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​La leggenda del Lacryma Christi del Vesuvio

By Luca Stroppa 11 novembre 2020 988 Views

La leggenda del Lacryma Christi del Vesuvio

Il Lacryma Christi del Vesuvio è un celebre vino campano, rientrante nella Denominazione di Origine Controllata “Vesuvio”, che, come suggerisce il nome, viene prodotto sulle pendici dell’omonimo vulcano.

L’origine di questo nettare e quella del suo nome è davvero affascinante: un intreccio di leggende e verità storiche che contribuiscono a creare un’aura mitica che accompagna la sua produzione. Nel nostro articolo, andremo alla scoperta della storia leggendaria del Lacryma Christi.

La leggenda del “pianto di Cristo”

La nascita del vino “Lacryma Christi” è legata ad una leggenda che vede come protagonisti Gesù Cristo e Lucifero, l’angelo cacciato dal Paradiso per i suoi misfatti, diventato capo dei demoni e simbolo del Male.

Si narra che Lucifero, allontanato dal Paradiso, ne rubò un pezzo, portandolo con sé sulla terra. Questo lembo dell’Eden generò il golfo di Napoli. Gesù Cristo, riconosciuto il Paradiso rubato e addolorato per la perdita di colui che era stato l’angelo più buono, pianse versando le sue lacrime sul Vesuvio. E proprio da queste lacrime sorsero viti e uve da cui si cominciò a ricavare un vino che prese il nome di “Lacryma Christi”.

Ma questa non è la sola leggenda associata al "nostro" vino. Un’altra racconta che Cristo, in una delle sue discese sulla Terra, per ringraziare un eremita liberato dal peccato, gli trasformò un’imbevibile bevanda in un eccellente vino. O ancora, si racconta che Gesù, presentatosi sotto altre sembianze ad un eremita che viveva sulle pendici del Vesuvio, mise alla prova la sua generosità chiedendogli da bere. L'eremita donò parte dell’acqua che conservava per sé. In segno di ringraziamento, Gesù trasformò l’acqua dell’uomo in un nettare “di-vino”.

La storia del Lacryma Christi

Da un punto di vista più strettamente storico, possiamo affermare che la viticoltura vesuviana ha origini antichissime. Lo dimostra il fatto che molti poeti latini, vissuti prima di Cristo, parlando dei prodotti di quella che, non a caso, era conosciuta come “Campania Felix”, ci rivelano che i Romani nutrivano una certa predilezione per i vini prodotti attorno e sulle pendici del Vesuvio, considerati di grande valore e molto pregiati. Diceva Marziale a tal proposito: "Haec iuga quam Nysae colles plus Bacchus amavit", "Bacco amò queste colline più delle native colline di Nisa".

Aristotele sostiene che furono i Tessali, antico popolo della Magna Grecia, a impiantare le prime viti nella zona del Vesuvio. Siamo nel V secolo a.C. Anche i vitigni coltivati in quest’area hanno un’origine storica riconducibile a quei secoli. Uno dei più tipici, il Piedirosso, chiamato così per la colorazione della parte centrale della foglia al momento della maturazione, con una tonalità rossastra e una forma che ricorda la zampa dei colombi, era già conosciuto e descritto da Plinio nella sua “Naturalis Historia” (77-78 d.C.).

Difficile, invece, stabilire quando fu introdotto il nome “Lacryma Christi” per indicare i vini ottenuti da uve coltivate sul Vulcano. Quel che è certo è che la coltivazione della vite in questa zona e la produzione di questo vino leggendario fu, per molto tempo, affidata ai frati Cappuccini di Torre del Greco che giocarono un ruolo centrale nella diffusione del nettare.

Ovviamente, la principale caratteristica dei vini vesuviani va individuata nell’eccezionalità del suolo vulcanico, reso fertile e ricco di minerali dalle eruzioni e dalle colate laviche (l’ultima eruzione del Vesuvio risale al 1944).

Questa territorialità unita alla qualità dei vitigni qui coltivati hanno permesso al Lacryma Christi di entrare di diritto nella storia dell’enologia italiana e furono alla base del riconoscimento della D.O.C. nel 1983.

Oggi, il vino D.O.C. “Lacryma Christi” può essere prodotto nella variante rossa, rosata e bianca, ma anche bianca spumante o liquorosa. Alla base della produzione rossa e bianca ci sono due vitigni tipici di quest’area, che trovano nel terroir vulcanico vesuviano un habitat ideale: per i rossi il Piedirosso, per i bianchi il vitigno Coda di Volpe.

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Posted in: Curiosità sul vino
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