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Quando uno spumante è Riserva?

By Luca Stroppa 26 gennaio 2024 436 Views

Se stai per leggere il nostro approfondimento significa che vuoi sapere che cosa significa spumante Riserva e quando uno spumante si dice o si definisce Riserva. Di seguito, facciamo chiarezza su questa menzione del vino, con riferimento alla tipologia spumante, e ti spieghiamo che cosa s'intende per spumante riserva.

Ti confessiamo che questo articolo nasce da una specifica domanda che ci è stata posta sui nostri canali social da un appassionato che stava per acquistare una versione Riserva di uno spumante Trento DOC. La questione può essere di interesse generale per cui abbiamo deciso di scrivere un apposito articolo. Ne approfittiamo per dirti che se hai delle domande sul vino non esitare a contattarci.

Ma ora torniamo allo spumante riserva e al suo significato.

Quando uno spumante è Riserva?

Che cos'è uno spumante Riserva?

Riserva è una delle possibili menzioni del vino, una di quelle specificazioni che può apparire sull'etichetta di qualsiasi bottiglia, vino rosso, vino bianco, spumante etc. etc., purché disponga di determinate caratteristiche produttive. Nello specifico, la fase chiave che determina se un vino è Riserva o meno è il periodo di invecchiamento.

In linea generale, possiamo dire che:

➡️ Un vino riserva, e quindi anche uno SPUMANTE RISERVA, è un vino sottoposto ad un PERIODO DI INVECCHIAMENTO E AFFINAMENTO PIU' LUNGO rispetto alla versione base dello stesso vino.

Le leggi italiane sulla produzione di vino, a tal proposito, sono molto chiare e forniscono indicazioni precise. Il riferimento normativo è la legge 238 del 2016, Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino, in cui si legge: “La menzione ‘riserva’ è attribuita ai vini a Denominazione d’Origine (DO) che siano stati sottoposti a un periodo di invecchiamento, compreso l'eventuale affinamento, non inferiore a:

a) due anni per i vini rossi;

b) un anno per i vini bianchi;

c) un anno per i vini spumanti ottenuti con metodo di fermentazione in autoclave denominato «metodo Martinotti» o «metodo Charmat»;

d) tre anni per i vini spumanti ottenuti con rifermentazione naturale in bottiglia.”

Concentriamoci su alcuni punti.

Nella prima parte, si precisa che tale menzione riguarda soltanto vini a Denominazione d'Origine. Nella seconda parte, s'individua un periodo minimo di invecchiamento e affinamento affinché tali vini possano acquisire la menzione Riserva. Per gli spumanti, il periodo minimo di invecchiamento è di 1 anno per quelli prodotti con metodo Martinotti o metodo Charmat, quindi con rifermentazione in autoclave, mentre è di 3 anni per quelli prodotti con metodo classico, quindi con rifermentazione in bottiglia.

Per approfondire: qui ti spieghiamo le differenze tra Metodo Charmat e Metodo Classico.

A questo punto, possiamo dare una definizione generale di spumante riserva e specificare quando uno spumante è riserva.

➡️ Uno Spumante è Riserva quando è sottoposto ad un periodo di invecchiamento e affinamento di almeno 1 ANNO se prodotto con METODO MARTINOTTI/CHARMAT e di almeno 3 ANNI se prodotto con METODO CLASSICO.

Insomma, se sull'etichetta di uno spumante leggi Riserva, ora sai che, a seconda del metodo di spumantizzazione, quel vino è stato oggetto di uno specifico periodo di invecchiamento.

Chiaramente gli spumanti con DO che sono sottoposti ad un periodo di invecchiamento più breve non potranno fregiarsi della menzione Riserva.

Quando uno spumante è Riserva?Foto di Lomig su Unsplash

Qual è il periodo di invecchiamento degli spumanti Riserva?

Posto che il periodo di invecchiamento è l'elemento chiave che definisce gli spumanti Riserva e che la legge definisce un arco temporale minimo affinché uno spumante possa dirsi Riserva, dobbiamo comunque precisare che i vari disciplinari di produzione possono stabilire periodi di invecchiamento specifici per i propri spumanti. Chiaramente, tali periodi non possono essere inferiori a quanto stabilito dalla legge.

Facciamo un paio di esempi tratti dalle principali denominazioni italiane metodo classico, la tipologia di spumanti che, nei loro disciplinari, prevedono tale menzione.

1️⃣ Franciacorta Riserva D.O.C.G.

Il Franciacorta è uno spumante prodotto con metodo classico, quindi con rifermentazione in bottiglia. Come abbiamo scritto, la legge individua per gli spumanti metodo classico Riserva un periodo minimo di invecchiamento di 3 anni.

Il disciplinare di produzione della D.O.C.G. Franciacorta pone un limite diverso, superiore a quello minimo stabilito dalla legge.

➡️ Gli spumanti Franciacorta riserva, “Franciacorta” Rosé riserva, “Franciacorta” Satèn riserva devono essere sottoposti ad un periodo minimo obbligatorio di affinamento sui lieviti di 60 mesi (5 anni), prima della sboccatura e del dosaggio.

2️⃣ Trento Riserva D.O.C.

Anche il Trento D.O.C. è uno spumante prodotto con metodo classico. Si tratta della prima denominazione italiana ad essere riservata esclusivamente allo spumante ottenuto con il metodo della rifermentazione in bottiglia. La legge stabilisce un periodo minimo di invecchiamento di 3 anni. In questo caso, anche il disciplinare di produzione mantiene tale limite temporale.

➡️ Gli spumanti Trento D.O.C. riserva devono essere sottoposti ad un periodo minimo obbligatorio di permanenza sui lieviti di 36 mesi (3 anni).

Per gli spumanti Trento D.O.C. non riserva tale periodo è di 15 mesi.

Chiaramente, il prolungato periodo di invecchiamento e affinamento sui lieviti dona al vino maggiore complessità aromatica e gustativa, uno dei tratti caratteristici degli spumanti metodo classico.

Ora sai quando uno spumante è Riserva!

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Posted in: Cultura del vino
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