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C'è il Chianti e il Chianti Classico e non sono lo stesso vino

By Luca Stroppa 20 febbraio 2020 4209 Views

C'è il Chianti e il Chianti Classico e non sono lo stesso vino

Le parole sono importanti e la precisione terminologica anche, soprattutto se parliamo del Chianti. Già perché capita spesso di sentire consumatori poco esperti, ma anche addetti ai lavori, e questo è ben più grave, nominare una bottiglia di “Chianti Classico” semplicemente “Chianti”, omettendo l’attributo “Classico”. Una svista insignificante potresti dire, non proprio perché il “Chianti” e il “Chianti Classico” non sono lo stesso vino ma due DOCG ben distinte con disciplinari e caratteristiche differenti.

Nel seguente articolo faremo un po’ di chiarezza, illustrando cosa distingue queste due famosissime etichette. Alla fine non avrai più dubbi e potrai utilizzare le due denominazioni nella maniera corretta, correggendo, magari, chi ancora le confonde. Perché le parole sono importanti!

Chianti e Chianti Classico: un po’ di storia

24 settembre del 1716, il Granduca Cosimo III de’ Medici emanò il Bando “Sopra la Dichiarazione dé Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra” per definire i territori entro i quali potevano essere prodotti i vini delle zone sopracitate.

Poco dopo sempre Cosimo III promulgò un secondo decreto per istituire apposite “Congregazioni di vigilanza sulla produzione”, un istituto di controllo per il rispetto delle norme di produzione e di commercializzazione di questi vini.

Perché tutta questa attenzione?

Perché i vini di queste zone erano richiestissimi all’estero, soprattutto presso le principali corti europee, e per questo erano alcuni dei pochi prodotti che potevano essere esportati al di fuori del Gran Ducato di Toscana.

È chiaro dunque che la loro importanza in termini commerciali ed economici spinse Cosimo III a tutelarsi, stabilendo precise norme volte a salvaguardarne la qualità e l’unicità.

Nella sezione dedicata al Chianti l’editto stabiliva che questo vino si poteva produrre solo nella zona compresa tra le città di Firenze e di Siena, nello specifico: "... dallo Spedaluzzo fino a Greve; di lì a Panzano, con tutta la Podesteria di Radda, che contiene tre terzi, cioè Radda, Gajole e Castellina, arrivando fino al confine dello Stato di Siena.....".

All’epoca dunque esisteva solo il Chianti, prodotto nell’omonima regione. L’esigenza di distinguere le due denominazioni, Chianti e Chianti Classico, emerse solo successivamente.

Nel XX secolo la richiesta di vino Chianti fu tale che, per soddisfare la domanda del mercato nazionale e internazionale, si cominciò a produrlo anche nei territori limitrofi, al di fuori dei confini stabiliti dall’editto. Il vino prodotto fu inizialmente commercializzato con la denominazione all’ ”uso Chianti”, poi con quella di “Chianti” vero e proprio.

Un sorta di plagio da cui i produttori della zona originaria decisero di tutelarsi, prima fondando un Consorzio per difendere il “loro” vino dalle imitazioni e poi battendosi per ottenere una denominazione distintiva.

Sforzi premiati nel 1932 quando un decreto ministeriale riconobbe al vino prodotto nella zona originaria del Chianti, quella stabilita dal decreto dei Medici, la possibilità di avvalersi dell’attributo “Classico”, differenziandosi dal Chianti delle zone limitrofe.

Fu quindi in questa occasione che per la prima volta comparve la denominazione Chianti Classico.

E dopo oltre sessant’anni di battaglie legali, nel 1996, il “Chianti Classico” ha raggiunto la piena indipendenza e ha ottenuto il riconoscimento di D.O.C.G. autonoma rispetto a quella del “Chianti”.

Per rendere ancora più chiaro il concetto abbiamo provato a riprodurre in maniera piuttosto semplice l’evoluzione della denominazione del Chianti dall’editto di Cosimo III al decreto del 1932.

Chianti con l’Editto di Cosimo III

Chianti con l’Editto di Cosimo III

Chianti e Chianti Classico dopo il decreto del 1932

Chianti e Chianti Classico dopo il decreto del 1932

Che cos’è il Chianti Classico

Come si evince dalla breve storia che abbiamo raccontato qui sopra, la più evidente, ma non unica, differenza tra “Chianti” e “Chianti Classico” è di tipo geografico e riguarda la sua zona di produzione.

Per questo il Chianti Classico può essere definito come quel vino prodotto all’interno di alcuni comuni situati tra le province di Firenze e Siena e che rappresentano la zona “originaria” del Chianti, quella individuata dall’editto di Cosimo III e che, una volta, era chiamata semplicemente Chianti.

I comuni interessati sono: Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e parte dei comuni di Barberino Val d’Elsa, Castelnuovo Barardenga, Poggibonsi, San Casciano in Val di Pesa e Tavernelle Val di Pesa.

Che cos’è il Chianti

Allo stesso modo possiamo dire che il vino oggi chiamato “Chianti” non è ricavato dalla zona storicamente definita “Chianti”, ma dalle zone limitrofe a quella originaria, e cioè quelle al di fuori dei confini stabiliti dall’editto.

Si tratta di alcuni territori delle province di Arezzo, Firenze, Prato, Pisa, Pistoia e Siena e che circondano le zone del Chianti Classico.

In altre parole, il “Chianti Classico” è il “Chianti” originario, quello storico; mentre il “Chianti” di oggi è quello delle zone limitrofe.

Per concludere il nostro articolo dobbiamo sottolineare un altro aspetto. La distinzione tra Chianti e Chianti Classico non è solo di tipo geografico e non riguarda solo la zona di produzione.

Dal 1996 i due vini sono completamente autonomi e ognuno possiede un proprio, indipendente, disciplinare di produzione. Si tratta di due denominazioni eccellenti che sfruttano al meglio le caratteristiche dei rispettivi territori.

Le differenze dunque sono più numerose di quanto si possa pensare.

La più importante, ad esempio, riguarda l’uvaggio: tutti e due i vini sono ricavati principalmente da uve Sangiovese ma il Chianti Classico con una percentuale dall’80% al 100%, per la parte restante possono concorrere uve a bacca rossa autorizzate, mentre il Chianti dal 70% al 100%, con la possibilità di utilizzare anche uve a bacca bianca per un massimo del 10%.

Altre distinzioni riguardano le norme per la viticoltura e per la vinificazione, ma soprattutto le caratteristiche al consumo.

Per quest’ultima questione ti diamo un consiglio: quando vuoi bere del Chianti ricordati di questa distinzione, compra un Chianti Classico e un Chianti, facci sapere come ti sembrano e quale preferisci …

Posted in: Cultura del vino
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