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​Vino Millesimato e Cuvèe: significato e differenze

By Luca Stroppa 28 maggio 2019 93625 Views

Vino Millesimato e Cuvèe: significato e differenze

A tutti sarà capitato, almeno una volta, di leggere sull’etichetta di una bottiglia di vino termini come millesimato e cuvée. Parole affascinanti, certo, ma spesso utilizzate in modo improprio o poco chiaro. Per questo motivo, noi di Wineshop.it, la prima enoteca online in Italia, abbiamo deciso di fare chiarezza, spiegando con precisione cosa significano questi termini e quali sono le principali differenze tra loro.

Quando un vino si dice millesimato?

Un vino si definisce millesimato quando è prodotto con uve provenienti da un’unica annata.

Il termine “millesimato” deriva dal francese millésime, che significa proprio “annata”. In ambito enologico, quindi, il millesimo indica l’anno di raccolta delle uve utilizzate per produrre un determinato vino.

Questa parola è stata coniata nella regione francese della Champagne, celebre in tutto il mondo per i suoi spumanti. In quest’area, le condizioni climatiche sono spesso difficili: inverni rigidi, estati fresche che rallentano il processo di maturazione delle uve. Proprio per questo, i produttori locali sono soliti assemblare uve di annate diverse e di cru differenti al fine di garantire una qualità costante nel tempo.

Tuttavia, in presenza di annate particolarmente favorevoli, alcune cantine scelgono di vinificare separatamente le uve di quella singola vendemmia. Solo in questi casi si può parlare, in senso tecnico, di vino millesimato. Va precisato che, secondo la legge, un vino spumante può essere definito millesimato se è ottenuto con almeno l’85% di uve provenienti dalla stessa annata, che verrà indicata in etichetta.

Quando un vino si dice cuvèe?

Si definisce cuvée un vino ottenuto dalla miscela di uve provenienti da vigneti e annate differenti.

Il termine francese cuvée deriva dal latino cupa, che indicava originariamente le botti utilizzate per conservare e assemblare il vino. Con il tempo, il significato si è evoluto fino a indicare il risultato finale di un blend, ovvero una “partita” di vino frutto di più selezioni.

Anche questa parola è stata introdotta dai viticoltori della Champagne, regione in cui, come già accennato, è consuetudine produrre vini spumanti mescolando uve di diversi cru e annate. L'obiettivo è ottenere un prodotto finale costante e riconoscibile nel tempo, indipendentemente dalle variazioni climatiche delle singole vendemmie.

Qual è la differenza tra uno spumante millesimato e una cuvèe?

La differenza tra un vino millesimato e una cuvée è piuttosto netta: nel primo caso si parla di vini prodotti con uve provenienti da una sola annata (e spesso anche da uno stesso vigneto); nel secondo caso, invece, si tratta di vini ottenuti dalla miscela di uve provenienti da diverse annate e/o vigneti. In sostanza, siamo di fronte a due approcci opposti in termini di vinificazione.

Più complessa, invece, è la questione legata all’utilizzo pratico di questi termini, spesso impiegati in modo improprio o quantomeno superfluo. Facciamo chiarezza.

I termini millesimato e cuvée nascono nell’ambito della spumantistica, in particolare con riferimento agli spumanti metodo Classico come lo Champagne o il Franciacorta. In questo contesto, il loro impiego è corretto e funzionale: servono a distinguere diverse modalità di assemblaggio delle uve e a indicare il livello qualitativo e l’eccezionalità di una determinata vendemmia.

Tuttavia, non è raro imbattersi in un Prosecco, spumante prodotto con metodo Charmat, etichettato come millesimato. Sebbene non si tratti di un errore tecnico (anche un Prosecco può essere realizzato con uve di un’unica annata), l’indicazione è spesso ridondante e superfluo: per disciplinare, infatti, tutti i Prosecco devono riportare l’annata in etichetta, rendendo il termine millesimato poco più che una ripetizione.

Lo stesso discorso vale per l’uso di millesimato e cuvée nei vini fermi. Anche qui non si può parlare di errore formale, poiché anche i vini non spumanti possono essere il risultato di blend tra diverse annate o vigneti. Tuttavia, in questi casi, l’uso di tali “francesismi” appare più come una strategia di marketing volta a nobilitare il prodotto.

E allora, perché non semplificare? Potremmo riservare il termine millesimato agli spumanti metodo Classico prodotti, eccezionalmente, con uve di una sola annata (e possibilmente di uno stesso vigneto), e utilizzare cuvée come indicazione di base per identificare un vino metodo Classico, senza necessariamente trasformarlo in un aggettivo di prestigio.

Una maggiore coerenza nell’uso di questi termini aiuterebbe i consumatori a orientarsi meglio nel mondo del vino, evitando confusioni inutili e lasciando che siano la qualità e la trasparenza a parlare davvero.

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Posted in: Cultura del vino
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