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​Il Moscato di Scanzo

By Luca Stroppa 27 febbraio 2019 3926 Views

Il Moscato di Scanzo

È l’unico Moscato a bacca rossa tutt’ora esistente, è la più piccola ed esclusiva DOCG italiana, con soli 31 ettari vitati di assoluta qualità. Sono solo due dei record del Moscato di Scanzo, ma comunque indicativi di quanto questo vino sia speciale. E allora scopriamo tutto su questo prodotto del territorio bergamasco.

Storia e Curiosità sul Moscato di Scanzo

Il Moscato di Scanzo ha una storia piuttosto incerta ma comunque affascinante. Pare, infatti, che questo vino fosse conosciuto fin dall’epoca dell’impero Romano, ma le prime testimonianze scritte risalgono solo al XIV secolo, ad opera del giurista e ambasciatore, originario di Bergamo, Alberico da Rosciate, impegnato nella sua promozione in tutta la Penisola.

Alla fine del secolo, lo storico e letterato Donato Calvi cita il Moscato in un particolare episodio che coinvolse alcuni esponenti della fazione fiorentina dei guelfi, i quali, momentaneamente in esilio a Bergamo, rimasero estasiati dai profumi del Moscato di Scanzo, acquistandone addirittura 42 carri.

Si dovrà aspettare il Settecento per la sua definitiva esplosione e affermazione in tutto il mondo. In particolare, il Moscato diventò il vino più apprezzato dagli Zar russi che ebbero l’opportunità di assaggiare questo gioiello grazie all’architetto bergamasco Giacomo Quarenghi, il quale donò qualche bottiglia alla zarina Caterina II di Russia. Da quel momento in poi il Moscato conquistò tutto il territorio sovietico e non solo. Già perché grazie ai continui interscambi tra i vari Paesi europei, il vino arrivò ben presto anche nel Regno Unito, in particolare a Buckingham Palace, dove, ancora oggi, pare che la Regina non possa farne a meno.

Caratteristiche e Zona di Produzione del Moscato di Scanzo

Il Moscato di Scanzo è un vino passito prodotto esclusivamente in una zona circoscritta della provincia di Bergamo, ovvero il comune di Scanzorosciate, a partire da soli 31 ettari vitati, e con uve provenienti dal vitigno autoctono, “Moscato di Scanzo”, da cui poi prende nome il vino.

Nello specifico, la zona di produzione del Moscato di Scanzo comprende solo ed esclusivamente la zona collinare del comune bergamasco. A dimostrazione di quanto questo vino si identifichi con il suo territorio, bisogna ricordare come anche le fasi successive alla coltivazione e alla vendemmia debbano necessariamente essere svolte all’interno del territorio amministrativo di Scanzorosciate.

Nel 2002 il Moscato di Scanzo ha ottenuto il riconoscimento di DOC, mentre nel 2009 quello di DOCG, proprio per la sua unicità. Si consideri, ad esempio, che tra le tante particolari raccomandazioni contenute nel suo disciplinare spicca quella che stabilisce una resa massima delle uve in vino pari al 30%, il che dimostra l’attenzione alla qualità nella produzione di questo vino e la sua assoluta esclusività, visto le piccole dimensioni del territorio di produzione.

Inoltre, secondo quanto riportato dal disciplinare di produzione, la vendemmia delle uve deve avvenire dal mese di ottobre in poi, l’appassimento deve durare non meno di 21 giorni e l’invecchiamento non deve essere inferiore ai due anni. Il risultato è un vino dolce, dai profumi intensi, dal bouquet estremamente variegato e dall’elevato tenore alcolico.

Abbinamento Moscato di Scanzo e Cibo

Il Moscato di Scanzo è certamente un vino da dessert, particolarmente adatto con la pasticceria secca come biscotti ma soprattutto con la crostata di frutta, con la quale si abbina alla perfezione.

Da provare anche con i formaggi tipici della zona bergamasca perché in grado di supportare i loro sapori forti e intensi.

Noi di wineshop.it lo consigliamo comunque come vino da meditazione, da gustare lentamente per apprezzarne a pieno l’incredibile persistenza e la grande varietà di profumi che è in grado di regalarci.

Posted in: Vini d'Italia
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