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​Perché si chiama Amarone?

By Luca Stroppa 21 ottobre 2024 553 Views

Tutti conoscono l’Amarone della Valpolicella, uno dei più grandi vini rossi italiani. Tutti, almeno una volta, si sono chiesti perché il vino Amarone si chiama così. E tutti, almeno una volta, hanno tentato di scoprire la risposta a questa domanda cercando su siti specializzati e Blog del vino.

Se sei arrivato fino al nostro articolo significa che, anche tu, vuoi sapere perché si chiama Amarone e vuoi scoprire qual è l’origine del nome Amarone. Bene, di seguito, soddisferemo la tua curiosità. Ti spieghiamo tutto sul nome Amarone. Ti anticipiamo che ti racconteremo una storia davvero curiosa! Continua a leggerci e a seguirci.

Perché il vino si chiama Amarone?

Perché si chiama Amarone?

Rispondiamo subito alla domanda per poi entrare nei dettagli.

Il vino si chiama Amarone per distinguerlo dal Recioto, un altro grande vino rosso della Valpolicella. Mentre il Recioto è un rosso dolce, l’Amarone è un rosso che, come suggerisce la parola, non è dolce, ma “amaro”, o meglio, “secco” nel gergo enologico.

L’aggettivo amaro non deve confondere. L’Amarone non è un vino che lascia in bocca una sensazione amara, così come è classicamente intesa. Il nome non va interpretato in un’accezione negativa, ma semplicemente come vino non dolce. Tecnicamente, l’Amarone è un vino secco, cioè privo, o quasi, di zuccheri. Il ricorso al termine amaro-ne serve “solo” per distinguerlo dal dolce Recioto.

La necessità di evidenziare tale differenza nasce dal fatto che Amarone della Valpolicella e Recioto della Valpolicella condividono tanti aspetti comuni. Entrambi sono ricavati dai tipici vitigni a bacca nera della Valpolicella, Corvina Veronese dal 45% al 95% (è consentito anche l'utilizzo del Corvinone nella misura massima del 50%, in sostituzione di una pari percentuale di Corvina Veronese) e Rondinella dal 5% al 30%. Inoltre, i due vini sono prodotti nella stessa zona ed entrambi sono vini rossi passiti. Ma, mentre il Recioto è un vino passito rosso dolce, l’Amarone è un vino passito rosso secco.

La chiave per comprendere la loro differenza è da ricercare e da trovare nel metodo di produzione. Nel Recioto, la fermentazione delle uve, fatte precedentemente appassire, viene interrotta per conservare una certa percentuale di zuccheri. Ricorda che la fermentazione alcolica trasforma gli zuccheri in alcol etilico, per cui, interrompendola, si riesce a conservare una parte del contenuto zuccherino. Nasce così un vino dolce.

Nell’Amarone, invece, la fermentazione alcolica delle uve, fatte precedentemente appassire, viene portata a termine. In questo modo, la totalità, o quasi, degli zuccheri viene trasformata in alcol etilico, dando origine ad un vino secco.

Insomma, nel nome Amarone si nasconde la grande differenza con il Recioto.

Ma, ora, abbiamo un'altra storia interessante da raccontarti. Sai quando e chi ha inventato il nome Amarone? Te lo spieghiamo nel prossimo paragrafo.

Perché l’Amarone si chiama così? Chi ha inventato il nome Amarone?

Il nome Amarone fu coniato, nel 1936, da Adelino Lucchese, cantiniere della Cantina Sociale Valpolicella.

Perché si chiama Amarone?

All’epoca, la Valpolicella era nota per la produzione del suo grande vino rosso passito dolce, ovvero il Recioto della Valpolicella. Secondo la leggenda, un giorno Adelino assaggiò il vino contenuto in una delle botti del Recioto, la cui fermentazione, per errore o per dimenticanza, non era stata interrotta. Immediatamente dopo l’assaggio, Adelino Lucchese pronunciò una frase iconica: “questo non è un Amaro, è un Amarone”, rimanendo piacevolmente colpito. Fu così che nacque il vino e il nome Amarone.

Gli anni successivi a quella scoperta furono dedicati alla definizione dei metodi di vinificazione necessari per cercare di riprodurre quel vino rosso secco. Nel 1938 fu stampata la prima etichetta che riportava il nome “Amarone”. La commercializzazione in serie delle prime bottiglie di Amarone risale, invece, al 1953. Da quel momento in poi, l’Amarone della Valpolicella ottenne un enorme successo nazionale e internazionale, tanto che, nel 1968, fu riconosciuta la DOC, mentre, nel 2010, la DOCG.

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Posted in: Curiosità sul vino
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