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​10 cose che devi sapere sulla D.O.C.G. Montefalco Sagrantino

By Luca Stroppa 18 settembre 2020 1366 Views

10 cose che devi sapere sulla D.O.C.G. Montefalco Sagrantino

Il Montefalco Sagrantino è il grande rosso dell’Umbria, simbolo della Regione, in particolare di Perugia, dei fertili terreni di Montefalco e delle zone collinari limitrofe. Un vino storico e caratteristico, di grande qualità, per lungo tempo gelosamente custodito e conservato dai viticoltori locali. Oggi la sua reputazione valica i confini regionali e nazionali, tanto da essersi meritato la D.O.C.G., il massimo riconoscimento per un vino italiano.

Nel nostro articolo ti sveleremo, in 10 punti, tutti i segreti e tutto quello che devi sapere su questa eccellente denominazione.

1. Sagrantino è il vitigno

Il Sagrantino è un vitigno a bacca rossa di origini antichissime, tipico dell’Umbria e importato in questa Regione, intorno al XIV-XV secolo, dai frati francescani di ritorno dai loro viaggi di predicazione in Asia Minore.

Si caratterizza per una buccia ricca di tannini, spessa e resistente, una barriera invalicabile che protegge l’uva dagli attacchi di batteri e parassiti.

2. La “sacralità” del Sagrantino

La storia del Sagrantino è strettamente legata alle comunità religiose dell'Umbria. I frati francescani, infatti, dopo averlo importato, furono i primi a coltivare questo vitigno, impegnandosi nella sua diffusione e promozione.

Grazie all’elevata qualità dell’uva e del nettare che si ricava, il Sagrantino si affermò come il vino delle cerimonie religiose, che consacrava la tavola in occasione del Natale e della Pasqua, o delle principali ricorrenze familiari.

Il nome stesso “Sagrantino” fu scelto proprio per richiamare il suo carattere “religioso”. C’è, infatti, chi sostiene possa derivare dal termine “sacro” o da “sagrestia”, il locale attiguo alla chiesa dove si conservano gli arredi “sacri” e dove il ministro del culto si prepara per la funzione religiosa. Altri, invece, sostengono che il termine di riferimento sia quello di “sagra”, sempre in relazione al suo consumo nel corso delle festività.

3. Il Sagrantino e Montefalco

Il Sagrantino ha creato un legame indissolubile con Montefalco, un comune in provincia di Perugia i cui rilievi collinari e i fertili terreni rappresentano un terroir vocato e favorevole alla coltivazione di questo vitigno.

Del resto, furono proprio i Monasteri di Santa Chiara e di San Leonardo, che si trovano in questo comune, ad ospitare i primi vigneti in cui coltivare il Sagrantino. Da qui la sua coltivazione si è diffusa presso i viticoltori locali e quelli delle zone limitrofe.

4. La D.O.C.G. “Montefalco Sagrantino”

Il riconoscimento della D.O.C. è arrivato nel 1979, mentre quello della D.O.C.G. “Montefalco Sagrantino” nel 1992, grazie alla crescente reputazione nazionale e internazionale del vino.

Nel 2002, il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, per difendere e sottolineare il legame tra il Sagrantino e Montefalco, ha limitato, con apposito decreto, l’uso del nome Sagrantino alla sola D.O.C.G. “Montefalco Sagrantino”.

10 cose che devi sapere sulla D.O.C.G. Montefalco Sagrantino

5. Solo Sagrantino

Come stabilisce il disciplinare di produzione, il vino a denominazione di origine controllata e garantita "Montefalco Sagrantino" deve essere ottenuto solo ed esclusivamente da uve 100% Sagrantino. Non è dunque ammesso l’utilizzo di altri vitigni.

6. Le zone di produzione: non solo Montefalco

Come suggerisce il nome della D.O.C.G., la zona di coltivazione delle uve Sagrantino atte alla produzione del vino "Montefalco Sagrantino" comprende i terreni vocati dell'intero territorio del Comune di Montefalco. Ma non solo. Anche parte del territorio dei Comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria, sempre in provincia di Perugia, rientrano tra le aree di produzione delle uve della Denominazione. Si tratta di zone di carattere collinare, comprese tra i 220 e i 472 m.s.l.m., impreziosite da magnifici borghi medievali.

7. Le 2 tipologie di vino rosso

La D.O.C.G. Montefalco Sagrantino è riferita a 2 tipologie di vino rosso, “Secco” e “Passito”. L’indicazione “secco” non è obbligatoria in etichetta, mentre quella “passito” deve essere riportata.

La versione passita è quella storica e originaria. Infatti, il vino Sagrantino fu inteso dai viticoltori di Montefalco, almeno fino alla seconda metà del XX secolo, quasi esclusivamente nella sua tipologia passita. Solo negli anni ‘70 iniziarono le prime sperimentazioni in secco, un’operazione costosa e difficile ma da cui si ottiene un nettare di grandissima qualità. Fu proprio questa svolta a contribuire al riconoscimento della D.O.C. e della D.O.C.G.

8. Parola d’ordine: Invecchiamento

I vini della Denominazione si caratterizzano per un lungo periodo di invecchiamento: 33 mesi per entrambe le tipologie, di cui almeno 12 in botti di rovere per la versione secca.

Inoltre, sia il Montefalco Sagrantino Passito sia quello Secco, prima di essere messi in commercio, devono aver effettuato un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia di almeno 4 mesi.

9. Le caratteristiche organolettiche

Le tipologie “passito” e “secco” presentano qualità organolettiche peculiari e caratteristiche. Il Montefalco Sagrantino secco è di colore rosso rubino intenso con riflessi violacei. L’impatto olfattivo è imponente con i tipici sentori di more di rovo e prugna, derivanti dal vitigno, che si legano perfettamente con la vaniglia data dal legno. Al gusto è possente, morbido e vellutato. Struttura, corpo, longevità e buona tannicità completano il quadro.

Anche nella versione passita il colore è rosso rubino carico. All’olfatto è delicato e caratteristico con le classiche note di more di rovo; mentre al gusto è armonico, gradevole, naturalmente abboccato e dolce.

10. Gli abbinamenti

ll Sagrantino è un vino che trova il suo abbinamento ideale con piatti di carni rosse arrosto e grigliate, soprattutto se molto saporite. Può accompagnare anche formaggi stagionati.

Il Sagrantino Passito, invece, è perfetto con la pasticceria secca e con il cioccolato. Da provare con l’arrosto d’agnello tipico della Pasqua, nel pieno rispetto della tradizione di Montefalco.

Posted in: Vini d'Italia
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