Swipe to the right

​Vini biologici, biodinamici e naturali: caratteristiche e differenze

By Luca Stroppa 15 gennaio 2020 3508 Views

Vini biologici, biodinamici e naturali: caratteristiche e differenze

La questione ecologica e quella della sostenibilità ambientale sono di grande attualità e stanno coinvolgendo diversi settori. Tra questi rientra anche quello vinicolo. Ti sarà certamente capitato di imbatterti in bottiglie che riportano sulla loro etichetta denominazioni di questo tipo: “vino biologico”, “vino biodinamico” e “vino naturale”. Di cosa si tratta esattamente? Noi di Wineshop.it abbiamo fatto un po’ di chiarezza per capire quali sono le caratteristiche di questi vini e cosa li differenzia dal resto delle bottiglie sul mercato.

Prima di addentrarci nella questione una considerazione è d’obbligo: il tema che tratteremo è in continua evoluzione tanto che il legislatore europeo e quello italiano sono intervenuti recentemente per cercare di codificare e mettere ordine tra una babele di termini più o meno legittimamente utilizzati. Nell’articolo cercheremo di chiarire le idee ai consumatori rispondendo a due domande di centrale importanza: che cos'è un vino biologico/biodinamico/naturale e come è prodotto?

Il Vino Biologico

La denominazione “vino biologico” è ammessa per legge a partire dal 2012 quando il legislatore europeo è intervenuto per codificarla. Questa espressione va a sostituire quella precedente di “vino prodotto con uve da agricoltura biologica” ma la sostanza è sempre la stessa. Un vino biologico è un vino che si ricava da uve coltivate secondo i metodi dell’agricoltura biologica. Nello specifico, in vigna non vengono utilizzati prodotti chimici, come pesticidi, insetticidi, diserbanti o fertilizzanti, ma si ricorre unicamente a metodi naturali. In cantina inoltre viene ridotto al minimo l’utilizzo di solfiti, additivi chimici con una funzione conservante. In linea generale, sono ammessi 100 mg/l per i vini rossi e 150 mg/l per i bianchi e rosati (con residuo zuccherino inferiore a 2 g/l), circa 50 mg/l in meno dei classici vini. Se il vino ha più di 2 grammi di zucchero residuo il contenuto di solfiti si può aumentare di circa 30 mg/l.

Al produttore viene comunque concessa molta libertà riguardo all’utilizzo di altri lieviti selezionati, additivi e coadiuvanti enologici durante i processi di vinificazione, pratica che finisce per mettere in discussione la denominazione stessa.

Infine, per poter immettere sul mercato “vini bio” il produttore dovrà ottenere un’apposita certificazione da un ente specializzato.

Quando compri un vino biologico, in linea di massima, sai che hai di fronte una bottiglia prodotta nel rispetto dell’ambiente, soprattutto in vigna, e della genuinità e della naturalità del prodotto, anche se come abbiamo visto una minima quantità di additivi chimici è comunque ammessa.

Il Vino Biodinamico

La denominazione “vino biodinamico” non è ancora riconosciuta in maniera ufficiale a livello legislativo. I disciplinari che definiscono cos’è e come si ottiene un vino biodinamico sono ancora in fase di dibattito e di definizione. Eppure numerosi produttori stanno adottando pratiche biodinamiche per produrre vino. Di cosa si tratta?

Un vino biodinamico è “un vino ottenute da uve da agricoltura biodinamica”. L’agricoltura biodinamica pone particolare attenzione alle influenza astrologiche su piante e terreni, proponendosi di ricreare tra di essi la giusta interconnessione. Per la cura della pianta e della terra si utilizzano dunque prodotti biodinamici, ovvero composti biologici che stimolano e potenziano processi e sostanze naturali già presenti. Inoltre, grande importanza è riconosciuta al calendario e alle fasi lunari, per cui la potatura, la raccolta dell’uva e altri processi produttivi dipendono strettamente da essi.

In cantina però l’utilizzo dei solfiti non viene eliminato: sono ammessi fino a 110 mg/l per vini rossi e bianchi da 2 a 9 g/l di residuo zuccherino; 70 mg/l per i vini rossi e 90 mg/l per i bianchi con residuo zuccherino inferiore a 2 g/l.

Possiamo dunque affermare che i vini biodinamici sono ancor più bio dei vini biologici. Un bel casino, vero?

Il Vino Naturale

Anche la denominazione di vino naturale è priva di una normativa ufficiale e riconosciuta. Si tratta di una sorta di movimento nato in Francia negli anni ’70 grazie al lavoro del viticoltore Jules Chauvet che si oppose fermamente all’utilizzo di prodotti chimici nella coltivazione della vite e alle tecniche di trasformazione chimica e fisica del vino lavorato in cantina. Questa filosofia ingloba parte delle credenze dell’agricoltura biologica e biodinamica: i vini naturali infatti sono quelli ottenuti da uve da agricoltura biologica o biodinamica. Si differenziano da quelli biologici e biodinamici perché non prevedono l’aggiunta di alcun additivo o coadiuvante in vinificazione, maturazione e affinamento. Unica, parziale, eccezione, i soliti solfiti, ulteriormente ridotti per un massimo di 40 mg/l per qualsiasi tipo di vino.

Attenzione, da quanto emerge da questa breve disamina è importante non confondere o utilizzare come sinonimi i tre termini: un vino biologico non è un vino biodinamico e viceversa, un vino biodinamico non è necessariamente un vino naturale, così come un vino biologico non è per forza naturale ...

Vini biologici, biodinamici e naturali: caratteristiche e differenze

Insomma, come hai ben capito siamo all’interno di una questione piuttosto intricata e complessa, ricca di connessioni, incomprensioni ed intrecci.

Col nostro articolo non abbiamo certamente esaurito il tema ma speriamo possa essere utile ai nostri lettori per avere un’idea un po’ più chiara di ciò che bevono.

Posted in: Cultura del vino
  Loading...