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Salina Bianco Colosi

By Luca Stroppa 10 luglio 2022 87 Views

Salina Bianco Colosi

Nel 2000, le isole Eolie, l'arcipelago del Mar Tirreno meridionale, a nord-est della costa siciliana, di fronte a quella messinese, sono state riconosciute Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, per il valore paesaggistico e per l'eccezionale bellezza naturale che offrono, perché rappresentano un importante esempio di nascita ed evoluzione di isole di origine vulcanica, ma anche per la capacità dell'uomo di interagire e assecondare l'ambiente circostante, esaltandone la ricchezza, gli usi e costumi e i prodotti tipici.

In tre delle sette isole che compongono l'arcipelago la viticoltura è un'attività tipica e tradizionale, diffusasi con la colonizzazione greca, risalente al 580 a.C. Le tre Isole in questione sono Lipari, Vulcano e Salina. Quest'ultima è la protagonista del nostro articolo di oggi perché, da qui, proviene un tipicissimo vino bianco, il Salina Bianco I.G.P., di una delle cantine più importanti dell'Isola, le Cantine Colosi.

Ecco la nostra recensione del Salina Bianco I.G.P. Colosi 2021.

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Colosi è una realtà vitivinicola storica e celebre di Salina, impegnata da oltre quarant'anni nella valorizzazione dei vitigni e dei vini dell'Isola: Corinto Nero, Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese, Inzolia, Catarratto e Malvasia su tutti.

Alla sua guida c'è una figura di spicco della viticultura isolana, Pietro Colosi, affiancato dall'omonimo papà e dalla mamma Lidia.

L'azienda possiede 10 vocatissimi ettari di vigneti tra Capo Faro e Porri, una zona considerata tra le migliori per l'esposizione e per la natura chimico-fisica del suolo. I terreni sono coltivati principalmente tramite i tradizionali terrazzamenti, con muri a secco, per sorreggere la caratteristica morfologia pendente dell'area. Qui si pratica la cosiddetta "viticoltura eroica".

Salina era conosciuta con il nome greco “Didyme”, ovvero "gemelli", perché dominata dalla presenza di due importanti vulcani "gemelli", ora spenti: il Monte dei Porri e la Fossa delle Felci. In realtà, nell'Isola si possono incontrare ben sei vulcani estinti che ne determinano l'origine vulcanica e il tipico carattere vulcanico del terreno, ricchissimo di sostanze organiche, magnesio, potassio e minerali. Un aspetto molto favorevole per la coltivazione della vite.

Inoltre, l'Isola gode di un'ottima esposizione, di un clima mite in inverno, anche grazie alla brezza marina, con buona piovosità e di un'accentuata ventosità. Del resto, furono proprio i greci a chiamare l'arcipelago con il nome "Eolie" perché ritenevano che fosse la "casa" di Eolo, il "Dio dei venti".

In questo affascinante contesto nasce il Salina Bianco Colosi, ottenuto da un assemblaggio di uve di due varietà a bacca bianca, Inzolia (50%) e Catarratto (50%), vendemmiate nella seconda decade di settembre. Il processo di vinificazione si caratterizza per una breve macerazione, con la quale si mira ad estrarre la maggior quantità possibile di composti aromatici. Il mosto viene poi fatto fermentare in serbatoi d'acciaio inox, per conservare i profumi tipici. Sempre in questi contenitori si compie la prima parte dell'affinamento, che si conclude, per 3 mesi, in bottiglia.

Salina Bianco Colosi

Il Salina Bianco I.G.P. Colosi 2021 si presenta alla vista con un colore giallo paglierino arricchito da tenui riflessi verdognoli. Al naso il profumo è intenso e tipico: a sentori di pesca e frutta esotica si sommano note floreali di macchia mediterranea, che ci riportano immediatamente al patrimonio floreale dell'Isola. Al gusto è fresco, sapido e minerale, come i terreni dove sono coltivate le sue uve, sorretto da una buonissima struttura. Sul finale è persistente, dominato da sensazioni di pesca bianca, che lasciano al palato un piacevole ricordo.

Lo abbiamo servito con un'insalata di mare e ha fatto un figurone! In generale è un vino su misura per ogni piatto ricco di frutti di mare.

Territorialità e appartenenza, l'Isola di Salina in bottiglia!

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Posted in: Vini d'Italia
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