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Che cos'è un vino "Classico"

By Luca Stroppa 04 giugno 2020 6901 Views

Che cos'è un vino "Classico"

“Classico” è una di quelle qualifiche aggiuntive, che puoi trovare sull’etichetta di una bottiglia, utilizzate per evidenziare che quel vino presenta caratteristiche distintive rispetto alla tipologia base. Nel nostro caso specifico, a cui dedicheremo l'articolo, "Classico" fa riferimento ad una precisa zona di coltivazione delle uve destinate alla produzione del nettare.

E come puoi immaginare già dal significato generale di questo termine della lingua italiana, un vino di questo tipo è considerato un esemplare tipico, originario e tradizionale.

Significato e caratteristiche di un vino “Classico”

In enologia, la menzione “Classico” indica un vino realizzato con uve provenienti dalla zona di produzione più antica, vocata e tradizionale di una denominazione.

Come stabilisce la legge n. 238 del 12 dicembre 2016, “Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino”:

“La specificazione ‘classico’ per i vini non spumanti DO e la specificazione ‘storico’ per i vini spumanti DO è riservata ai vini della zona di origine più antica, ai quali può essere attribuita una regolamentazione autonoma anche nell'ambito della stessa denominazione.”

Dal testo possiamo ricavare almeno tre indicazioni fondamentali:

1. La specificazione “classico”, “storico” per gli spumanti, è riservata e attribuibile soltanto a vini D.O.C. e D.O.C.G., qualora prevista dal disciplinare.

2. La specificazione “classico” si riferisce ai vini della zona di origine più antica, quella “classica” e tradizionale della denominazione.

3. I vini con specificazione “classico” possono disporre di una regolamentazione autonoma.

Come per ogni specificazione, dunque, anche la qualifica “Classico” può essere prevista soltanto all’interno dei disciplinari di D.O.C. e D.O.C.G. Un vino che non dispone di uno di questi riconoscimenti non potrà mai definirsi “Classico”.

In secondo luogo, “Classico” fa riferimento alla zona di produzione delle uve di un vino e tale zona è quella classica, originaria e tradizionale. Questa specificazione nasce proprio dalla volontà di valorizzare le aree storiche di una denominazione, quelle da cui tutto ha avuto origine. Le zone di produzione di moltissime D.O.C. e D.O.C.G., per ragioni prevalentemente commerciali, hanno subito, nel corso del tempo, un graduale ampliamento volto ad inglobare nuovi territori, solitamente confinanti alle aree tradizionali, dove poter produrre vini con queste denominazioni. La qualifica “Classico” mette invece in risalto che quel vino proviene da territori che non sono frutto di questo ampliamento, ma sono quelli originari.

Facciamo un esempio: la zona di produzione della DOC Valpolicella, attualmente, comprende, in tutto o in parte, i territori di 19 comuni della provincia di Verona. Il disciplinare prevede la qualifica aggiuntiva “Classico”, Valpolicella DOC Classico, soltanto per quei vini prodotti da uve provenienti da 5 di questi 19 comuni, individuati come l’area storica e originaria della denominazione.

Infine, la legge consente alla specificazione “Classico” di assumere una regolamentazione a sé, con norme produttive e sfumature specifiche e distinte. Addirittura in qualche caso particolare può diventare una vera e propria denominazione autonoma con un disciplinare differente dalla versione non classica. È il caso del Chianti DOCG e del Chianti Classico DOCG, due DOCG con disciplinari autonomi e differenti. Per un approfondimento sul caso del Chianti e del Chianti Classico ti invitiamo a leggere “C’è il Chianti e il Chianti Classico e non sono lo stesso vino”, pubblicato sul nostro Blog.

Quel che più ci interessa ai fini del nostro articolo è che, in questo caso, la differenza tra Chianti DOCG e Chianti Classico DOCG non riguarda soltanto la zona di produzione, più vasta nel primo caso, più ristretta e tradizionale nel secondo, ma anche la percentuale di uvaggio, le norme per la viticoltura e per la vinificazione, fino alla caratteristiche del vino al consumo. "Classico" diventa allora qualcosa di più di una specificazione...

In ogni caso, al di là dei casi particolari, possiamo dire che la specificazione “classico” rimarca una differenza geografica con la versione base di un vino, rimandando alla zona originaria di produzione dello stesso.

Il vino “Classico” in etichetta

La specificazione “Classico”, quando prevista dal disciplinare di produzione, ha una collocazione precisa e inamovibile in una bottiglia di vino. È infatti successiva alla denominazione: Denominazione + “Classico”. In foto: Valpolicella DOC + Classico.

Valpolicella DOC Classico

Nel caso di altre menzioni aggiuntive, “Classico” è sempre la prima successiva al nome della denominazione. La sequenza è la seguente: Denominazione + “Classico” + altre menzioni. Nella foto: Valpolicella DOC + Classico + Superiore.

Valpolicella DOC Classico Superiore



Posted in: Cultura del vino
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