Si tratta di una crescita costante, con una decisiva accelerazione registrata negli ultimi due anni, tra il 2020 e il 2022. Nel nostro articolo analizziamo i principali risultati di questa ricerca.

Vini entry level, popular, premium e super-premium: cosa sono?

Prima di presentarti i numeri chiave che sono emersi dall'analisi dell'Oservatorio UIV, è necessario specificare il significato delle espressioni che sono utilizzate nella ricerca per classificare e catalogare le varie tipologie di vini.

L'UIV individua 4 categorie di vini, a seconda della fascia di prezzo in cui sono inseriti. In ordine crescente, ci sono i vini entry level, semplicemente i meno costosi, quelli che si collocano in una fascia di prezzo compresa tra 0 e 2,99 Euro; poi ci sono i vini popular o pop, tra 3 e 5,99 Euro; i vini premium, da 6 a 8,99 Euro e, infine, i vini della fascia super-premium, i più costosi, quelli da 9 Euro in su.

Nel 2022, per la prima volta nella storia:

il volume di vendite all'estero dei vini italiani fermi rientranti nella fascia premium e super-premium è stato superiore rispetto a quello dei vini italiani fermi del settore entry level e popular.

Ora entriamo nel dettaglio, con i numeri che certificano questo risultato "storico".

Vini fermi premium e super premium: quote di mercato al 52% nel 2022

Precisiamo che la ricerca dell'Osservatorio UIV è stata condotta sui vini italiani fermi, di qualsiasi tipologia, destinati all'export nel periodo temporale compreso tra il 2010 e il 2022.

Il dato più significativo è quello relativo al 2022 e riguarda le quote di mercato dei vini premium e super premium rispetto ai vini entry level e pop.

Il volume di vendita all'estero dei vini premium e super premium ha raggiunto il 52% sul totale delle esportazioni, per un valore complessivo di 2,5 miliardi di euro. Il comparto entry level e popular, nel loro insieme, si sono attestati sul restante 48%.

Nello specifico, del 52% delle quote di mercato "premium e super premium", il 34% è rappresentato dai vini premium, mentre il 18% dai vini super premium. Del 48%, invece, il 42% dai vini pop, mentre il 6% dai vini entry level.

Il trend di crescita per il premium e super premium è stato impressionante, se paragonato ai dati dal 2010 in poi. Nel 2010, il settore premium e super premium occupava solo il 38% delle quote di mercato dell'export, il 40% nel 2015, il 45% nel 2020, il 50% nel 2021 fino al 52% del 2022, sancendo il definitivo sorpasso sui vini italiani fermi entry level/popular. La crescita media annua è stata del 13%.

Il settore dei vini super premium è passato dal 6% di incidenza sul totale delle esportazioni del 2010 al 18% dello scorso anno. A risentirne è stato, soprattutto, il comparto entry level con un'importante tendenza al ribasso: dal 19% di incidenza del 2010 al solo 6% del 2022. Insomma:

le principali variazioni si registrano nei comparti che si trovano ai due estremi, quello dei vini più costosi, in costante ascesa, e quello dei vini meno costosi, in costante "discesa".

Infatti, i vini premium e popular, che si collocano nel mezzo, registrano variazioni minime. I vini premium hanno visto crescere solo leggermente le loro quote di mercato, dal 2010 al 2022: dal 32% al 34%. Stesso discorso vale per i vini popular, in ribasso di un solo punto percentuale rispetto al 2010. Le loro quote di mercato sono scese dal 43% al 42%.

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