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​Zibibbo: origine, storia, caratteristiche, vini, curiosità e vendita online

By Luca Stroppa 06 dicembre 2022 405 Views

Zibibbo: origine, storia, caratteristiche, vini, curiosità e vendita online

Stai cercando maggiori informazioni sul vitigno Zibibbo? Stai digitando domande del tipo: Cosa è lo Zibibbo? Che vitigno è lo Zibibbo? Cosa significa Zibibbo? Quali vini si ottengono dallo Zibibbo? Qual è l'origine e la storia dello Zibibbo?

Bene, sei nel posto giusto. In 10 punti rispondiamo ad ogni domanda su questo vitigno.

Buona lettura!

1. lo Zibibbo è un vitigno aromatico a bacca bianca

Che vitigno è lo Zibibbo? Zibibbo è il nome con cui si identifica un vitigno a bacca bianca rientrante nella categoria dei vitigni aromatici. Le sue uve presentano, infatti, un elevato contenuto di terpeni e sostanze odorose che si conservano durante e dopo il processo di vinificazione fino a caratterizzare, in maniera inconfondibile, il profilo aromatico dei suoi vini. Nello specifico, lo Zibibbo si segnala per i suoi aromi di uva passa, miele, albicocca e fiori di acacia.

Tra i vitigni aromatici ci sono anche il Gewürztraminer, la Malvasia, il Brachetto e, in generale, i vitigni della famiglia dei Moscati ...

2. lo Zibibbo appartiene alla famiglia dei Moscati

A quale famiglia di vitigni appartiene lo Zibibbo? Lo Zibibbo è un vitigno che appartiene alla grande e numerosa famiglia dei vitigni Moscati, da "muscum", "muschio", per il tipico aroma di muschio dei loro vini. Tra questi vitigni, oltre allo Zibibbo, ce ne sono altri molto conosciuti e famosi: il Moscato Bianco, il più diffuso, il Moscato Giallo, il Moscato Rosa, il Moscato di Scanzo etc. etc. Secondo alcuni studiosi, le varietà di Moscato esistenti sarebbero oltre 200!

3. lo Zibibbo è conosciuto anche come Moscato di Alessandria

Quali sono i sinonimi di Zibibbo? Il vitigno Zibibbo è chiamato anche con un altro appellativo che ne richiama la probabile origine. Stiamo parlando di Moscato di Alessandria, in quanto si pensa che provenga proprio dall'Egitto.

In realtà, questo vitigno è conosciuto con molti altri sinonimi. Tra i più diffusi ci sono: Salamanna o Seralamanna in Toscana, Moscato di Pantelleria, nell'Isola siciliana, ma al sud è noto anche come Moscatellone. In Francia è chiamato Muscat d’Alexandrie o Muscat romain, mentre in Grecia si parla di Moscato di Limnos.

4. lo Zibibbo è un vitigno di origine egiziana

Qual è l'origine e la storia dello Zibibbo? Pare che l'origine del vitigno Zibibbo vada rintracciata nell'Antico Egitto quando veniva coltivato anche nei pressi del fiume Nilo. Cartaginesi, Fenici e Romani lo portarono lungo il resto delle coste nordafricane, nell'Italia Meridionale e nei Paesi europei affacciati sul Mediterraneo. Con la dominazione araba in Sicilia, tra 800 e 1000 d.C., il vitigno si affermò definitivamente.

Gli arabi stanziati sull'Isola sfruttarono la propensione all'appassimento delle uve Zibibbo per utilizzarle in moltissime preparazioni in cucina, non solo per la produzione di vino.

5. il nome Zibibbo è di origine araba

Da dove deriva il nome Zibibbo? Perché si chiama Zibibbo? Il nome Zibibbo rivela proprio l'influenza araba sulla sua diffusione. Il termine "Zibibbo" deriva o da Capo Zebib, una località che, attualmente, si trova a nord-est della Tunisia, in Africa, individuata come un possibile luogo d'origine del vitigno, oppure dalla parola araba "zaibib” o "zibibb" che significa “uva essiccata” o "uva passa o appassita".

6. in Italia, lo Zibibbo è diffuso soprattutto sull'Isola di Pantelleria

Dove è diffuso lo Zibibbo? Pur essendo coltivato in varie zone del Mediterraneo, come Francia, Spagna e Grecia, la Sicilia resta il luogo prediletto e di maggior diffusione dello Zibibbo. In particolare, l'Isola di Pantelleria, in provincia di Trapani, si è affermata come sua zona d'elezione.

7. l'alberello pantesco per la coltivazione dello Zibibbo è Patrimonio dell'Umanità UNESCO

L'alberello pantesco è la tradizionale forma di allevamento del vitigno Zibibbo sull'Isola di Pantelleria. Per il suo valore storico e tradizionale e per la sua unicità tal pratica agricola è diventata nel 2014 patrimonio immateriale dell'umanità UNESCO. É la prima pratica agricola al mondo che può vantare un simile riconoscimento.

In linea generale, ciò che la caratterizza è il fatto che le piante sono coltivate in un'apposita conca, di profondità variabile (in media 20 cm), per proteggerle dalle brezze che caratterizzano il clima di Pantelleria e per consentire di raccogliere l'acqua piovana, importante per lo sviluppo vegetativo della vite (considera che le piogge a Pantelleria sono molto scarse).

Come si legge sul sito dell'UNESCO:

La pratica tradizionale della coltivazione della vite ad alberello (vite ad alberello) si tramanda attraverso generazioni di viticoltori e agricoltori dell'isola mediterranea di Pantelleria. Circa 5.000 abitanti possiedono un appezzamento di terreno, che coltivano con metodi sostenibili. La tecnica consiste in diverse fasi. Il terreno viene preparato livellando il terreno e scavando una conca per piantare la vite. Il fusto principale della vite viene poi accuratamente potato per produrre sei tralci, formando un cespuglio con disposizione radiale. L'incavo viene costantemente rimodellato per garantire che la pianta cresca nel giusto microclima. Le uve da vino vengono poi raccolte a mano durante un evento rituale che inizia alla fine di luglio. I vignaioli e contadini di Pantelleria, maschi e femmine, praticano la vite ad alberello in condizioni climatiche difficili. Le conoscenze e le abilità dei portatori e degli operatori vengono tramandate nelle famiglie attraverso l'insegnamento orale e pratico nel dialetto locale. Inoltre, riti e feste organizzate tra luglio e settembre permettono alla comunità locale di condividere questa pratica sociale. I panteschi continuano a identificarsi con la viticoltura e si impegnano a preservarne questa pratica.

8. lo Zibibbo è alla base della produzione del Passito di Pantelleria

Quali vini si ricavano dalle uve Zibibbo? Dalle uve Zibibbo si possono ricavare diverse tipologie di vino bianco, dalle versioni secche a quelle dolci e liquorose, passando per quelle frizzanti e spumanti. In realtà, quella più diffusa è la tipologia dolce con appassimento delle uve, sfruttando la loro innata dolcezza e il loro caratteristico grado zuccherino.

In particolare, oltre al Moscato di Pantelleria D.O.C., il vino passito più conosciuto, ottenuto da uve Zibibbo, sottoposte in tutto o in parte, sulla pianta o dopo la raccolta, ad appassimento al sole, è il Passito di Pantelleria, rientrante nella D.O.C. Pantelleria. Dorato, quasi ambrato, dolce, aromatico, con sentori tipici dei Moscati, in particolare di uva passa e miele, fiori d’acacia e datteri, distintivi delle uve Zibibbo.

9. il Passito di Pantelleria è in vendita online su Wineshop.it

Se dopo questo approfondimento sulle uve Zibibbo ti è venuta voglia di assaggiare il Passito di Pantelleria o semplicemente se stai cercando online un Passito di Pantelleria, ti invitiamo a visitare la nostra enoteca online. Puoi trovare due eccellenti interpretazioni del Passito di Pantelleria:

- Passito di Pantelleria Nika di Volpaia (A PREZZO CANTINA)
- Passito di Pantelleria Solidea

10. le uve Zibibbo sono molto versatili

Infine, una curiosità. Le uve del vitigno Zibibbo sono utilizzate non solo per la vinificazione e la produzione di vino ma anche come uve da tavola e come uva essiccata o uva passa (come abbiamo visto "uva essiccata" è proprio il significato, in arabo, della parola "zibibb"-"Zibibbo"). Si tratta di un caso davvero raro.

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Posted in: Vini d'Italia
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