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​Canaiolo Nero: storia, zona di produzione, caratteristiche del vitigno e dei vini, curiosità e vendita online

By Luca Stroppa 07 febbraio 2023 199 Views

Canaiolo Nero: storia, zona di produzione, caratteristiche del vitigno e dei vini, curiosità e vendita online

Nell'articolo di oggi ti portiamo alla scoperta di un vitigno che può concorrere alla produzione di vini di tantissime prestigiose Denominazioni italiane. Si chiama Canaiolo Nero.

Mettiti comodo e dedicata qualche minuto alla lettura di quanto segue. Alla fine saprai tutto su questo incredibile vitigno!

Tutto quello che devi sapere sul Canaiolo Nero

1. Il Canaiolo Nero è un vitigno a bacca nera tipico del Chianti

Il Canaiolo Nero è un vitigno a bacca nera tipico delle principali aree vitivinicole della Toscana, in particolare della zona del Chianti.

2. Il Canaiolo Nero, un tempo, era più diffuso e coltivato del Sangiovese

Quali sono le origini del Canaiolo Nero? Qual è la storia di questo vitigno? Le origini e la storia del Canaiolo Nero sono incerte. Secondo alcuni studiosi, andrebbero ricercate in epoca etrusca. Di sicuro, questo vitigno si è adattato alla perfezione al terroir del Chianti, tanto da essere considerato autoctono e tanto da diventare una delle varietà più coltivate della zona. Anzi, pare che fino al XVIII secolo fosse la varietà a bacca nera più diffusa dell'area, anche più del Sangioveto o Sangiovese che, poi, prenderà il sopravvento e con cui instaurerà un rapporto di "collaborazione" per produrre, in blend, i grandi rossi del Chianti.

La prima citazione scritta è del XIV secolo, quando Pier de' Crescenzi parla di "Uva Canajuola", mentre la comparsa del nome Canaiolo Nero è del XVII secolo. Quando, poi, nel XIX secolo viene messa a punto la formula del Chianti, il Canaiolo Nero ne diventa protagonista, iscrivendosi definitivamente nella storia dell'enologia italiana e mondiale.

3. Il Canaiolo Nero è coltivato in Toscana e nelle regioni confinanti

Dove viene coltivato il Canaiolo Nero? In quali regioni d'Italia? Come abbiamo scritto sopra, il Canaiolo Nero è un vitigno tipico della zona del Chianti, in Toscana, diffuso, soprattutto, tra le province di Arezzo, Firenze e Siena. Lo troviamo anche in quelle di Pistoia, Pisa e Prato. La sua coltivazione, seppur in misura inferiore, è prevista in alcune Regioni limitrofe: Lazio, Liguria, Marche e Umbria su tutte.

4. Il nome Canaiolo Nero deriva da "dies caniculares"

Qual è l'origine del nome "Canaiolo Nero"? Perché il vitigno "Canaiolo Nero" si chiama così? Si pensa che il nome Canaiolo sia una sorta di italianizzazione dell'espressione latina "dies caniculares", con cui si indicavano i giorni compresi tra la fine di luglio e la seconda metà di agosto, particolarmente caldi e afosi. Lo stesso periodo in cui si verifica l'invaiatura degli acini delle sue uve e l'inizio della maturazione.

In alcune zone delle Marche il Canaiolo è conosciuto anche come "Uva Canina". Ciò ha portato alcuni studiosi ad associare il nome del vitigno alla "rosa canina", per il finale amarognolo tipico di questa pianta officinale, che ricorderebbe quello dei vini ottenuti da uve Canaiolo. Più remota e difficile, tendenzialmente da escludere, l'ipotesi secondo cui "Canaiolo" deriverebbe da "canis" perché le sue uve mature sono in grado di attrarre i cani più affamati.

Canaiolo Nero: storia, zona di produzione, caratteristiche del vitigno e dei vini, curiosità e vendita online

5. Il vitigno Canaiolo Nero rientrava nella formula originaria del Chianti

Nel corso del XIX secolo, il Barone Bettino Ricasoli individuò la formula originaria del vino Chianti. La sua ricetta prevedeva: 70% di Sangioveto, il nome con cui è conosciuto il Sangiovese in questa zona, 15% di Canaiolo e 15% di Malvasia. L'anno di nascita della formula di Ricasoli è il 1872.

6. Il Canaiolo Nero è raramente vinificato in purezza

Anche oggi, le uve Canaiolo Nero sono raramente vinificate in purezza. Nella stragrande maggioranza dei casi sono parte di blend o uvaggi con uve di altri vitigni. Soprattutto, è perfetto con il Sangiovese. Il Canaiolo Nero grazie alla sua caratteristica morbidezza, rotondità e concentrazione zuccherina è in grado di mitigarne i caratteri più duri e pungenti, raggiungendo un perfetto equilibrio.

Del resto, come scriveva Bettino Ricasoli nel 1872, a proposito della formula del Chianti:

“il vino riceve dal Sangioveto la dose principale del suo profumo (a cui io miro particolarmente) e una certa vigoria di sensazione; dal Canajuolo l’amabilità che tempera la durezza del primo, senza togliergli nulla del suo profumo per esserne pur esso dotato; la Malvagia, tende a diluire il prodotto delle due prime uve, ne accresce il sapore e lo rende più leggero e più prontamente adoperabile all’uso della tavola quotidiana [...]”.

A livello aromatico, i vini Canaiolo sono fruttati e speziati, mentre al gusto si distinguono per il finale amarognolo.

7. Il Canaiolo Nero è un vitigno complementare alla produzione dei vini Chianti Classico

Per la produzione dei vini D.O.C.G. "Chianti Classico", eredi del Chianti di Ricasoli, la formula è variata rispetto a quella originaria. Oggi, per produrre i vini del Chianti Classico D.O.C.G. si deve ricorrere a uve Sangiovese dall’80% fino al 100%. Possono essere utilizzate, per un massimo del 20%, altre uve di vitigni a bacca rossa idonei alla coltivazione in Toscana. Tra questi vitigni complementari c'è anche il Canaiolo Nero.

Per i vini della D.O.C.G. "Chianti", senza specificazione "Classico", si devono utilizzare uve Sangiovese dal 70% fino al 100%. Possono concorrere anche le uve di altri vitigni idonei alla coltivazione nella regione Toscana, compreso il Canaiolo Nero. I vitigni a bacca bianca non possono superare il 10%, mentre il Cabernet Franc e il Cabernet Sauvignon non possono superare il 15%, sia individualmente che congiuntamente.

8. Il Canaiolo Nero è utilizzato per produrre vini rossi con il metodo del "governo all'uso toscano"

Sangiovese e Canaiolo Nero sono alla base dei vini prodotti secondo il metodo del governo all'uso toscano, i vini rossi del Chianti a cui pensava il Barone Ricasoli quando formulò la sua ricetta. Si tratta di vini più leggeri e fruttati di quelli rientranti oggi nella D.O.C.G. Chianti o Chianti Classico, oltre che leggermente frizzanti o briosi. I vini prodotti con questo metodo subiscono una seconda fermentazione, derivante dall'aggiunta, al vino base, di mosto da uve appassite (Sangiovese/ Colorino).

9. Il Canaiolo Nero è utilizzato anche per produrre il Vino Nobile e il Rosso di Montepulciano

Il Canaiolo Nero è uno dei vitigni complementari le cui uve possono concorrere alla produzione di tante altre denominazioni, tra cui altre due grandi denominazioni toscane, quelle di Montepulciano. Nella D.O.C.G. Vino Nobile di Montepulciano e nella D.O.C. Rosso di Montepulciano può concorrere fino ad un massimo del 30%. Il Sangiovese per un minimo del 70%.

Può contribuire anche alla produzione di due grandi Denominazioni Umbre: il Rosso di Torgiano D.O.C. e la D.O.C.G. Torgiano Rosso Riserva, sempre in "compagnia" del Sangiovese.

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Posted in: Vini d'Italia
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