Il perché è presto detto: “botritizzato” è un tecnicismo non così raro, con il quale un consumatore potrebbe avere “piacevolmente” a che fare. Per questo ti illustreremo il suo significato.

Vino “botritizzato”: significato

Consultando un qualsiasi vocabolario del vino per andare alla ricerca della parola “botritizzato” ti imbatteresti in una definizione di questo tipo: “un vino si dice “botritizzato” se deriva da uve attaccate da ‘muffa nobile’, meglio nota come Botrytis Cinerea”.

La definizione, per chi affronta per la prima volta questo termine, non è troppo chiara perché presuppone altre conoscenze specifiche, facendo sorgere ulteriori quesiti: che cos’è una muffa nobile e perché viene chiamata così? Che cos’è la Botrytis Cinerea? Come agisce? Quali sono i suoi effetti sul vino?

Di seguito, risponderemo a queste domande per cercare di fornire una definizione il più completa e chiara della parola del giorno: “vino botritizzato”.

Muffa nobile o Botrytis Cinerea: che cos’è e come agisce

Iniziamo subito chiarendo un punto fondamentale: Botrytis Cinerea e muffa nobile sono dei sinonimi. Entrambi i termini indicano un fungo parassita che attacca diverse varietà di piante, tra cui la vite.

Il nome “Botrytis Cinerea” deriva dal greco e dal latino e significa letteralmente “grappolo di cenere (grigio)”. Tra i viticoltori è conosciuta anche come “muffa grigia” o “marciume grigio”, proprio in riferimento al colore assunto dall’uva quando viene attaccata da questo parassita.

Tra i vari sinonimi con cui è conosciuta sembra esserci un’apparente contraddizione: “muffa nobile” e “marciume grigio”, ad esempio, preannunciano due possibili effetti opposti.

Ed è proprio così. L’espressione “marciume grigio” è utilizzata quando la pianta, attaccata dal parassita, subisce un danno che può portare, nel caso della vite, alla caduta dei grappoli colpiti.

In particolari situazioni, invece, la “Botrytis Cinerea” ha effetti nobilitanti sull’uva e sul vino che se ne ricava. Quando l'uva presenta bucce spesse, resistenti e consistenti, e la vite si trova in specifici ambienti, caratterizzati da un clima caldo e secco alternato a condizioni di umidità per effetto delle piogge o della rugiada, la muffa si deposita, in una quantità non eccessiva, sulle bucce, innescando una serie di processi chimici e metabolici che innalzano il livello qualitativo dell’uva. In queste specifiche situazioni si parlerà di “muffa nobile”.

La “muffa nobile” favorisce l’evaporazione dell’acqua e aumenta il contenuto di zuccheri e di sostanze aromatiche negli acini. Provoca, quindi, una sorta di appassimento delle uve.

Quali sono le caratteristiche di un vino “botritizzato”?

Il vino che si ricava dalla versione “nobile” della Botrytis Cinerea è definito “botritizzato”, come adattamento del termine “Botrytis” alla lingua italiana.

Un “vino botritizzato” è un vino passito caratterizzato da una dolcezza, da una ricchezza e da una complessità aromatica difficilmente riscontrabili in altri vini.

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Vino botritizzato: definizione completa

Sulla base di quanto abbiamo visto possiamo dare una definizione completa di “vino botritizzato”.

Se dovessimo riassumere in poche righe il suo significato diremmo: “un vino “botritizzato” è un vino passito ricavato da uve resistenti e consistenti, attaccate dalla Botrytis Cinerea, e che, essendo state coltivate in particolari condizioni climatiche, possono godere dei benefici nobilitanti di questa muffa, in termini di dolcezza e di aromaticità”.