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​Quali sono le differenze tra Amarone e Recioto della Valpolicella?

By Luca Stroppa 20 ottobre 2021 1006 Views

Quali sono le differenze tra Amarone e Recioto della Valpolicella?

Amarone e Recioto sono i nomi di due grandi vini rossi della Valpolicella. Tra queste D.O.C.G. esiste uno strettissimo "legame di parentela", tanto che i due condividono alcuni importanti aspetti nel processo di vinificazione. Tutto ciò spesso crea confusione tra i meno esperti e non solo ...

Che cosa differenzia questi due vini? Quali aspetti e dettagli li distingue? Sai dare una risposta a queste domande? Noi lo facciamo in questo articolo.

Amarone e Recioto della Valpolicella: aspetti comuni

Per comprendere fino in fondo le differenze tra Amarone e Recioto della Valpolicella dobbiamo prima precisare quali sono gli aspetti che li accomunano e che possono mettere in difficoltà i neofiti del vino.

Il nostro consiglio è quello di consultare i disciplinari di produzione di queste D.O.C.G. dove sono riportate, in maniera chiara ed esaustiva, le caratteristiche di ognuno di questi vini. Ti anticipiamo che all'assaggio la differenza dovrebbe essere piuttosto evidente nonostante il processo di produzione (e non solo) sia in parte simile.

Andiamo per ordine.

Innanzitutto, l'Amarone della Valpolicella D.O.C.G. e il Recioto della Valpolicella D.O.C.G. condividono la base ampelografica, ovvero i vitigni alla base della produzione dei loro vini.

Entrambi, infatti, devono essere ottenuti dai principali vitigni a bacca nera della Valpolicella, ovvero Corvina Veronese dal 45% al 95 % (è consentito anche l'utilizzo del Corvinone nella misura massima del 50%, in sostituzione di una pari percentuale di Corvina Veronese) e Rondinella dal 5 % al 30 %. Possono, inoltre, concorrere, per un massimo del 25%, le uve provenienti dai vitigni a bacca rossa non aromatici e dai vitigni autoctoni italiani ammessi alla coltivazione per la provincia di Verona.

Anche la zona di produzione è la medesima e comprende alcune aree di 19 comuni in provincia di Verona: Marano, Fumane, Negrar, S.Ambrogio, S. Pietro in Cariano, Dolcè, Verona, S. Martino Buon Albergo, Lavagno, Mezzane, Tregnago, Illasi, Colognola ai Colli, Cazzano di Tramigna, Grezzana, Pescantina, Cerro Veronese, S. Mauro di Saline e Montecchia di Crosara.

Si tratta, inoltre, in tutti e due i casi, di vini passiti, in particolare sono il risultato dell'appassimento delle uve conservate in fruttai per 100/120 giorni circa, poi pigiate, vinificate e affinate prima e dopo l'imbottigliamento.

Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: quali sono gli aspetti che differenziano la produzione dell'Amarone da quella del Recioto?

Amarone e Recioto della Valpolicella: differenze

La chiave di volta per comprendere la differenza tra i due vini è perfettamente spiegata nell'articolo 9b dei due disciplinari.

In quello del Recioto si legge che il vino è:

"ottenuto dall’appassimento delle uve conservate in fruttai per 100/120 giorni e da un arresto della fermentazione per conservare la percentuale di zucchero necessaria a garantire la struttura tipica di questo vino".

In quello dell'Amarone, invece, si legge che il vino è:

"ottenuto dall’appassimento delle uve conservate in fruttai per 100/120 giorni, dove porta a termine la fermentazione degli zuccheri. È uno dei vini più longevi fra i grandi vini italiani".

La differenza nel processo di produzione emerge così in maniera chiara e inequivocabile e va individuata nella fase di fermentazione. Nel Recioto la fermentazione è bloccata e solo parte degli zuccheri sono trasformati in alcol. In questo modo il vino presenta una concentrazione zuccherina superiore e dunque un carattere "dolce". Al contrario, nell'Amarone la fermentazione viene completata e gli zuccheri sono convertiti in alcol per dare vita ad un vino secco e molto strutturato. Tant'è vero che mentre il Recioto è un vino passito dolce, l'Amarone è un vino passito secco.

Da un punto di vista delle caratteristiche organolettiche, il Recioto ha "colore rosso rubino intenso, scuro, a volte impenetrabile, con un profumo deciso di frutta passita e ciliegie sotto spirito [...] con tono sostenuto e buona acidità totale". Si tratta di un vino da dessert o per accompagnare formaggi erborinati.

L'Amarone, invece, "ha colore rosso molto intenso con note granate, e profumo che ricorda le frutta passita, il tabacco e le spezie [...] asciutto ma di molta morbidezza, con corpo pieno, caldo corroborante e vigoroso; ha personalità forte e può superare i vent’anni di conservazione". Perfetto con secondi piatti di carne, arrosti e selvaggina.

La differenza chiave tra i due vini emerge anche dalla celebre leggenda sulla nascita dell'Amarone. Si narra che, negli anni '30 del XX secolo, un cantiniere di nome Adelino Lucchese, si dimenticò di interrompere la fermentazione di una delle botti di Recioto presenti nella sua cantina. Lo zucchero presente si era dunque completamente trasformato e il vino ottenuto non era più un passito dolce come il Recioto ma un altro nettare, certamente "secco". Lucchese lo assaggiò e, ad un certo punto esclamò: “Questo non è un Amaro, è un Amarone”. In ogni caso, il cantiniere rimase piacevolmente colpito dalla bontà di quel nettare, tanto che pochi anni dopo decise di commercializzarlo proprio con il nome di Amarone.

Posted in: Curiosità sul vino
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