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​Quante volte far roteare il vino nel calice?

By Luca Stroppa 17 settembre 2025 59 Views

Tra i tanti piccoli gesti che caratterizzano l’arte della degustazione del vino, ce n’è uno che affascina e incuriosisce più di altri, quello di far girare o roteare il vino nel bicchiere. È un movimento che cattura subito l’attenzione, sia degli appassionati sia di chi si avvicina per la prima volta a questo mondo. Non è però una semplice abitudine scenografica o un vezzo estetico del sommelier: al contrario, si tratta di un vero e proprio rituale che risponde a una logica ben precisa.

Questo gesto, infatti, consente di ossigenare il vino e liberare gli aromi, anche quelli più nascosti e complessi. In altre parole, far roteare il vino nel bicchiere permette di apprezzarne al meglio il profilo aromatico.

Ma c’è un dettaglio di questa pratica che viene spesso trascurato e che, invece, è tutt’altro che secondario: quante volte bisogna roteare il vino nel bicchiere? Esiste un numero massimo di giri consigliati? E, soprattutto, cosa dice il Galateo del vino su questo punto?

Quante volte far roteare il vino nel calice?

Come accade per ogni singolo dettaglio del mondo del vino, il Galateo non lascia nulla al caso, fornendoci consigli preziosissimi. Ti spieghiamo tutto nel nostro articolo.

Quante volte far girare il vino nel bicchiere?

Diciamo subito che il numero di rotazioni dipende dalla tipologia di vino che si sta per degustare. Non esiste una regola rigida e universale valida per tutti i casi, ma ci sono linee guida utili, a seconda delle varie tipologie, per evitare errori ed esaltare al meglio le caratteristiche di ogni singolo vino.

In linea generale, vale un principio importante: meglio non eccedere con i movimenti. Far roteare il vino nel calice è un gesto sì elegante e funzionale, ma se ripetuto troppe volte rischia di diventare controproducente e dannoso. Un numero eccessivo di rotazioni, infatti, può liberare troppo rapidamente le componenti aromatiche del vino, soprattutto per quelli più giovani e delicati.

Per questo motivo, i sommelier e il galateo suggeriscono un approccio equilibrato e moderato: pochi giri, eseguiti con delicatezza, adattando il gesto alla tipologia di vino.

Capitolo a parte per spumanti e vini frizzanti: per queste tipologie di vini la rotazione è sconsigliata perché disperde l’anidride carbonica, compromettendo la persistenza delle bollicine e il loro classico perlage.

E per le altre tipologie? Ora le vediamo una ad una.

1. Un giro per i vini bianchi più leggeri

Un solo giro del bicchiere è ideale per i vini bianchi giovani o leggeri, così come per i vini rosati più delicati. Questi vini, infatti, presentano aromi immediati, spesso fruttati o floreali, che NON necessitano di un’ossigenazione prolungata per liberarsi e manifestarsi.

Ti diciamo chiaramente che con questo tipo di vini puoi anche evitare la rotazione, ma se proprio vuoi farlo limitati ad un solo giro, con estrema delicatezza.

Al contrario, roteare ripetutamente questi vini, soprattutto con movimenti energici, può essere "pericoloso": rischia infatti di alterare la percezione di freschezza e fragranza, facendo svanire gli aromi più delicati e compromettendo la leggerezza che li contraddistingue.

2. Due giri per i vini bianchi più strutturati o aromatici e per i vini rossi leggeri

Due rotazioni del bicchiere sono ideali per i vini bianchi aromatici, come ad esempio un Gewürztraminer, per i vini bianchi strutturati e corposi, che presentano aromi più complessi rispetto ai vini giovani o delicati, e per i vini rossi leggeri.

Il secondo giro permette di liberare anche le note aromatiche più complesse, senza disperdere i profumi più delicati e immediati. Grazie a questo movimento, il bouquet aromatico si apre gradualmente, offrendo al naso una percezione più ricca, capace di rivelare anche quelle sfumature che altrimenti rimarrebbero nascoste.

In questo modo, l’esperienza olfattiva risulta più completa e appagante.

Quante volte far roteare il vino nel calice?

3. Tre giri per i vini rossi più complessi e strutturati

Tre giri del bicchiere rappresentano la quantità ideale per i vini rossi complessi e da invecchiamento. A differenza dei vini più giovani, i profumi di questi vini non sono immediati, ma al contrario, sono complessi, stratificati e articolati, con sentori terziari di spezie, frutta secca, cuoio, tabacco, legno etc. etc., risultato del lungo tempo passato a maturare in botte e affinare in bottiglia.

Per poter emergere, questi aromi necessitano di un maggiore e prolungato contatto con l’aria. Le tre rotazioni sono il numero ideale per permettere al liquido di interagire con l’ossigeno nella giusta misura, attivando i composti aromatici e liberando profumi che altrimenti rimarrebbero nascosti nel calice.

In altre parole, tre giri ben eseguiti ti permettono di esaltare la complessità, la varietà e la profondità di questi vini, percependone tutte le sfumature aromatiche che hanno sviluppato nel corso degli anni.

Insomma, far roteare il vino nel bicchiere non è un gesto casuale, ma un piccolo rituale che, fatto con la giusta tecnica e moderazione, può valorizzare ogni singolo sorso. Ora, prova ad applicare i nostri suggerimenti alla tua prossima degustazione.

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Posted in: Cultura del vino
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