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Vitigni aromatici: che cosa sono e quali sono

By Luca Stroppa 13 agosto 2020 2442 Views

Vitigni aromatici: che cosa sono e quali sono

I vitigni aromatici sono una ristretta e ricercata categoria di uve che, come suggerisce l’espressione, sono ricche di sostanze odorose, intense e tipiche, tanto che si conservano anche durante e dopo il processo di fermentazione fino a caratterizzare, in maniera evidente, il profilo aromatico del vino.

Nel nostro articolo analizzeremo le caratteristiche di questi vitigni e scopriremo quali sono i principali vitigni aromatici diffusi nel territorio italiano.

Vitigni aromatici: che cosa sono?

Per comprendere le caratteristiche dei vitigni aromatici è necessaria una precisazione preliminare.

Come abbiamo avuto modo di approfondire nell’articolo sul blog di Wineshop.it, "Gli aromi del vino", in enologia si distinguono tre categorie di aromi: gli aromi primari, secondari e terziari.

Gli aromi primari o varietali sono quelli propri e tipici delle uve da cui si ricava il vino, sono quelli caratteristici del vitigno, quelli percepibili quando mangiamo l’acino dell’uva prima che si proceda alla vinificazione.

Gli aromi secondari sono quelli che si sviluppano per mezzo di sostanze prodotte durante la fermentazione alcolica, mentre gli aromi terziari derivano da una serie di reazioni chimiche che si generano con la maturazione del vino.

Ai fini del nostro articolo, dobbiamo concentrarci sugli aromi primari. Tutti i vitigni, in maniera più o meno importante, hanno aromi primari che li contraddistinguono. Ma ce ne sono alcuni i cui aromi sono molto più intensi e riconoscibili: sono quelli che contengono, nella parte esterna dell’acino, grandi quantità di terpeni, biomolecole che conferiscono all’uva odori caratteristici, in grado di passare, praticamente inalterati, dal mosto al vino. Questi vitigni, ricchi di terpeni e aromi primari, sono detti “aromatici” e si caratterizzano per note speziate, floreali o fruttate inconfondibili che poi ritroviamo nel prodotto finale. Tali aromi, infatti, sono percepibili sia nell’uva che nel vino: in pratica, mangiando un acino d’uva e bevendo un vino ricavato da quelle uve si potranno sentire gli stessi, identici, aromi.

In altre parole, alcuni vini presentano profumi che non sono già presenti o sono silenti nell’uva ma che acquisiscono nel corso della fermentazione, per cui se assaggi un acino d’uva prima della fermentazione e poi degusti il vino, la corrispondenza tra gli aromi non è così marcata. Nel caso dei vitigni aromatici, invece, l’uva è in grado di donare al vino i suoi aromi, caratteristici e originari, non acquisiti o alterati in una fase successiva e molto evidenti sia nell’acino che nel vino.

Per questo, oltre ai vitigni aromatici esistono anche vitigni semiaromatici e neutri, in cui la presenza di profumi primari è sempre meno spiccata.

Vitigni aromatici: quali sono?

La classificazione e l’individuazione dei vitigni aromatici, semiaromatici e neutri è sempre piuttosto complicata perché entrano in gioco una serie di fattori soggettivi, legati alla percezione degli odori, difficilmente controllabili.

In ogni caso, tralasciando i casi più controversi, possiamo dire che i principali vitigni aromatici coltivati sul territorio italiano sono quattro: il Moscato, il Gewürztraminer, la Malvasia e il Brachetto. Questi vitigni e i vini che si ricavano hanno caratteristiche aromatiche inconfondibili e proprie delle uve d’origine, immediatamente riconoscibili all’assaggio.

Il Moscato è il vitigno aromatico per eccellenza. Si tratta, in realtà, di una famiglia di vitigni aromatici piuttosto varia e da cui si possono ricavare diverse tipologie di vini. Il suo nome deriva da “muscum”, muschio, e mette in evidenza il suo aroma principale e inconfondibile, a cui si aggiungono fiori d’arancio, mandarino e rosa.

Anche il Gewürztraminer è un vitigno da cui si ottengono vini dalla spiccata aromaticità, in cui emergono note di frutta esotica, in particolare di litchi, di erbe aromatiche, come la salvia, sentori floreali di rosa e sentori speziati, cannella, noce moscata e liquirizia su tutti. Del resto, la prima parte del nome, “Gewürz”, in tedesco, significa proprio “speziato”.

Con il termine Malvasia vengono indicati numerosi vitigni aromatici, se ne contano ufficialmente 18, dai profumi primari molto vari e complessi, diversi anche all’interno della stessa famiglia: note fruttate di pesca e albicocca, ma anche agrumi, arancio e limone, note floreali, fiori di acacia e di lavanda, fino alla frutta candita, alla mandorla e al torrone.

Il vitigno Brachetto, infine, è una varietà a bacca nera tipica del Piemonte e immediatamente riconoscibile grazie ai suoi aromi inequivocabili di rosa e frutta rossa, in particolare fragole e lamponi.

Riconoscere i vini aromatici, ricavati da questi vitigni, non è un’impresa impossibile. Assaggiandoli, scoprirai che le loro note olfattive sono molto evidenti ed intense.

Pensa, ad esempio, che il Gewürztraminer, proprio per l’intensità e la varietà dei suoi aromi, è uno di quei vini che anche un degustatore alle prime armi deve essere già in grado di riconoscere. Per questo, nella maggior parte dei corsi di degustazione sensoriale viene presentato all’allievo. Non riconoscerlo merita la bocciatura!

Posted in: Cultura del vino
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