Perché a Natale si beve il vin brulè?
Tra le bevande immediatamente associate al Natale o che vengono bevute nel periodo natalizio c’è sicuramente il vin brulé. Ti sarà capitato di gustartelo o, semplicemente, di sentire i suoi inconfondibili profumi, magari durante una visita o passeggiata ad un tipico mercatino di Natale.
Ci siamo chiesti: perché esiste questa associazione tra Natale e vin brulé? Perché il vin brulé viene bevuto soprattutto nel periodo natalizio? Perché il vin brulé è la bevanda di Natale per eccellenza?
Abbiamo indagato a fondo, tra le origini e la storia del vin brulé, e abbiamo trovato le risposte definitive a queste domande. Continua la lettura per scoprirne di più. Ne vale la pena perché ti racconteremo qualcosa di davvero interessante.
Che cos’è il vin brulè?
Per comprendere l’associazione tra Natale e vin brulé dobbiamo prima vedere nel dettaglio che cos’è il vin brulé, le sue origini e la sua storia. Andiamo con ordine. Iniziamo da che cosa è il vin brulé.
Il vin brulé è una bevanda servita calda, composta da vino rosso, zucchero e spezie di vario tipo, a cui, a seconda della tradizione e del luogo d’origine, possono essere aggiunti anche altri ingredienti, come, ad esempio, agrumi o buccia d’agrumi, arancia e limone su tutti.
Vin brulé è un termine di origine franco-valdostana che significa, letteralmente, vino bruciato. In realtà, il vino rosso alla base di questa bevanda non viene bruciato. Il termine viene utilizzato solo per enfatizzare l’idea che si tratta di una bevanda calda, fatta riscaldare in pentola a fuoco basso. In Francia è noto come vin chaud (vino caldo), nei paesi anglofoni come mulled wine (vino caldo e aromatizzato), in Germania come glühwein (vino caldo-incandescente), mentre nei Paesi Nordici è noto come glogg, o glödgat vin / glödga (che sta sempre per vino caldo). Insomma, il fatto di essere caldo e servito caldo è un tratto distintivo del vin brulé.
Ma oltre ad essere caldo, il vin brulé è anche una bevanda aromatizzata perché preparata con l’aggiunta di spezie e di altri ingredienti con aromi spiccati. In particolare, le spezie più utilizzate sono la cannella, i chiodi di garofano, l’anice stellato e, spesso, anche la noce moscata. Si ricorre anche alla buccia di arancia e limone. Nei Paesi Nordici si aggiungono anche mandorle e uvetta o frutta secca, mentre in UK ci sono varianti con il miele. In realtà, ogni Nazione, ogni singola regione e ogni famiglia ha la propria versione. Considera che, in alcune zone del Veneto e della Germania, tradizione vuole che il vin brulé sia prodotto a partire dal vino bianco. Tutto questo proprio per sottolineare quanto sia variegato il suo mondo.
Di certo, il fatto di essere servito caldo e di essere aromatizzato sono aspetti imprescindibili e caratteristici.
Qual è la storia e l’origine del vin brulé?
Gli antenati del vin brulé vanno ricercati nell’Antica Roma, dove erano diffuse delle bevande aromatizzate a base di vino. Presso gli Antichi Romani ebbero grande successo il Piperatum e il Conditum Paradoxum. Il primo era un vino miscelato con pepe e miele, mentre il secondo era più complesso, prevedendo l’aggiunta di alloro, zafferano e sostanze dolci come semi di datteri tostati. La pratica di aromatizzare il vino mirava ad arricchirne i profumi e il gusto, ma anche a coprirne eventuali difetti.
Piperatum e Conditum Paradoxum venivano riscaldati durante la preparazione e poi serviti freddi o, al massimo, leggermente caldi. Si trattava di bevande tipiche dei banchetti. Erano, inoltre, considerate come una sorta di medicinale perché si credeva che il miele e le spezie aiutassero la digestione.
Nel Medioevo era diffusa un’altra bevanda aromatizzata a base di vino rosso, l’Ippocrasso, con spezie (non solo pepe e cannella, ma anche spezie più ricercate come zenzero, chiodi di garofano e noce moscata), miele e/o zucchero. L’ippocrasso era una bevanda elitaria perché le spezie che venivano utilizzate per produrlo erano difficilmente reperibili e, quindi, molto costose. Non a caso veniva servito presso le principali corti d’Europa e nelle case di signori o benestanti. Il suo nome deriva da quello di Ippocrate perché il vino, prima di essere servito, veniva filtrato con la cosiddetta Manica di Ippocrate, un filtro in stoffa, la cui invenzione è attribuita proprio al medico greco. In questo modo, i residui grossolani delle spezie venivano separati dal vino. A differenza del vin brulé, l’ippocrasso veniva servito freddo.
In ogni caso, sempre nel corso del Medioevo, si diffusero varianti più popolari dell’ippocrasso, ricavate dalle spezie più comuni e servite calde. Si riteneva che il calore generato dalla bevanda unito al contributo delle spezie facilitasse ulteriormente la digestione. Per le loro presunte proprietà benefiche e per il loro indiscusso potere riscaldante, questa tipologia di bevanda calda si diffuse nelle zone più fredde dell’Europa Centrale e Settentrionale e fu, immediatamente, associata al Natale.
Perché il vin brulé è la tipica bevanda natalizia?
La diffusione popolare del vin brulé portò ad una sua associazione quasi automatica con il Natale perché le caratteristiche della bevanda si sposano alla perfezione con questa ricorrenza.
➤ il vin brulé è bevuto a Natale perché è una bevanda calda
La prima caratteristica del vin brulé che ha portato alla sua associazione con il Natale è il fatto che si tratta di una bevanda calda, quindi perfetta per fronteggiare il freddo invernale. Le festività Natalizie rappresentano il momento principale di questa stagione e il vin brulé fu scelto come bevanda simbolo.
Le prime popolazioni che la elessero a bevanda di Natale furono quelle dell’Europa centro-settentrionale. Si racconta che, già nel corso del XVI secolo, nei mercatini natalizi tedeschi e di alcuni Paesi Scandinavi veniva servito il vin brulé per riscaldare i visitatori e per creare un’atmosfera conviviale ... Ancora oggi, in tantissimi mercatini di Natale di tutto il mondo è viva la tradizione di servire il vin brulé.
➤ il vin brulé è bevuto a Natale perché è una bevanda conviviale
Un’altra qualità del vin brulé che ha portato all’associazione con il Natale è la sua innata convivialità e capacità di creare un clima spensierato, rilassato e allegro.
Il carattere conviviale del vin brulé è testimoniato anche dal fatto che i suoi antenati romani medievali avevano la loro principale collocazione nei banchetti, l’apice della convivialità. Il suo essere caldo, aromatico e speziato contribuiva a generare un’atmosfera davvero piacevole e serena, propria di questa festività.
C’è anche chi sostiene che le spezie utilizzate per aromatizzare il vino richiamino quelle tipiche di alcuni dolci natalizi, per cui l’associazione con il Natale è naturale e immediata.
➤ il vin brulé è bevuto a Natale perché è la bevanda della festa
Nel Medioevo, le bevande aromatizzate a base di vino venivano servite non solo nei banchetti, ma anche nel corso delle principali festività. In queste occasioni, venivano prodotte versioni del vin brulé con le migliori spezie reperibili sul mercato. Insomma, già in passato il vin brulé trovava una sua collocazione nelle feste, comprese quelle natalizie.
Il suo carattere caldo e conviviale lo portarono ad essere associato con la principale festività invernale.
É tutto! Ti abbiamo raccontato tutto sul vin brulé. Sei pronto a gustarti un bicchiere di questa iconica bevanda? Le festività natalizie sono alle porte.
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