Trova il tuo vino

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Da qui parte il viaggio alla scoperta dell’Italia enologica, navigare è molto semplice, basta cliccare con il mouse sulle regioni italiane, ti guideremo alla scoperta di vini di cui probabilmente non immaginavi neanche l’esistenza! L’avresti mai detto che l’enologia italiana ha quasi 3000 anni?! Invece è proprio così. Infatti la coltivazione della vite si diffonde in Italia nel secondo millennio avanti Cristo grazie ai contatti con popoli cretesi, fenici e greci. Ma è con la civiltà romana che la produzione del vino diventa una vera e propria arte. Tanto che i romani assegnano a uno delle loro divinità, il dio Bacco, la funzione di protettore della vite. Baccanali vengono chiamate le feste in onore di Bacco, che raggiungono un tale livello di dissolutezza da essere soppresse con decreto nel 186 avanti Cristo. Con la caduta dell’impero romano inizia un epoca buia non soltanto per il genere umano ma anche per l’arte del vino, il medioevo, che porta carestie, pestilenze e distruzioni. E’ soltanto grazie alla Chiesa cristiana che la vite non torna allo stato selvatico: infatti l’esigenza di utilizzare il vino durante la messa mantiene in vita la produzione dello stesso. Con il passaggio al nuovo millennio e l’avvento delle Repubbliche Marinare Italiane rifioriscono i commerci e tra i beni scambiati il vino occupa nuovamente una posizione di rilievo. Tra il 1500 ed il 1700 assumono notorietà vini particolari, come l’Albana in Romagna, i vini di Montalcino e San Gimignano in Toscana, l’Aleatico nel Lazio, l’Ellenico in Campania, il Mamertino in Sicilia, alcuni dei quali mantengono inalterata la fama fino ai giorni nostri. E’ del 1716 il primo decreto che definisce le regole per la produzione di un vino: quello emesso da Cosimo III de’ Medici per il Chianti in Toscana. Bisogna attendere la fine del secolo per i primi esempi di produzione industrializzata: uno dei primi ad utilizzare tecniche moderne di produzione è l’inglese John Woodhouse con il vino Marsala in Sicilia. Purtroppo è anche questo il periodo in cui si diffonde una malattia della vite proveniente dall’America che cambierà drasticamente il volto della viticoltura italiana e di altri paesi: la fillossera. Questo flagello in pochi anni distrugge completamente i vigneti autoctoni italiani che devono essere reimpiantati innestandoli su portainnesti americani. Dopo i reimpianti la produzione vinicola italiana si concentra soprattutto sulla quantità trascurando in parte la qualità. E’ soltanto dopo la seconda guerra mondiale con l’avvento delle leggi sulla Denominazione di Origine Controllata (D.O.C. e D.O.C.G.) che la viticoltura italiana torna a rifiorire concentrandosi su una produzione di qualità che dà origine a vini apprezzati dagli appassionati ed esperti di tutto il mondo.

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