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Quando e perché si utilizza la mezza bottiglia da 375 ml?

By Luca Stroppa 29 maggio 2020 8782 Views

Quando e perché si utilizza la mezza bottiglia da 375 ml?

Il formato di una bottiglia di vino è la prima caratteristica che balza immediatamente all’occhio del consumatore ed è già un importante indicatore circa le caratteristiche e le qualità del nettare. Infatti, i vari formati e capienze del contenitore portano con sé una serie di implicite accezioni, ormai condivise nel mondo del vino, capaci di orientare il winelover.

In questo articolo ci concentreremo sul formato da 375 ml, la cosiddetta “mezza bottiglia” perché ha una capienza che è esattamente la metà della bottiglia standard da 750 ml. Perché viene usata? Con quali tipologie di vino? E che informazioni rivela al consumatore?

La bottiglia da 375 ml: perché e quando viene usata

La bottiglia da 375 ml è tradizionalmente associata ai vini passiti, di cui rappresenta il tipico contenitore. La scelta di una simile capienza va rintracciata nelle caratteristiche di questi vini e nella volontà dei produttori di farli apprezzare al maggior numero possibile di winelover.

I vini passiti sono normalmente più costosi degli altri vini perché la loro produzione prevede costi più elevati della media, in termini di gestione delle uve da appassire e dei locali di appassimento. Inoltre, un altro fattore da considerare è la disidratazione dei grappoli e la perdita di peso dell’uva con l’appassimento. Ciò comporta un decremento significativo della produzione, ma, allo stesso tempo, un innalzamento della qualità, dovuta alla concentrazione di zuccheri e aromi. In pratica, questo significa che, a parità di chilogrammi d’uva, dai vini passiti si possono ricavare meno litri di vino, che però avrà grande pregio e qualità.

Bisogna poi considerare la collocazione nel pasto dei vini passiti. Solitamente si tratta di vini da dessert, vini post pranzo o vini da meditazione da gustare senza cibo. Strutturati, alcolici, corposi, con un ventaglio aromatico imponente, nella maggior parte dei casi dolci e quindi con una notevole quantità di zucchero, i vini passiti vanno versati in piccole quantità per non risultare stucchevoli e per poterne apprezzare le molteplici sfumature.

La “mezza bottiglia” diventa dunque il contenitore ideale perché va incontro alle esigenze del produttore di mettere in commercio un vino più accessibile e non troppo costoso, il passito in una bottiglia da 375 ml ha ovviamente un costo inferiore al passito in una bottiglia da 750 ml, e allo stesso tempo garantisce un quantitativo di liquido non eccessivo, considerando che questo vino va versato in piccole quantità.

La bottiglia da 375 ml: il “formato dei single”

La bottiglia da 375 ml è conosciuta anche come il “formato dei single” perché si racconta che, nelle osterie del passato, fosse il formato servito ai clienti che si presentavano soli, senza compagnia, nel locale. La ridotta capienza della bottiglia era infatti considerata adatta al consumo per un’unica persona durante il pasto. Bisogna comunque precisare che, molto tempo fa, le mezze bottiglie contenevano anche vini rossi o bianchi ed è proprio alle bottiglie contenenti queste tipologie di vini che si riferisce l’espressione.

Solo recentemente il formato da 375 ml si è specializzato per contenere quasi esclusivamente i vini passiti. Ma le eccezioni non mancano e non è raro trovare, soprattutto all’estero, grandi vini rossi o bianchi in questo formato, pensati per uno specifico target.

Le cause principali di questa tendenza vanno ricercate nel tentativo dei produttori di avvicinare i consumatori medi ad altre tipologie di vini costosi, non solo i passiti, altrimenti irraggiungibili; nella sempre maggiore attenzione dei consumatori allo spreco di vino e di denaro e, non ultimo, nelle sempre più rigide regole del codice della strada.

Le bottiglie da 375 ml, infatti, contribuirebbero a ridurre il rischio di bere troppo e andare oltre i limiti consentiti; permetterebbero a molti winelover di potersi godere qualche sorso di vini pregiati, e tanto sognati, ma troppo costosi nel formato da 750 ml; infine, risponderebbero alle esigenze dei consumatori e dei ristoratori più attenti agli sprechi e a tutti quei “single” che non possono condividere il nettare. Ecco dunque tornare l’idea del “formato dei single”.

In alcuni Stati europei sono comparsi pregiati vini, parliamo anche di Champagne e di vini bordolesi, nella mezza bottiglia o in formati inferiori. Ma le controindicazioni non mancano …

La bottiglia da 375 ml: l’ostacolo della microssigenazione

La bottiglia da 375 ml presenta però un piccolo grande difetto che non la rende indicata per tutti i vini.

Rispetto a quelle da 750 ml, le più diffuse, il vino nella “mezza bottiglia” tende ad invecchiare più velocemente. A parità di tappo utilizzato, la microssigenazione che si verifica attraverso il sughero è più rapida data la minore quantità di liquido contenuto nella bottiglia. Il vino dunque resiste meno all’invecchiamento e si deteriora più facilmente.

Ecco perché questo formato è utilizzato per pregiati vini passiti, che sarebbero molto costosi nel formato standard, da bere in piccole dosi e che, se ben conservati, hanno una vita media piuttosto lunga; mentre per tutti gli altri vini si predilige il formato da 750 ml o il formato Magnum da 1,5 l.

Posted in: Curiosità sul vino
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