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​Storia del cavatappi

By Luca Stroppa 19 marzo 2021 158 Views

Storia del cavatappi

Il cavatappi è il fedele compagno di ogni amante del vino. Uno strumento senza il quale il nettare rimarrebbe intrappolato all’interno della bottiglia. Insomma, al suo inventore dobbiamo tanto, tutto!

Ma, a tal proposito, chi ha inventato il cavatappi? E quando è stato inventato? Scoprilo leggendo il nostro articolo dedicato alla storia del cavatappi.

La storia del cavatappi: dalle origini ai giorni nostri

La storia del cavatappi è strettamente legata alla storia della bottiglia di vino e del tappo in sughero. Del resto, solo con l’avvento della bottiglia in vetro e del tappo in sughero si manifesta la necessità di progettare uno strumento in grado di estrarlo dal contenitore.

Se la moderna bottiglia di vino in vetro con tanto di tappo in sughero risale al XVII secolo, l’introduzione del cavatappi può essere collocata in una fase storica immediatamente successiva, attorno al XVIII secolo.

Ma andiamo per ordine.

I primi esemplari di cavatappi comparvero in alcune armerie inglesi.

Perché proprio nelle armerie?

Potrà sembrare strano e bizzarro ma, in realtà, non lo è. Tra i vari strumenti che venivano progettati e venduti nelle armerie c’erano i cavapallottole, composti da un manico e da una sorta di elica o spirale, usati per estrarre le pallottole inceppate nelle pistole o nei fucili e, in formati decisamente più grandi, per recuperare le palle di piombo incastrate nei cannoni. Principi e funzionamento dei cavapallottole sono molto simili a quelli dei cavatappi. Ecco perché quando si manifestò la necessità di produrre arnesi in grado di estrarre i tappi di sughero dalle bottiglie di vino le armerie non si fecero trovare impreparate. Semplicemente, adattarono i cavapallottole e ne sfruttarono i principi di funzionamento per introdurre sul mercato i primi esemplari di cavatappi.

Nel 1680, l'armeria inglese “Messrs Holtzapffel” di Charing Cross, intuendo l’utilità e la novità dello strumento cercò, senza successo, di brevettarlo. In ogni caso, il cavatappi cominciò a muovere i primi passi.

Per la sua definitiva affermazione si dovrà aspettare ancora un po' di tempo. Bisogna ricordare che, inizialmente, le bottiglie di vino con il tappo in sughero erano pensate per essere consumate nel giro di poche ore, per cui il tappo veniva lasciato emergere dal collo della bottiglia e poteva essere rimosso anche con le mani. Il cavatappi non era dunque uno strumento indispensabile. La sua produzione era limitata, commissionata dalle famiglie nobili ad esperti artigiani e inteso come oggetto di lusso, da mostrare e non necessariamente da utilizzare.

Quando gli inglesi si accorsero dell’importanza di inserire interamente il tappo di sughero nel collo della bottiglia, per favorire la conservazione del nettare, il cavatappi diventò uno strumento necessario e sempre più utile. Non a caso, i primi due brevetti del cavatappi sono inglesi: nel 1795 con Samuel Henshall e nel 1802 con Edward Thomason (quest’ultimo fu il primo, con manico e spirale, pensato per non toccare il tappo con le dita). Ma in quegli anni apparvero tantissime interpretazioni di questo strumento, sempre più ingegnose e funzionali.

Furono Inghilterra e Olanda ad accogliere, per prime, la nuova invenzione. E non si tratta di una casualità. Questi due Paesi, all’epoca, erano grandi importatori e consumatori di vino. Qui, il tappo in sughero, inserito completamente nel collo della bottiglia, si era diffuso rapidamente, data la necessità di preservare il nettare proveniente da altre Nazioni. Anzi, gli importatori inglesi ed olandesi pretendevano che le bottiglie che acquistavano avessero il tappo in sughero ben inserito nel collo della bottiglia. Ecco perché il cavatappi si affermò subito su larga scala.

In Francia e in Italia, invece, si diffuse solo in un secondo momento, nel corso del XIX secolo.

In realtà, nel nostro Paese, i primi riferimenti al “cavatappi” si trovano già in alcune opere del ‘700 di Carlo Goldoni. Il noto autore italiano cita spesso il “tirabusson”, dal francese “tirebouchon”, uno strumento tipico della nobiltà veneziana non ancora diffuso tra il resto della popolazione, tanto che non esisteva un termine propriamente italiano per definirlo. La parola “cavatappi” cominciò ad entrare nel nostro vocabolario tra il XIX e il XX secolo, anche grazie all’impegno di alcuni produttori piemontesi che, per mettersi al passo con i tempi, cominciarono a produrre su larga scala dei cavatappi per le loro bottiglie di vino.

Da quel momento in poi si registrò un susseguirsi di varie tipologie di cavatappi sempre più funzionali, fino al moderno “cavatappi professionale”, a quelli “meccanici” e a quelli “elettrici”.

E la storia, inevitabilmente, continua ...

Posted in: Curiosità sul vino
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