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​Che cos'è il gusto di luce

By Luca Stroppa 11 marzo 2024 311 Views

In questi giorni potresti aver sentito parlare, con una certa frequenza, del cosiddetto gusto di luce. Come abbiamo scritto nel nostro riepilogo sulle più importanti notizie sul vino della settimana, recentemente, due Master of Wine britannici si sono esposti contro l'utilizzo delle bottiglie di vetro trasparenti, responsabili della comparsa del gusto di luce. Data la risonanza che questa accusa ha avuto a livello mondiale, ripresa e discussa dai principali siti e magazine sul vino, abbiamo deciso di approfondire il significato di gusto di luce, per fornirti un quadro completo e preciso della questione.

Insomma, facciamo chiarezza su questa espressione e ti spieghiamo cos'è il gusto di luce e quali sono le cause del gusto di luce, come e perché si manifesta.

Che cos'è il gusto di luce

Che cosa s'intende per gusto di luce?

Come hai potuto intuire dalla nostra introduzione, quando si parla di gusto di luce (o Goüte de lumière) non ci si riferisce certo ad una qualità ricercata o da ricercare nel vino. Al contrario, ci si riferisce ad un'imperfezione organolettica.

Precisiamo subito che:

➡️ il gusto di luce è un difetto del vino.

Ora aggiungiamo a questo dato inconfutabile tutti gli elementi necessari e indispensabili per comprendere meglio che cos'è il gusto di luce.

Sempre nel nostro preambolo, abbiamo scritto che la causa di tale difetto è principalmente la luce:

➡️ il gusto di luce è un difetto del vino causato da un'eccessiva esposizione alla luce.

Tale imperfezione si manifesta principalmente in tutti quei vini che sono conservati in bottiglie di vetro trasparente, quelle che spesso sono utilizzate per i vini bianchi, rosati e spumanti. Tali bottiglie, infatti, garantiscono una minore protezione dalla luce rispetto a quelle più scure, determinando l'alterazione di alcune qualità del vino. Completiamo la nostra definizione di gusto di luce:

➡️ il gusto di luce è un difetto del vino, causato da un'eccessiva esposizione alla luce, che può emergere soprattutto nei vini in bottiglie trasparenti.

É chiaro che tale difetto si manifesta quasi esclusivamente quando tali bottiglie non sono conservate nella maniera corretta. Ricordiamo, infatti, che tutti i vini andrebbero conservati al buio e lontani da fonti di luce. Rispettando tale indicazione le possibilità che il difetto compaia si riduce drasticamente.

A questo punto la domanda sorge spontanea: perché si utilizzano le bottiglie trasparenti? Fondamentalmente per una questione di trasparenza appunto, nel senso di chiarezza espressiva, e quindi per una questione estetica, per mostrare il colore del nettare. Dobbiamo dire, inoltre, che le bottiglie trasparenti sono utilizzate solo per vini bianchi o spumanti, al massimo per i rosati, e suggeriscono un consumo immediato. Sono tutti vini che non hanno bisogno di evolvere ulteriormente, ma sono già pronti per essere bevuti. Se questi vini sono ben conservati, il pericolo gusto di luce dovrebbe essere scongiurato.

Come si manifesta il gusto di luce?

Ora approfondiamo un altro aspetto del gusto di luce, dopo aver fatto chiarezza sul significato di questa espressione. Vediamo come riconoscere il gusto di luce, quali tratti organolettici sono coinvolti e come si manifesta.

➡️ il gusto di luce porta ad un'alterazione di alcune proprietà organolettiche del vino, evidenti a livello visivo, olfattivo e gustativo.

Insomma, nonostante si parli di GUSTO di luce, in realtà tale difetto è percepibile anche con altri sensi. Anzi, a livello visivo e olfattivo è immediatamente riconoscibile. In particolare:

➡️ il gusto di luce si manifesta con un imbrunimento del colore del vino e determina la comparsa di aromi sgradevoli associati al cavolo cotto, aglio o cipolla.

Che cos'è il gusto di luce

Quando si manifesta il gusto di luce?

Ora approfondiamo come si manifesta il gusto di luce, partendo dal presupposto generale che è l'eccessiva esposizione alla luce, sia essa solare o artificiale, la sua causa originaria. Vediamo, nello specifico, cosa comporta e cosa determina tale esposizione.

➡️ La luce, colpendo il nettare, innesca una lunga serie di reazioni chimiche che portano alla formazione di molecole e composti che degradano il vino.

Studi chimici hanno evidenziato che tali reazioni possono verificarsi quando il vino, in bottiglie trasparenti, è esposto a fonti luminose con lunghezza d'onda tra i 370 nm e i 450 nm.

Senza entrare in complesse trattazioni chimiche possiamo descrivere in questo modo il processo che si verifica:

➡️ in queste situazioni, la RIBOFLAVINA, una vitamina contenuta nel vino, reagisce con un'altra sostanza presente nel nettare, la METIONINA. A partire da questa reazione, s'innescano tutta una serie di successive reazioni chimiche che portano alla formazione di METANTIOLO e DIMETILDISOLFURO, che sono considerate le sostanze che generano gli odori di cavolo cotto, aglio o cipolla.

Infine, precisiamo che le possibilità che il gusto di luce si manifesti sono direttamente connesse alla concentrazione di riboflavina nel nettare, a sua volta dipendente dalla tipologia o varietà di uva. Pare che il gusto di luce si possa manifestare a partire da concentrazioni di riboflavina attorno ai 50 µg/L. Al di sotto di tale soglia, il difetto non dovrebbe essere percepibile. Inoltre, considera che la riboflavina può essere prodotta anche per autolisi dei lieviti, che si verifica soprattutto nel corso del processo di affinamento sur lies, caratteristico degli spumanti metodo classico. Per questo, tale tipologia di vini sembrano essere i più sensibili alla comparsa del gusto di luce.

Come evitare la comparsa del gusto di luce?

Fondamentale è la corretta conservazione del nettare in un luogo buio e lontano da fonti di luce di qualsiasi tipo.

In ogni caso, i produttori spesso adottano una serie di accorgimenti per scongiurare tale pericolo. Molti si affidano ad apposite pellicole trasparenti, da apporre sulle bottiglie, in grado di proteggere il nettare dalla luce, ma non mancano cantine che si affidano ad una serie di espedienti, nel corso del processo di vinificazione, volti a limitare la concentrazione di riboflavina o limitare l'azione della luce. Tra questi i più utilizzati sono l'aggiunta di additivi quali la bentonite o tannini gallici.

Se sei giunto fino a questo punto, dovresti avere un quadro più chiaro e approfondito del cosiddetto gusto di luce.

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Posted in: Cultura del vino
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