Del resto, quanto emerge dall'analisi dell'Osservatorio del vino Uiv-Vinitaly, pubblicata il 9 ottobre 2023, non lascia spazio a letture troppo ottimistiche, tanto che si parla di possibile "corto circuito" per il vino italiano con conseguenze negative per il mercato e per i produttori nostrani.

Di seguito, vediamo, nel dettaglio, quanto emerge dalla ricerca condotta durante i primi sette mesi del 2023.

Vino italiano nel 2023: vendemmia in netto calo e prezzi in salita

Come anticipato, il quadro tratteggiato dall'Osservatorio Uiv-Vinitaly è tutt'altro che roseo. I primi segnali e dati negativi provengono dalla voce "vendemmia 2023". Già precedenti ricerche avevano annunciato volumi in calo rispetto al passato. Le previsioni vendemmiali di Assoenologi, ISMEA e Uiv avevano stimato un calo della produzione vitivinicola del 2023 pari a circa il 12% rispetto al 2022, passando dai 50 mln di ettolitri del 2022 ai circa 44 mln di ettolitri del 2023. Secondo l'Osservatorio Uiv-Vinitaly tali previsioni sulla quantità, sui volumi della vendemmia e sulla produzione vitivinicola andrebbero riviste ulteriormente al ribasso.

La situazione più difficile si riscontra in alcune regioni del Nord Italia: Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto su tutte, dove si stimano le maggiori perdite. Al Sud la situazione è leggermente migliore, anche se Abruzzo e Sicilia devono far fronte ad un'ingente diminuzione della produzione vendemmiale. Le cause principali di queste difficoltà vanno rintracciate nell'andamento climatico. Le abbondanti piogge in fase primaverile/estiva hanno favorito la diffusione di malattie della vite, come la peronospora. Allo stesso modo, le frequenti grandinate e il caldo fuori stagione di quest'ultimo periodo hanno avuto effetti negativi sul raccolto.

Come conseguenza delle difficoltà della vendemmia e della scarsità produttiva, si registra un incremento medio dei prezzi che, a sua volta, può portare ad una riduzione della domanda e delle vendite sia in ambito nazionale sia nel mercato estero.

Fortunatamente, ci sono anche delle buone notizie. Come si legge nel comunicato stampa dell'Osservatorio Uiv-Vinitaly:

"[...] si prospetta un’annata di qualità eccellente per molte importanti denominazioni dello Stivale, a partire dai vini rossi".

Vino italiano nel 2023: export extra UE al -9% in volumi rispetto al 2022

Alle difficoltà vendemmiali si aggiungono quelle relative alle esportazioni verso i Paesi extra-UE, in pesante passivo rispetto allo scorso anno sia in termini di volumi sia in termini di valore.

Entrando nello specifico, l'Osservatorio Uiv-Vinitaly stima un calo del 9% dei volumi di vino esportato nelle Nazioni non appartenenti all'Unione Europea. Negli Stati Uniti, uno dei principali mercati esteri per il vino italiano, il passivo è del -12%. Segno meno anche in alcuni dei mercati che, negli anni scorsi, erano emersi come nuove possibilità di sviluppo e affermazione dei vini made in Italy: la Corea del Sud segna un emblematico -40%. Restando nel continente asiatico, la Cina registra un -27%, mentre il Giappone un -16%. Tra gli altri, segnaliamo: il Canada con un -20%, Svizzera e Norvegia, rispettivamente con -10% e -13%. Più contenuta la flessione per il Regno Unito, dove i volumi di esportazione di vino italiano nel 2023 sono in calo "solo" del 3% rispetto allo scorso anno.

Chiaramente, la difficile situazione circa la quantità di vino esportato si traduce anche in un calo del valore dell'export, stimato al -6% se confrontato con il 2022.

Insomma, un quadro tutt'altro che idilliaco solo parzialmente alleviato dalle ottime previsioni in termini di qualità della vendemmia ...