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​Il glorioso Fiano di Avellino: storia e caratteristiche del vitigno e del vino

By Luca Stroppa 12 giugno 2020 1982 Views

Il glorioso Fiano di Avellino: storia e caratteristiche del vitigno e del vino

Il Fiano è un vitigno a bacca bianca tipico della Campania, che raggiunge la sua massima espressione sulle colline di Avellino. Tant’è vero che il vino bianco che qui viene prodotto, il Fiano di Avellino, ha ottenuto la D.O.C. nel 1978 e la D.O.C.G. nel 2003, consacrandosi come uno dei vini bianchi italiani più importanti e conosciuti.

Un’istituzione che abbiamo deciso di presentarti nel nostro articolo. Prenditi qualche minuto perché ne vale la pena!

Il Fiano: storia del vitigno e del vino

Il Fiano è un vitigno giunto in Campania grazie ad alcuni coloni greci provenienti dalla città di Apia, nel Peloponneso. Successivamente, le popolazioni locali e poi i colonizzatori romani diedero impulso alla coltivazione di questo vitigno. In particolare, la zona di Lapio, prima chiamata Apia, come la città greca, sulle colline ad est di Avellino, fu individuata come area di massima espressione del Fiano. E proprio qui si cominciò a produrre un vino bianco molto apprezzato. II suo nome fu, inizialmente, quello di “Apiano”, o in riferimento alla città di "Apia", da dove proveniva il vitigno, o da “ape” perché quest’insetto mostra una certa attrazione per la dolcezza degli acini del vitigno, attaccandone il grappolo, poi attraverso una serie di trasformazione linguistiche si è giunti all’attuale “Fiano”.

I primi documenti scritti relativi al vitigno e al vino risalgono alla metà del XII secolo e ci rivelano quanto il Fiano fosse già apprezzato e conosciuto: nei racconti di Federico II di Svevia c’è un passaggio in cui si fa riferimento alla bontà dei vini della regione e all’ordine di ingenti quantità di Fiano e di Greco, altro vitigno e vino campano famosissimo. Testimonianze scritte del XIII secolo ci raccontano dell'ordine impartito da re Carlo II d'Angiò al proprio commissario di trovare 1600 viti di Fiano da spedire a Manfredonia, al fine di piantarle nelle proprie tenute.

Almeno fino alla fine del XIX secolo, la coltivazione di questo vitigno ha conosciuto una continua crescita e l’omonimo vino ha acquisito sempre maggior prestigio. L'invasione della fillossera ha rallentato, ma non interrotto, la sua ascesa, tanto che, grazie alla passione e al lavoro dei produttori locali, si è giunti alla D.O.C. nel 1978 e alla D.O.C.G. “Fiano di Avellino” nel 2003, il principale vino prodotto con il vitigno Fiano.

Il Fiano di Avellino: caratteristiche del vino

Il Fiano di Avellino D.O.C.G. è un vino bianco ottenuto, per almeno l’85%, dal vitigno a bacca bianca Fiano. Per il restante 15% possono concorrere altri tre vitigni a bacca bianca: Greco, Coda di Volpe e Trebbiano toscano.

La zona di produzione del vino comprende una serie di comuni, ben 26, tutti facenti parte della provincia di Avellino, che occupano un’estesa fascia collinare rientrante, in parte, nel territorio del parco regionale del Partenio.

Qui il Fiano si esprime al meglio perché i terreni sono generosi e ricchi, prevalentemente argillosi, con una componente sabbiosa comunque rilevabile. Inoltre, l’orografia collinare e la presenza di numerosi boschi determinano un clima caratterizzato da forti escursioni termiche: inverni rigidi, con numerose precipitazioni nevose, si alternano ad estati miti e comunque calde, con escursioni termiche giornaliere molto accentuate.

Il vino che se ne ricava rispecchia questo “terroir”, avvalendosi della capacità espressiva del vitigno d’origine. Alla sua tipica carica aromatica, fine ed elegante, che richiama la frutta secca, unisce struttura, ricchezza, propria dei terreni dove viene coltivato, e doti non comuni di sapidità, mineralità e acidità che ne fanno un vino con una buona predisposizione all’invecchiamento.

Nella nostra enoteca online puoi trovare il Fiano di Avellino Gaudium I Capitani, una delle massime espressioni di questa D.O.C.G. e una delle punte di diamante dell'enologia bianca meridionale: un vino dal colore giallo paglierino carico con riflessi verdognoli, dalla prorompente personalità e potente struttura, dai profumi intensi, complessi ed eleganti di agrumi, di pera, di mela golden, con delicati sentori di frutta secca e con tipiche sensazioni acide e minerali, mentre in bocca è fresco, equilibrato, avvolgente e coinvolgente.

Un vino versatile capace di esaltare tanti piatti sia a base di pesce sia a base di carne bianca. Eccellente anche con le linguine al pesto e con formaggi a pasta morbida. Spettacolare l’abbinamento con la mozzarella di bufala.

Posted in: Vini d'Italia
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