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L’annata in etichetta: quando è obbligatoria, facoltativa o vietata

By Luca Stroppa 17 settembre 2020 3025 Views

L’annata in etichetta: quando è obbligatoria, facoltativa o vietata

In enologia, per “annata” s’intende l’anno in cui le uve destinate alla vinificazione sono state vendemmiate. Un dato importante che spesso viene riportato sull’etichetta di una bottiglia di vino. Ma attenzione, “spesso”, non “sempre”!

Nel nostro articolo ti spiegheremo perché “non sempre” la tua bottiglia di vino presenta questa indicazione, in quali casi è obbligatoria e in quali è facoltativa o addirittura vietata. Scoprirai, inoltre, come la sua presenza o meno può fornirti informazioni preliminari sulle caratteristiche di un vino.

L’annata in etichetta: le normative di riferimento

L’etichettatura dei prodotti vitivinicoli è disciplinata da una serie di regolamenti europei che vengono costantemente aggiornati sulla base degli sviluppi del settore. In ogni caso, le normative di riferimento sono il Regolamento n. 607/2009 della Commissione Europea e il successivo Regolamento UE n. 1308/2013.

Questi regolamenti operano una distinzione fondamentale tra tre categorie di vini:

- vini DO (“denominazione d’origine”, i nostri DOC e DOCG) e IGP (“indicazione geografica protetta”).

- vini varietali, un’espressione con cui si indicano quei vini, senza denominazione di origine o indicazione geografica, prodotti a partire da una o più varietà di uve appartenenti a questi sette vitigni internazionali: Cabernet, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Merlot, Sauvignon e Syrah. Si tratta di vini che non devono seguire uno specifico disciplinare ma che, per poter essere commercializzati con questo nome, sono sottoposti ad apposite verifiche documentali.

- vini senza denominazione (vini che non possono fregiarsi della DOC, DOCG o IGP e che non rientrano neppure nella categoria dei “vini varietali”).

La possibilità o meno di riportare l’annata sull’etichetta di una bottiglia dipende proprio dall’appartenenza di un vino ad una di queste categorie.

L’annata in etichetta: quando è obbligatoria

È obbligatorio riportare l’annata sull’etichetta di una bottiglia nel caso di vini DO e IGP quando espressamente previsto dal disciplinare di produzione.

È importante precisare che gran parte dei disciplinari di produzione prevedono l’obbligatorietà dell’indicazione dell’annata. Alcuni, invece, la vietano, mentre altri la autorizzano, ma non la obbligano, e altri ancora la prevedono solo per particolari tipologie di vino all'interno di una stessa DO.

La normativa europea lascia, dunque, ampia libertà alle singole denominazioni. L’unico paletto imposto è riportato nell'articolo 61 del Regolamento CE n. 607/2009 dove si legge che per poter riportare l’annata sull’etichetta di una bottiglia di vino DO e IGP è necessario che “almeno l’85% delle uve usate per elaborarlo siano state vendemmiate in tale annata.”

In sintesi, l’annata in etichetta è obbligatoria per vini DO o IGP solo quando almeno l’85% delle uve vinificate sono state vendemmiate nella stessa annata e solo se tale indicazione è espressamente prevista dal disciplinare di produzione. (Nella foto qui sotto, una classica foto dell'etichetta del Barolo D.O.C.G. con indicazione dell'annata obbligatoria da disciplinare).

L’annata in etichetta: quando è obbligatoria, facoltativa o vietata

L’annata in etichetta: quando è facoltativa

È possibile, ma non obbligatorio, riportare l’annata sull’etichetta di una bottiglia nel caso dei “vini varietali”.

Anche in questo caso, però, almeno l’85% delle uve con cui è prodotto il vino devono obbligatoriamente provenire da una stessa annata.

I vari produttori, se i loro vini rispettano tali condizioni, possono decidere di riportare questa indicazione o meno. In ogni caso, nella stragrande maggioranza dei casi, l’annata viene indicata proprio per fornire al consumatore un quadro il più completo possibile delle caratteristiche del vino.

L’annata in etichetta: quando è vietata

È vietato riportare l’annata sull’etichetta di una bottiglia nel caso di vini senza denominazione e non “varietali”.

In questi casi, è possibile risalire all’annata dal lotto della bottiglia, i cui ultimi numeri, spesso, si riferiscono proprio all’anno della vendemmia. Per essere ancor più sicuri, e se il consumatore ritiene questa informazione importante, non resta altro da fare che contattare direttamente il produttore.

Attenzione! Una precisazione è d’obbligo. Il panorama enologico italiano è ricco di vini non DO o IGP, ma comunque di grande qualità. Il fatto di non rientrare in una Denominazione dipende, in alcune circostanze, dalla volontà di non sottostare a un disciplinare o proteggere storiche e tipiche modalità di produzione di un vino. Per cui se non vedi l’annata sull’etichetta di una bottiglia non allarmarti: quel vino potrebbe essere comunque un vino di qualità. Il nostro consiglio è quello di informarsi sulla sua storia e sulle sue caratteristiche, il modo migliore, insieme alla degustazione, per poterlo valutare.

Posted in: Cultura del vino
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