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​Il buon vino non ha bisogno di frasca

By Luca Stroppa 22 ottobre 2019 7401 Views

Il buon vino non ha bisogno di frasca

“Il buon vino non ha bisogno di frasca” è un detto popolare che si riferisce all’inutilità di qualsiasi ornamento o pubblicità quando un prodotto è buono e di valore. Come ogni proverbio, anche questo nasconde un insegnamento tratto dall'esperienza, svelandoci una particolare consuetudine tipica delle osterie di un tempo. Nello specifico ci rivela un’interessante operazione di marketing, quando ancora non esistevano gli attuali strumenti elettronici, che i proprietari mettevano in pratica per attirare nuovi clienti nelle loro cantine.

Significato letterale e significato metaforico

Con il termine “frasca” s’intende letteralmente un ramoscello ricco di foglie. Col tempo questa parola ha assunto un significato simbolico particolare e viene spesso utilizzato come sinonimo di instabilità e di incostanza. Pensa, ad esempio, ad un altro modo di dire molto diffuso: “passare di palo in frasca”. Questo significato metaforico riprende una delle caratteristiche delle frasche, ovvero la loro leggerezza che le rende particolarmente sensibili alle folate di vento. “Passare di palo in frasca” significa dunque “passare improvvisamente da un argomento ad un altro completamente diverso”, “dalla stabilità di un palo all’instabilità della frasca”.

Il riferimento a questo proverbio è indispensabile per comprendere quello che coinvolge la nostra bevanda preferita. Nel corso del Medioevo molti produttori di vino, per arrotondare e avere un’ulteriore fonte di guadagno, dopo la vendemmia e prima di immettere il vino sul mercato, erano soliti dedicare alcuni giorni a delle vere e proprie degustazioni dei nuovi prodotti. In altre parole, i produttori allestivano delle piccole osterie dove i loro clienti potevano provare, a pagamento, il vino appena prodotto. Per segnalare che il nuovo vino era pronto venivano apposte delle frasche ricche di foglie all’ingresso del locale. L’abbondanza di foglie presenti sul ramoscello indicava appunto l’esito positivo della vendemmia e la disponibilità della bevanda. La frasca inoltre, mossa dalle folate di vento, era un sorta di insegna pubblicitaria, capace di farsi notare e attirare nuovi possibili clienti.

Questi spazi assunsero il nome di “fraschette”. A differenza delle cantine o delle osterie, nelle fraschette veniva servito solo vino in quanto sprovviste di cucina. Se il cliente voleva integrare il vino con del cibo doveva portarselo da casa. Del resto, il carattere momentaneo di questi spazi non incoraggiava i proprietari ad investire denaro su cucina e cibo.

Oggi, alcuni produttori legati alla tradizione hanno conservato questi spazi, anche se in realtà hanno assunto un carattere diverso, perdendo la loro tipicità originale: nelle “frasche” o “fraschette” moderne si può spesso consumare un pasto completo.

Tornando al nostro detto popolare, dopo questa digressione avrai capito il suo significato: se il vino è buono non ha bisogno di frasche, non ha bisogno di essere segnalato, non ha bisogno di pubblicità, ma il suo valore e la sua bontà si diffonderanno naturalmente tra tutti i bevitori.

Pare che questo proverbio abbia origine proprio tra quei proprietari di fraschette il cui vino era talmente buono che non necessitavano di nuovi clienti e non esponevano alcuna frasca, perché erano proprio i clienti a cercare la frasca e non viceversa. Come a dire: se il prodotto è buono è il cliente a venire da te.

Anche nella cultura latina esisteva un proverbio simile: “Laudato vino non opus est hedera”, “Un vino buono non ha bisogno dell’edera”. Infatti, nelle osterie romane si appendeva un ramoscello d’edera per segnalare la presenza di vino buono.

Strategie di marketing d’altri tempi e un proverbio che ci invita a riflettere sull’efficacia o meno della pubblicità. Le cose buone hanno bisogno di pubblicità per essere apprezzate?

Posted in: Curiosità sul vino
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