questa tecnica. Il "metodo classico" è uno specifico processo di produzione di uno spumante che, tra i tanti aspetti distintivi, si caratterizza per la rifermentazione del vino, con conseguente "presa di spuma", che si verifica direttamente in bottiglia.

In sostanza, le bollicine degli spumanti metodo classico vengono prodotte attraverso una seconda fermentazione del vino in bottiglia. Quest'aspetto va assolutamente tenuto a mente perché, come vedremo, è la principale differenza (non l'unica, comunque la più nota) rispetto al metodo Charmat.

Quali sono gli spumanti prodotti con il metodo classico?

Precisiamo che il “metodo Classico” è conosciuto anche come “metodo Champenois", da Champagne, la regione francese dove fu messa a punto tale tecnica. La leggenda attribuisce a Dom Pérignon l'invenzione o la scoperta di questo metodo. In realtà, attorno alla nascita dello Champagne e del metodo classico esistono anche altre attendibili ricostruzioni. Le affronteremo in un prossimo articolo!

Ora, quel che più ci interessa è che "metodo Classico" e "metodo Champenois" sono sinonimi e indicano la medesima tecnica. Se proprio vogliamo essere puntigliosi e uniformarci alla normativa europea, dobbiamo dire che l'espressione “metodo Champenois" può essere utilizzata soltanto in riferimento allo Champagne (proprio per rimarcarne l'origine)!

Tornando alla domanda alla base del nostro paragrafo, la risposta è la seguente: le più importanti bollicine prodotte con "metodo Classico o Champenois", oltre a quelle dello Champagne, sono quelle della D.O.C. Trento e della D.O.C.G. Franciacorta.

Curiosamente, la D.O.C. Trento, il 9 luglio 1993, è stata la prima denominazione italiana ad essere dedicata esclusivamente allo spumante ottenuto con il metodo classico della rifermentazione in bottiglia!

Quali sono le differenze tra Metodo Classico e Metodo Charmat?

Come si produce uno spumante metodo classico?

Quali sono le fasi che caratterizzano la produzione delle bollicine metodo classico?

Senza entrare nel dettaglio, possiamo riassumerle in questo modo:

1 - il punto di partenza è un vino base fermo, frutto di un assemblaggio di vari vini (ricavati da vigneti e vitigni differenti, di annate differenti o della medesima), che poi verrà sottoposto a spumantizzazione;

2 - si procede poi con il "tiraggio" e la "presa di spuma". Il vino base viene imbottigliato con l’aggiunta di lieviti e zuccheri selezionati (liqueur de tirage). L'azione di queste sostanze, all’interno della bottiglia, innesca una seconda fermentazione (la prima è quella attraverso la quale è stato prodotto il vino base) con conseguente presa di spuma e formazione di bollicine;

3 - segue il remuage: le bottiglie sono collocate su cavalletti di legno (pupitres) in posizione obliqua, in modo tale che i residui della fermentazione possano raccogliersi in prossimità del tappo. Allo stesso tempo, le bottiglie sono sottoposte a rotazioni quotidiane, manualmente o meccanicamente, per favorire la raccolta dei sedimenti;

4 - Alla fine del processo, le bottiglie sono sottoposte a sboccatura: il collo viene congelato, le bottiglie aperte e la feccia eliminata. Per compensare la parte di vino espulsa viene aggiunto uno “sciroppo di dosaggio” (liqueur d’expedition) formato da vino e zucchero. A questo punto, lo spumante è pronto per essere nuovamente tappato ed entrare in commercio.

Che cos'è il metodo Charmat?

Anche in questo caso, partiamo dalla sua definizione: il “metodo Charmat” è una tecnica di produzione di un vino spumante che si distingue per la rifermentazione in autoclave. L’autoclave è un robusto e capiente serbatoio in acciaio inox, completamente ermetico, dotato di vari dispositivi volti a tenere sotto controllo la temperatura e la pressione del vino.

Questo metodo fu inventato dall’enologo piemontese Federico Martinotti nel 1895, poi adottato, brevettato e introdotto a livello industriale dal francese Eugene Charmat nel 1910. E proprio dai due inventori prende il nome questa tecnica: si parla infatti di "metodo Charmat" o "metodo Martinotti" o "Martinotti-Charmat".

Quali sono gli spumanti prodotti con il metodo Charmat?

Tradizionalmente lo spumante italiano prodotto con questo metodo è il Prosecco, così come l'Asti Spumante (prodotto anche in versione metodo classico).

Va comunque segnalato che non mancano, e sono sempre più numerose, sperimentazioni ed etichette ottenute da rifermentazione in bottiglia delle uve Glera.

Quali sono le differenze tra Metodo Classico e Metodo Charmat?

Come si produce uno spumante metodo Charmat?

Quali sono le fasi che caratterizzano la produzione delle bollicine metodo Charmat?

Senza entrare nel dettaglio, possiamo riassumerle in questo modo:

1 - il punto di partenza è sempre un vino base fermo, ottenuto per assemblaggio o meno, con i tradizionali metodi di vinificazione;

2 - si procede con il travaso in autoclave con l’aggiunta di zuccheri e lieviti, la cui attività genera la seconda fermentazione e la presa di spuma. Tale processo è più rapido rispetto alla rifermentazione in bottiglia, soprattutto se l'autoclave dispone di agitatori;

3 - per bloccare la rifermentazione e favorire la raccolta dei residui, si procede alla refrigerazione del vino, sfruttando sempre le funzionalità dell'autoclave (niente "remuage" dunque!);

4 - seguono infine travaso-chiarificazione-filtrazione per eliminare i residui solidi del vino (niente "sboccatura"!);

A questo punto, lo spumante è pronto per essere imbottigliato. É possibile procedere al dosaggio con l'aggiunta dello sciroppo di dosaggio, ma si tratta di una scelta del produttore, non necessaria come nel caso del metodo classico.

Metodo Charmat e Metodo Classico: quali differenze?

Come si è potuto notare dalla nostra breve e rapida descrizione, le differenze tra il Metodo Charmat e il Metodo Classico sono piuttosto numerose e non riducibili unicamente alla rifermentazione in autoclave e in bottiglia.

Certo, questa è la differenza più chiara e più utile per distinguere queste due tecniche. Per non dimenticare:

Metodo Classico - rifermentazione in bottiglia

Metodo Charmat - rifermentazione in autoclave

In realtà, se si vuole entrare nel dettaglio, come abbiamo visto e dimostrato nei paragrafi precedenti, i due metodi prevedono fasi diverse, non sempre accostabili.

Anche il prodotto finale ha caratteristiche piuttosto diverse: le più evidenti riguardano la spiccata aromaticità fruttata degli spumanti metodo Charmat e i tipici sentori di crosta di pane e lievito di quelli metodo Classico.

Inoltre, possiamo dire che il Metodo Classico è senza dubbio più dispendioso, più costoso e decisamente più lungo del Metodo Charmat. Ecco allora perché le bottiglie di Champagne non sono proprio a buon prezzo …

Posted in: Cultura del vino
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