Se non la ricordi, ti consigliamo di rileggere questo articolo sul nostro Blog del vino: Che cos’è il Prosek? E perché non ha nulla a che vedere con il Prosecco. Nella parte iniziale del nostro articolo faremo un breve recap, per inquadrare al meglio la situazione. Poi ti informeremo sui recenti sviluppi.

Ti anticipiamo che la diatriba potrebbe presto giungere ad una soluzione in favore del nostro Prosecco. Di seguito, ti spieghiamo il perché.

Prosecco e Prosek: la questione del nome

Iniziamo dicendo che Prosecco e Prosek sono due vini molto diversi tra loro: il Prosecco è un vino bianco D.O.C., ricavato prevalentemente o esclusivamente dalle uve del vitigno Glera e prodotto in versione tranquilla, frizzante e spumante; mentre il Prosek è un vino dolce da dessert, tipico della regione croata della Dalmazia, ricavato dall’appassimento di uve di vitigni locali a bacca bianca.

Il nodo della questione non è la somiglianza tra i vini, che non esiste, ma tra i loro nomi. Una somiglianza che, soprattutto tra i meno esperti, potrebbe generare confusione e un'indebita associazione. Negli scorsi anni, l’Unione Europea ha aperto alla richiesta croata di riconoscere la denominazione tradizionale “Prosek”, scatenando la reazione della controparte italiana, decisa a difendere il "nome" e il prestigio di una delle denominazioni nazionali più importanti e famose al mondo e ad impedire che il vino croato potesse approfittare di tale somiglianza sui mercati internazionali.

Insomma, questo è un recap generale della situazione, per chi non fosse ancora al corrente. Ora, è il momento di svelarti le ultimissime novità.

L'emendamento europeo che protegge il Prosecco

Nei giorni scorsi, la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha approvato la riforma dei prodotti Dop e Igp, contenente ben 46 emendamenti rispetto alla proposta precedente. L'iter per la definitiva approvazione del nuovo regolamento prevede il passaggio in plenaria, il 31 maggio 2023, la votazione finale per il mese di Ottobre e una possibile entrate in vigore nel 2024.

Fino all'ultimo momento, il mondo del vino ha discusso sulla possibilità o meno di aderire alla riforma sulle Denominazioni d'Origine e sulle Indicazioni Geografiche per prodotti alimentari e non solo. Alla fine, ha vinto il partito dei favorevoli, sostenuto soprattutto dai rappresentanti del nostro Paese, e dal relatore della Riforma, Paolo De Castro.

Come abbiamo scritto, il regolamento è decisamente corposo, ma, ai fini del nostro articolo, c'è un punto chiave che va sottolineato e che ha un riflesso diretto sulla questione Prosecco e Prosek. In particolare, la riforma impedisce a qualsiasi Stato membro dell'Unione Europea di utilizzare, per le sue Denominazioni, un nome uguale o simile a quello di una Denominazione di un altro Stato facente parte dell'UE. Insomma, se così fosse, alla Croazia sarebbe vietata la possibilità di riconoscere la Denominazione Prosek, in quanto simile o comunque evocativa della Denominazione italiana "Prosecco".

Tra le altre importanti novità, che non riguardano solo il vino ma ogni prodotto alimentare, c'è l'obbligo di specificare il nome del produttore per le Dop e le Igp, in modo tale da garantire maggiore trasparenza sulla loro effettiva provenienza, e l'origine della materia prima per i prodotti Igp, commercializzati nell'UE, ma prodotti da uno Stato non membro, una novità sempre connessa alla volontà di assicurare maggiore "trasparenza".

Continua a seguire il nostro Blog per rimanere aggiornato sui futuri sviluppi della questione Prosecco e Prosek.