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Quando un vino è amabile

By Luca Stroppa 11 marzo 2020 20820 Views

Quando un vino è amabile

In ambito enologico gli aggettivi non sono semplici attributi utilizzati con funzione decorativa, una sorta di addobbo per descrizioni altisonanti ed enfatiche volte ad esaltare le qualità di un certo vino. In molti, soprattutto chi non è del settore, portano avanti questa teoria. In realtà non è affatto così: quando si parla di vino gli aggettivi hanno quasi sempre un significato preciso e codificato, non sempre totalmente corrispondente al significato che gli attribuiamo in altri comparti.

È il caso dell’aggettivo “amabile” che abbiamo scelto di analizzare in questo articolo. Associato al nome vino, “amabile” assume un significato particolare, regolamentato e specificato in diversi disciplinari ...

Amabile: significato letterale

Se sfogli un qualsiasi dizionario, non del settore enologico, alla voce amabile troverai una definizione di questo tipo:

amàbile agg. [dal lat. amabĭlis, der. di amare «amare»]. – 1. Che ispira amore, simpatia o piacere. Per estensione garbato, gentile, pieno di cordialità e di grazia.

E’ importante precisare che questo è il significato di amabile in riferimento ad una persona: conoscerai certamente persone amabili, che suscitano piacere o simpatia, gentili e piene di cordialità.

Ma lo stesso significato lo possiamo adottare anche quando ci riferiamo ad un vino? Possiamo parlare di un vino che ispira simpatia o piacere? Un vino gentile e cordiale?

Lo possiamo intendere in senso metaforico per esprimere lo stato d’animo o affettivo che suscita in noi una bottiglia cara e importante. Si tratta di qualcosa di personale e soggettivo.

Sarai dunque sorpreso quando scoprirai che questo aggettivo, nel settore enologico, lascia poco spazio alla soggettività e all’interpretazione personale.

Il suo significato è infatti assai preciso, codificato e inequivocabile.

Scopriamolo insieme.

Vino amabile: significato

Proseguiamo nella lettura della definizione:

amàbile agg. [dal lat. amabĭlis, der. di amare «amare»]. […] 2. Che dà piacere, dolce, gustoso. In particolare, riferito al vino tendente al dolce.

Il dizionario ci fornisce nuove indicazioni.

Scopriamo che l’aggettivo amabile si può anche riferire alla dolcezza che possiamo avvertire assaggiando un vino. Si tratta di una prima informazione di fondamentale importanza perché restringe ulteriormente il campo.

Possiamo infatti affermare che un vino amabile è un vino dal gusto dolce. Ma non è finita qui. “Amabile” ha un significato ancora più preciso che difficilmente vi verrà svelato da un dizionario non tecnico.

Per cui prendiamo la nostra enciclopedia del vino e andiamo alla ricerca della parola. Leggiamo:

amàbile agg.: Aggettivo tecnico attribuito ad un vino in cui la sensazione di dolcezza e' avvertita molto chiaramente; normalmente caratterizza i vini con un contenuto di zuccheri residui compreso tra i 30 g/l ed i 50 g/l.

La prima informazione che ci viene fornita è che amabile, nel mondo del vino, è un aggettivo “tecnico” con un significato pratico peculiare, proprio di questo settore e non di altri.

La seconda informazione riguarda ciò che già sapevamo: “amabile” riguarda la dolcezza di un vino.

La terza e ultima informazione è ancora più specifica. Un vino amabile è un vino con residuo zuccherino compreso tra i 30 e i 50 g/l. Un’indicazione molto ma molto specifica e che lascia poco spazio all’interpretazione personale, si tratta di qualcosa di oggettivo, difficile, se non impossibile, da contestare.

Soffermiamoci brevemente su questo punto.

Le norme europee e italiane stabiliscono che il produttore può riportare in etichetta questo attributo se il vino rispetta il quantitativo di residuo zuccherino stabilito.

“Amabile” dunque come “Riserva”, “Superiore”, “Classico”: non un aggettivo qualunque ma un aggettivo specifico.

Ma quando un vino ha un residuo zuccherino compreso tra 30 e 50 g/l?

Senza entrare in complesse dispute chimiche, possiamo dire che con la fermentazione alcolica gli zuccheri presenti nel mosto vengono trasformati in alcol etilico e anidride carbonica.

Il punto è che non tutti gli zuccheri fermentano o vengono fatti fermentare, esistono infatti specifiche tecniche che i produttori possono adottare per influenzare il contenuto zuccherino di un vino; il conseguente residuo zuccherino non fermentato determinerà la maggiore o la minore dolcezza del vino. In altre parole, in base alla quantità di zuccheri trasformati il vino risulta più o meno dolce. Più zuccheri sono trasformati meno dolce e più alcolico sarà il vino, meno zuccheri sono trasformati e più facilmente “amabile” e meno alcolico sarà il vino. Nello specifico se gli zuccheri non trasformati sono della quantità indicata (30 e 50 g/l) allora si potrà parlare di vino “amabile”.

In tutti gli altri casi il termine non si potrebbe usare …

Un sommelier esperto saprà distinguere un vino “amabile” all’assaggio ma c’è bisogno di molta esperienza e tanta pratica.

Ora che sai il significato specifico di questo attributo, mi raccomando: Usalo responsabilmente!

Posted in: Cultura del vino
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