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​Il vitigno Nasco: origine, storia, caratteristiche, vini, abbinamenti e curiosità

By Luca Stroppa 19 ottobre 2021 451 Views

Il vitigno Nasco: origine, storia, caratteristiche, vini, abbinamenti e curiosità

Tra i vitigni tipici della Sardegna c'è certamente il Nasco. Coltivato sull'Isola fin dall'antichità, questo vitigno è stato solo recentemente riscoperto e valorizzato. Dalle sue uve si ottengono vini davvero particolari, rari e caratteristici, che stanno conquistando i palati di molti appassionati.

Nel nostro articolo, in 10 comodi punti, trovi tutto quello che devi sapere sul vitigno Nasco e sui suoi vini.

1. il "Nasco" è un vitigno a bacca bianca della Sardegna

Iniziamo dalle basi, inquadrando il nostro vitigno. Che cos'è il Nasco? Se qualcuno ti dovesse fare una domanda di questo tipo potresti rispondere, senza timore di smentita, che si tratta di un vitigno a bacca bianca autoctono e tipico della Sardegna.

2. il "Nasco" è considerato un "ecotipo"

Approfondendo la storia del vitigno in questione si scopre che le sue origini sono piuttosto misteriose e incerte.

Secondo alcuni studiosi sarebbe originario della Grecia e sarebbe stato portato sull'isola dai Fenici, secondo altri, invece, sarebbe stato introdotto dai Romani, presso i quali era molto conosciuto e apprezzato. L'ipotesi ritenuta più valida, date le difficoltà di ricostruirne le origini, considera il Nasco un ecotipo cioè una varietà che si è originata in loco e, nel tempo, si è costantemente adattata all'ambiente isolano.

In ogni caso, le sue origini sarebbero così antiche che il Nasco è inteso e riconosciuto, a tutti gli effetti, come vitigno autoctono.

3. il "Nasco" ha raggiunto l'apice della fama nel corso dell'Ottocento

L'Ottocento è considerato il secolo d'oro del Nasco, quello di massimo prestigio e massima diffusione del vitigno e dei suoi vini. Come si legge nel disciplinare di produzione della D.O.C. Nasco di Cagliari:

"il vitigno doveva essere di certo abbondantemente presente nei vigneti sardi all’epoca della massima espansione viticola, toccata alla fine dell’Ottocento, se il Nasco era presente all’Esposizione Universale di Vienna del 1873 come valido rappresentante dei vini tipici della Sardegna e se nelle 'Notes sur l’Industrie et le Commerce du vin en Italie' Roma 1889 della Societé Generale des Viticulteurs Italiens a Rome, troviamo citato il 'Nasco' tra i più rinomati vini che dall’antichità hanno contribuito a rendere celebre la produzione vinicola di Sardegna".

Si racconta, inoltre, che il vino Nasco fosse quello scelto da Vittorio Emanuele III di Savoia per i ricevimenti istituzionali.

Prima del XIX secolo, le notizie sul Nasco sono poche e incerte. Di sicuro, era conosciuto dai Romani che, come abbiamo detto, potrebbero anche averlo introdotto sull'Isola. All'epoca i suoi vini erano molto rinomati, ma non sappiamo molto altro a riguardo. Ma stando a quanto riportato nei manuali dell'Ottocento, il vitigno ed il vino Nasco potrebbero aver goduto di grande fama anche nei secoli precedenti.

4. il nome "Nasco" deriva da "Muscus"/"muschio"

In origine, il nostro vitigno era denominato "Nascu", risultato di una trasformazione linguistica del termine latino “Muscus”, ovvero "muschio". Del resto, i vini che si ottenevano e si ottengono da questo vitigno presentano un tipico sentore di muschio, ancor più evidente se si assaggia direttamente l'uva.

Nel corso degli anni, da "Nascu" un ulteriore adattamento alla lingua italiana ha portato all'affermazione del nome attuale "Nasco".

5. il "Nasco" è diffuso nel sud e sud-ovest della Sardegna

Il vitigno Nasco viene coltivato principalmente in alcuni comuni delle province di Cagliari, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias e Oristano.

Tra queste province quelle di Medio Campidano e Cagliari, nel sud e sud-ovest dell'Isola, sono quelle in cui si concentra gran parte della sua coltivazione. In particolare i comuni di Quartu, Maracalagonis, Dolianova, Selargius, Sinnai e Soleminis sono considerati la patria di questo vitigno.

6. il "Nasco" può essere classificato tra i vitigni aromatici

Da un punto di vista ampelografico, il Nasco presenta grappolo e acini di medie dimensioni con un colore tendente al dorato. Viene coltivato prevalentemente con il classico sistema ad "alberello latino", ovvero senza il ricorso a palizzature o forme di sostegno (non mancano comunque coltivazioni con sistema Guyot), e predilige terreni calcarei ben esposti.

Ma ciò che, più di ogni altro aspetto, distingue questo vitigno è la sua carica aromatica, tanto che gran parte degli studiosi non esita ad inserirlo nella categoria dei vitigni aromatici, quelli che trasmettono e conservano i loro aromi primari anche nel bicchiere, dopo che le uve sono state vinificate.

Nello specifico, il vitigno Nasco si caratterizza per un tipico aroma muschiato e di macchia mediterranea.

7. dal vitigno "Nasco" si possono ottenere varie tipologie di vino

Il vitigno Nasco è utilizzato per dare vita a diverse tipologie di vini, da vini bianchi secchi a quelli dolci, passiti, da vendemmia tardiva o liquorosi.

In passato, la versione liquorosa era la più diffusa, mentre, recentemente, anche le altre tipologie, soprattutto quella passita, stanno prendendo progressivamente piede.

8. su Wineshop.it è in vendita il Latinia Santadi da uve 100% Nasco

Nella nostra enoteca online puoi acquistare un vino bianco dolce da dessert ottenuto dalla vendemmia tardiva di uve Nasco. Stiamo parlando del Latinia Santadi.

Questo vino presenta un colore ambrato, con un intenso e variegato bouquet di profumi, tra il tipico aroma muschiato e sentori di miele, caramello e chiodi di garofano. Al palato è persistente e avvolgente, piacevolmente dolce e mai stucchevole. Crostate e paste secche sono le sue portate preferite.

9. i vini "Nasco" si distinguono per colore e aromaticità

Indipendentemente dalle tipologie di vino che si ricavano dalle uve Nasco, i suoi vini presentano una serie di tratti comuni davvero inconfondibili.

Partiamo dal colore, quasi sempre ambra o topazio. Continuiamo con i profumi, muschio e macchia mediterranea, ovviamente, ma anche miele, frutta stramatura, datteri, fichi e arancia candita. Concludiamo con il sapore, quasi sempre dolce o tendente al dolce, vellutato e morbido.

10. vino "Nasco" e abbinamenti: dessert e formaggi stagionati

Nelle sue versioni dolci, passite o da vendemmia tardiva, il Nasco si colloca alla perfezione nelle ultime portate del pasto, con ogni tipologia di dessert, in particolare la pasticceria secca, oppure con formaggi stagionati.

È anche un ottimo vino da meditazione, non solo nella versione passita, ma anche e soprattutto in quella liquorosa.

Il Nasco secco invece solitamente accompagna piatti di pesce o di verdure.

Posted in: Vini d'Italia
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