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Ora da Re: storia di un vino irripetibile

By Luca Stroppa 09 agosto 2018 3419 Views

Ora da Re: storia di un vino irripetibile

Questa è la storia di un vino “mostruoso”, forse “irripetibile”, certamente unico; un vino eterno, prima dimenticato, poi riscoperto e celebrato ed ora ricercato, frutto di un vero e proprio “miracolo enologico” e che, per questo, va gustato lentamente, consapevoli della sua singolarità e straordinarietà, giusto per concedersi almeno un’ “Ora da Re”.

Storia dell’Ora da Re

1932 e 1985, sono queste le date che segnano la storia dell'Ora da Re: il 1932 è l’anno della sua produzione, il 1985 quello della sua incredibile riscoperta; nel mezzo, 53 anni di attesa, nel buio e nel silenzio di una cantina di Mazzaronello, in provincia di Ragusa.

Qui, proprio nel 1932, ci fu una vendemmia estremamente proficua e fortunata, una delle migliori per la famiglia Jacona della Motta, proprietaria di quel feudo. Fu anche l’ultima vendemmia perché con la morte del capostipite, il barone Nicolò, la coltivazione della vite fu sostituita da altre colture, ritenute commercialmente più convenienti e vantaggiose.

Il vino prodotto in quell’occasione fu conservato in gigantesche botti e lasciato riposare nella cantina di famiglia, senza essere sottoposto ad alcun trattamento, pronto per essere venduto.

Intanto, si era aperta una complessa lotta per l’acquisizione delle terre, dei possedimenti e della cantina del barone Nicolò. Non avendo eredi diretti, diversi nipoti si fecero avanti rivendicandone la proprietà. La spartizione andò per le lunghe e il vino fu quasi dimenticato. Quasi, perché qualche rappresentante della famiglia cercò di proporlo ai commercianti della zona, che però si dimostrarono poco interessati: il vino era considerato troppo vecchio e difficile da vendere.

Nel 1976, gli Jacona della Motta lasciarono definitivamente la Sicilia per trasferirsi a Roma, mentre il loro feudo e i loro terreni furono spartiti tra i proprietari agricoli e i piccoli agricoltori della zona. E la cantina?

La famiglia decise di affittarla per non veder perso il prodotto della straordinaria vendemmia del 1932. In realtà, qualche rappresentante aveva addirittura proposto di distruggerla visto lo scarso interesse dimostrato nei confronti del loro vino ma, alla fine, fortunatamente, non se ne fece più nulla.

La svolta data 1985: Marida Jacona avvicina Piermario Meletti Cavallari, un manager bergamasco, amante e produttore di vino, impegnato a Roma in una conferenza sul tema del marketing del vino.

Marida racconta la storia del “suo” vino suscitando l’interesse di Meletti Cavallari che decide di assaggiarlo. È un colpo di fulmine: il vino è straordinario, incredibilmente vivo ed equilibrato nonostante l’età. Viene coinvolto anche Luigi Veronelli che gli dedicherà un emozionante ed entusiastico articolo.

La notizia si diffuse rapidamente e un consorzio vinicolo siciliano decise di puntarci. Nonostante la cantina fosse praticamente crollata, si riuscì ad estrarre qualche campione da analizzare.

Delle nove botti ritrovate, furono tre, la 2, la 8 e la 9, perfettamente intatte, quelle che si decise di imbottigliare, da cui poi furono ricavate 15.000 bottiglie.

Perché Ora da Re?

Il nome “Ora da Re” fu coniato successivamente da Luigi Veronelli per sottolinearne la singolarità e l’unicità oltre al carattere meditativo di questo vino. Si tratta infatti di un vino ideale da consumare e gustare da solo, per circa un’ora, un vino da meditazione appunto.

Un vino misterioso, prodigioso che in più di mezzo secolo di conservazione, è riuscito a mantenere profumi intensi, unici, molteplici e persistenti.

Un vino di fronte al quale, come dice lo stesso Veronelli, non si può far altro che “inginocchiarsi”.

Posted in: Vini d'Italia
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