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​Perché i vini rossi si servono a temperatura ambiente?

By Luca Stroppa 24 settembre 2021 1390 Views

Perché i vini rossi si servono a temperatura ambiente?

Dopo aver approfondito il perché i vini bianchi andrebbero serviti e, ovviamente, bevuti freschi, di seguito vogliamo affrontare il tema dei vini rossi, completando il celebre ritornello: vino rosso a temperatura ambiente e vino bianco fresco!

Insomma, rispondiamo alla domanda, tutt’altro che scontata: perché i vini rossi vanno serviti a temperatura ambiente?

Perché servire e bere vino rosso a temperatura ambiente?

Si potrebbe rispondere a questa domanda dicendo semplicemente: “perché i vini rossi troppo freddi non sono così buoni!” o ancora “perché troppo caldi non sono così buoni!”. Tutto vero, ma la risposta non può considerarsi completa e approfondita: quali sono i motivi per cui un vino rosso troppo fresco o troppo caldo non è così gradevole all’assaggio? Perché, invece, la temperatura ambiente è quella ideale per goderselo al meglio?

Come abbiamo fatto nel nostro precedente articolo sul “Perché i vini bianchi si servono freschi?”, anche in questo caso dobbiamo scomodare le durezze e le morbidezze del vino, ovvero quelle sensazioni che determinano la nostra percezione gustativa del nettare (per comprendere le loro caratteristiche ti rimandiamo al nostro primo articolo, al link qui sopra).

Ricordiamo che le morbidezze del vino, che si caratterizzano per una percezione “setosa” e “calorosa” all’assaggio, sono:

1. dolcezza;

2. morbidezza (rotondità);

3. alcolicità.

Le durezze del vino, che “colpiscono” e “pungono” il palato, sono:

1. acidità;

2. sapidità;

3. tannicità.

Inoltre, sappiamo che le basse temperature esaltano le durezze del vino mentre le temperature più alte esaltano le sue morbidezze.

Dopo questo rapido ripasso, entriamo nel vivo della questione.

La maggior parte dei vini rossi, a differenza di quelli bianchi, si caratterizzano per la presenza, più o meno accentuata, di particolari sostanze, responsabili del loro colore e della loro struttura, chiamate “tannini”.

I “tannini” rientrano tra le “durezze” del vino e “colpiscono” il palato, la lingua e le gengive, provocando una sensazione di secchezza (tecnicamente definita astringenza). Un eccesso nella percezione dei tannini provoca una sensazione allappante ovvero di astringenza esagerata e dunque sgradevole e poco consigliata. Ecco perché è bene tenere sempre sotto controllo e in equilibrio la componente tannica di un vino rosso!

Ora, se i tannini sono presenti nei vini rossi, se i tannini sono delle “durezze” che se percepite in eccesso provocano una sensazione poco gradevole e se le “durezze” stesse vengono esaltate dalle basse temperature, unendo tutte queste informazioni abbiamo già la risposta alla nostra domanda.

Un vino rosso servito e bevuto a temperature troppo basse esalterebbe le sue “durezze”, in particolare i tannini, generando una sensazione molto astringente al palato che rovinerebbe l’assaggio. Per questo, i vini rossi vanno serviti a temperature più alte rispetto ai vini bianchi (privi di tannini!).

Ma fai attenzione! Allo stesso modo, temperature troppo alte metterebbero in evidenza le morbidezze dei vini rossi, in particolare la componente “rotonda” e “alcolica”, generando, anche in questo caso, una percezione esagerata e poco piacevole.

Insomma, la “temperatura ambiente” permette di raggiungere quell’equilibrio nella percezione delle varie componenti che è fondamentale per godersi un vino rosso.

Cosa s’intende per temperatura ambiente?

Nel paragrafo precedente abbiamo parlato di “temperatura ambiente”. Ma che cos’è la “temperatura ambiente”? A quanti gradi corrisponde?

Si tratta di domande a cui dobbiamo rispondere per individuare la temperatura di servizio dei vini rossi.

In linea generale, la temperatura ambiente è quella dell’ambiente circostante ed è estremamente variabile, soprattutto da stagione a stagione. Per questo, in ambito enologico, per evitare confusione, questa espressione ha assunto un significato ben più preciso, indicando una condizione ideale di 16-18 °C circa.

Si tratta di un’informazione chiave.

Immagina un giorno particolarmente freddo di un’uggiosa giornata invernale. Se adottassimo la definizione generale di “temperatura ambiente” probabilmente ci troveremmo a servire una bottiglia di vino rosso a temperature molto basse, proprio perché la temperatura ambiente invernale è piuttosto bassa, con tutte le conseguenze negative sul nettare che abbiamo visto nel paragrafo precedente.

Al contrario, in estate la temperatura ambiente generale può raggiungere i 30°C. Anche in questo caso, è importante non confonderla con la “temperatura ambiente enologica”: 16-18 °C circa.

Ecco perché è indispensabile conservare il vino rosso in cantine con temperatura controllata ed ecco perché è possibile “rinfrescare” le bottiglie di vino rosso in estate. Se la tua bottiglia è stata per un breve periodo di tempo ad una temperatura ambiente superiore a quella enologica, per riportarla negli standard richiesti può essere utile riporla in un secchiello del ghiaccio!

Infine, un’ulteriore precisazione. In commercio esistono tantissime tipologie di vini rossi: da quelle con componenti morbide decisamente spiccate a quelle più tanniche o con maggior grado di acidità. Per questo, i vini rossi giovani, meno tannici e con una buona componente acida, possono essere serviti a temperature leggermente inferiori allo standard dei 16-18 °C, proprio perché le basse temperature esaltano la loro freschezza senza provocare un eccesso di astringenza, data la scarsa presenza di tannini!

Insomma, ora che hai capito perché i vini rossi vanno serviti alla temperatura ambiente (enologica) e conosci le possibili eccezioni, hai tutti gli strumenti e le informazioni per individuare la temperatura di servizio ideale a seconda delle caratteristiche della tua bottiglia!

Posted in: Curiosità sul vino
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