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​No, non furono i Greci ad introdurre la viticoltura in Italia

By Luca Stroppa 21 giugno 2023 64 Views

No, non furono i Greci ad introdurre la viticoltura in Italia

La notizia che sta circolando nelle ultime ore ha del clamoroso perché è destinata a rivoluzionare anni e anni di lavori e credenze sull'introduzione della vite e sull'origine della pratica vitivinicola in Italia. Contrariamente a quanto si crede e si è detto fino ad ora, non furono i coloni Greci a portare la vite e la viticoltura nel nostro Paese ...

A rivelare questa "notizia" è stato l'archeologo Stefano Del Lungo, ricercatore presso il Cnr Ispc - Consiglio Nazionale delle Ricerche | Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale, che, insieme all'agronomo Angelo Raffaele Caputo e ad un folto gruppo di esperti, dopo approfondite ricerche, ha redatto il libro "Fra le montagne di Enotria. Forma antica del territorio e paesaggio viticolo in Alta Val d’Agri", edito dall'Istituto Geografico Militare (Igm) di Firenze. Il libro fa parte del progetto “Enotria, Grumentum e i vini dell’Alta Val d’Agri” che mira a ricostruire la storia e il patrimonio vitivinicolo dell'Alta Val d’Agri, in provincia di Potenza, in Basilicata.

Proprio le ricerche condotte in questa zona hanno spinto gli esperti a mettere in discussione la narrativa secondo cui la colonizzazione greca fu determinante nell'introduzione della vite in Italia ...

La Basilicata all'origine della storia della viticoltura in Italia

La ricerca condotta dal team di esperti protagonisti di questo enorme progetto si è avvalsa di contributi e studi di carattere pedologico, ampelografico, genetico, antropologico, archeologico etc. etc. per scoprire storia e tratti caratteristici della colonizzazione greca e romana dei territori dell'entroterra della Basilicata, in particolare dell'Alta Val d'Agri, di cui si è cercato di ricostruire l'antico paesaggio viticolo e il patrimonio ampelografico. L'Alta Val d'Agri è quella zona attraversata dall'omonimo fiume, in provincia di Potenza, dove sono sorti alcuni dei primi insediamenti umani ed è considerata il Terzo Centro di Domesticazione della Vite.

Ciò che è emerso dalla ricerca è a dir poco sorprendente, soprattutto in relazione all'idea diffusa e, fino ad ora, ampiamente accettata secondo cui, a partire dall'VIII secolo a.C., furono gli esperti coloni provenienti dalla Grecia a favorire l'introduzione e la domesticazione della vite in Italia, tramandando il loro patrimonio di conoscenze e competenze vitivinicole alle popolazioni locali. Pare che non sia andata proprio così ...

Secondo Del Lungo, i colonizzatori Greci giunti in Italia si stanziarono inizialmente lungo la costa del Mar Ionio, evitando di addentrarsi nell'entroterra, considerato avverso e pericoloso, "barbaro", trascurato e "non coltivato". Quando giunsero nelle aree più interne, a ridosso dell'Appennino meridionale, furono davvero sorpresi nel constatare quanto quel paesaggio fosse "addomesticato", evoluto e caratterizzato dalla pratica vitivinicola, quanto tale attività fosse diffusa e importante per l'economia locale, e nel rilevare il livello di competenza ed esperienza in materia delle popolazioni locali. Insomma, uno scenario tutt'altro che "barbaro", incolto e trascurato.

E con il celebre termine "Enotria", dal greco "oinòtron", “terra della vite legata al palo” quindi "addomesticata", i coloni greci intendevano proprio quell'area appenninica che dalla Puglia giunge fino in Calabria, comprendendo l'Alta Val d'Agri, che tanto li stupì per quanto fosse evoluta e avanzata la coltura della vite.

Infine, la ricerca ha permesso di definire e recuperare il panorama di vitigni autoctoni dell'Alta Val d'Agri e di ricostruire l'origine e l'evoluzione di tante altre varietà che dall'Enotria si sono diffuse nel resto della Penisola e non solo. Tra le "news" più importanti c'è quella che riguarda il Sangiovese, di probabile origine "pugliese", nell'area prossima a Taranto e che trovò nella zona del Massiccio del Pollino, un gruppo montuoso a cavallo tra la Basilicata e la Calabria, una terra fertile alla sua coltivazione. O ancora, pare che Syrah e Aglianico siano vitigni con un forte legame. Il primo viene assimilato all'antica varietà denominata "Sirino o Serino", dal nome della colonia di Siris, presso Policoro - Matera, in Basilicata. Giunto in Francia, il suo nome fu adattato alla lingua locale. L'Aglianico, invece, sarebbe un parente stretto di questa varietà.

Insomma, quanto scoperto nel corso di questa ricerca può contribuire a fare chiarezza sulla "storia" della viticoltura in Italia, contribuendo a riscriverne la narrazione dominante.

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Posted in: Curiosità sul vino
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