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Abbinamento Vino e Sushi

By Luca Stroppa 30 agosto 2018 2486 Views

Abbinamento Vino e Sushi

E se ti dicessimo che il sushi non è originario del Giappone? Che sushi non significa pesce? E che sarebbe meglio non utilizzare le bacchette per mangiarlo? Non abbiamo intenzione di scalfire alcune delle certezze sul vostro piatto “giapponese” preferito e sugli strumenti da utilizzare per mangiare cibo proveniente dal Sol Levante; semplicemente vogliamo svelare parte delle credenze che si celano dietro questo piatto secolare, oggi estremamente diffuso e apprezzato nel nostro Paese. Inoltre, ripercorrere la sua storia, le sue origini e le sue caratteristiche ci permetterà di individuare il vino perfetto con cui accompagnarlo.

Storia del Sushi

Il Sushi ha origini antichissime ma, a differenza di quanto si crede, non è nato in Giappone, bensì in Cina! Il Giappone è la sua patria adottiva; la Cina è invece il luogo dove ha fatto la sua prima comparsa, anche se in forme diverse rispetto alle varianti attualmente diffuse.

Nello specifico, in Cina il sushi era un efficace metodo di conservazione del pesce, in Giappone diventò un vero e proprio piatto. Secondo alcuni studiosi, duemila anni fa, la popolazione cinese era solita utilizzare il riso per conservare il pesce. Quest’ultimo veniva immerso nel riso, la cui fermentazione aumentava notevolmente l’acidità del composto, creando le condizioni ideali per una lunga conservazione del pesce. Nel momento in cui il pesce doveva essere mangiato veniva ripulito dal riso che lo avvolgeva. Questo processo era chiamato “sushi”, letteralmente “qualcosa di aspro o acido”.

Nel corso dei secoli, alcuni commercianti nipponici introdussero questa pratica nel loro Paese dove subì una serie di variazioni che portarono il sushi a diventare un vero e proprio piatto. I giapponesi iniziarono a consumare i due ingredienti contemporaneamente senza aspettare che il riso fermentasse, mescolandolo con aceto, uova e verdure di vario tipo. Da qui una continua evoluzione e una storia di successo: il sushi diventò presto il piatto giapponese per eccellenza, diffondendosi oltre i confini nazionali, tanto che oggi è conosciuto e mangiato in tutto il mondo.

Curiosità sul Sushi

Nel corso dell’800 molti ristoratori decisero di vendere il sushi per strada, una sorta di precursori dei moderni "fast food". Il piatto doveva essere mangiato con le mani e non con le bacchette. Inoltre, per favorire il cliente, i ristoratori mettevano a disposizione una lunga tenda dove pulirsi le mani dopo la consumazione. Inutile dire che le bancherelle più frequentate erano quelle dove le tende era più sporche perché probabilmente più gettonate e, quindi, il sushi più gustoso.

Proprio per rispettare questa tradizione, il sushi andrebbe mangiato con le mani e non con le bacchette.

In Giappone esiste lo “chef del sushi”: un vero e proprio cuoco deputato unicamente alla preparazione di questo piatto. Solitamente lo chef è affiancato da una sorta di tirocinante o aspirante chef che dovrà imparare le tecniche di cottura del riso e quelle per il taglio del pesce, oltre a fare esperienza sul pesce migliore da acquistare al mercato. Per apprendere tutto questo ci vogliono dai 2 ai 4 anni!

Quale Sushi

Le varietà di sushi che si possono preparare sono davvero numerose. Tutto dipende dalla scelta del pesce, dai condimenti e dalle modalità con le quali si intende combinare tutti questi ingredienti.

La variante più conosciuta in Europa prevede un ripieno di pesce, uova, verdure e riso, crudo, cotto o marinato, avvolto nel cosiddetto "nori", un foglio di alga seccata. Il tutto accompagnato dalla salsa di soia, da zenzero sott’aceto o ancora dal "wasabi".

Quale Vino per il Sushi

In Giappone tradizione vuole che se un cliente è rimasto particolarmente soddisfatto del sushi che ha appena mangiato, invece della classica mancia, offre un bicchiere di “sakè” allo chef. Sakè con il quale solitamente si accompagna il piatto.

Per noi “wine lovers”, invece, il sushi va gustato con una buona bottiglia di vino. Quale? Sicuramente un bianco vivace e aromatico, un Gewürztraminer ad esempio, capace di far esaltare i sapori del pesce ma allo stesso tempo in grado di reggere la consistenza di condimenti spesso forti e piccanti.

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