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​L’Amarone della Valpolicella: la storia e l'origine del nome di un grande vino rosso italiano

By Luca Stroppa 09 ottobre 2020 1349 Views

L'Amarone della Valpolicella: la storia e l'origine del nome di un grande vino rosso italiano

Tutti conoscono l’Amarone: lo spettacolare vino rosso simbolo dell’enologia veneta e delle colline attorno a Verona, quelle della Valpolicella, una delle zone più vocate per la coltivazione della vite della nostra Penisola.

Non tutti, invece, conoscono l’affascinante storia che si cela dietro l’origine di questo vino e del suo nome. Una storia che merita di essere raccontata. Ed è quello che faremo nel nostro articolo …

Amarone e Recioto: differenze

Per comprendere la storia e l’origine dell’Amarone è necessario specificare le sue principali differenze con il Recioto. La storia dell’Amarone è, infatti, strettamente connessa a quella di quest’altro grandissimo vino rosso della Valpolicella.

Entrambi sono ottenuti da uve passite di alcune varietà tipiche di questa zona: principalmente Corvina o Corvinone e Rondinella.

Anche il processo di produzione è praticamente lo stesso, con un’unica differenza decisiva in fase fermentativa. Se per ottenere l’Amarone la fermentazione viene completata e tutti gli zuccheri presenti nel mosto sono trasformati in alcol; nel Recioto, invece, la fermentazione viene interrotta a metà e quindi solo parte della componente zuccherina si trasforma in alcol.

Si ottengono così due vini con caratteristiche differenti: da un lato si ricava un vino secco, alcolico e strutturato come l’Amarone, dall’altro un vino dolce da dessert, il Recioto.

Questa differenza è fondamentale per comprendere quanto segue: è la chiave per capire fino in fondo la storia e l’origine del vino Amarone e del suo nome.

Amarone: storia e origine del vino e del suo nome

Il Recioto era conosciuto e molto richiesto già in età imperiale. Addirittura, pare che i Romani lo apprezzassero al punto da organizzare vere e proprie spedizioni speciali di botti di Recioto che, attraverso la via Claudio Augusta, giungevano a Roma e andavano a riempire le cantine dei nobili romani, per poi servirlo nei banchetti patrizi.

L’Amarone, invece, ha una storia più recente, avvolta nel mistero e nella leggenda. Probabilmente, una sorta di Recioto secco e meno dolce della versione standard esisteva fin dall’antichità ed era conosciuto proprio come “Recioto amaro”. In epoca illuministica, all’interno di un testo di Scipione Maffei si parla di un vino “amaro d’una grazia particolare prodotto in Valpolicella”.

In ogni caso, la nascita dell’Amarone e la diffusione delle sue bottiglie con questo nome risale soltanto al XX secolo. La storia narra di un cantiniere, Adelino Lucchese, capo cantina della Cantina Sociale Valpolicella, che alla fine degli anni trenta, probabilmente nel 1936, si dimenticò di una botte di Recioto conservata nella sua cantina, non interrompendo la fermentazione. Quando assaggiò la bottiglia tutto lo zucchero si era trasformato in alcol e quello che doveva essere un Recioto dolce si era trasformato in un vino secco e “amaro”. Lucchese avrebbe così esclamato: “Questo non è un Amaro, è un Amarone”. Così nacque l’Amarone e con questo nome la cantina lo commercializzò, per la prima volta, nel 1953!

Interessante, vero?

N.B. Questa storia sulla nascita dell’Amarone è molto diffusa nella tradizione popolare. Alcuni studiosi stanno cercando di approfondire la questione, tutt’altro che definitiva. Il Consorzio di Tutela, ad esempio, sostiene che la nascita del vino Amarone sia il frutto di un processo lento, che ha avuto origine diversi secoli fa, e che sia stata determinata, più che da un errore, dall’evoluzione dei gusti.

In ogni caso, la storia dell’Amarone conserva ancora oggi un grande fascino.

Posted in: Curiosità sul vino
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