Notizie sul vino: la nuova regione vitivinicola italiana Patrimonio Unesco, gli sviluppi sui vini dealcolati in Italia e molto altro ...
Come accade ogni settimana, abbiamo ricercato e selezionato le 5 più importanti notizie sul vino degli ultimi giorni (6 luglio - 12 luglio 2024). Provengono da tutto il mondo e riguardano il vino italiano e non solo. Sono quelle più interessanti, più dibattute e più curiose.
Leggi quanto segue per restare informato. Buona lettura.
Le ultime news sul vino
1️⃣ I COLLI EUGANEI RICONOSCIUTI COME RISERVA MONDIALE DELL’UMANITÀ UNESCO
La notizia degli ultimi giorni più importante per il vino italiano è il riconoscimento del territorio dei Colli Euganei come Riserva Mondiale della Biodiversità Unesco. Lo ha stabilito il Comitato Coordinatore del Programma Man and the Biosphere (MAB) che si è riunito in Marocco dal 1 al 5 luglio 2024. In particolare, sono state inserite nella lista delle Riserve Mondiali della Biodiversità 11 nuove aree. Ora le zone che possono vantare questo prestigioso riconoscimento sono 759, distribuite in 136 Paesi.
I territori Riserva Mondiale della Biodiversità si distinguono per le loro politiche sostenibili e per il loro impegno nella salvaguardia della biodiversità ambientale e del loro patrimonio naturale e culturale.
I Colli Euganei sono un’area collinare del Veneto, composta da 81 colline vulcaniche, celebre per la sua incredibile vocazione agricola, in particolare vitivinicola, per l’eccellente produzione enologica e per essere il più grande bacino termale d'Europa.
Il suo inserimento nella lista delle Riserve Mondiali della Biodiversità Unesco è stato determinato dalle iniziative di agricoltura e viticoltura sostenibile e dalla promozione del turismo ecologico o ecoturismo, sostenibile e responsabile, in cui lo sviluppo delle attività economiche umane va di pari passo con la tutela dell’ambiente, della sua flora e della sua fauna.
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2️⃣ VIA LIBERA ALLA PRODUZIONE DI VINI DEALCOLATI ANCHE IN ITALIA?
La notizia sul vino più interessante e più ripresa negli ultimi giorni riguarda uno dei temi più attuali e dibattuti nel mondo del vino. In occasione dell’Assemblea generale di Unione Italiana Vini, tenutasi a Roma, l’11 luglio 2024, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida ha dato importanti segnali di apertura per la produzione di vini dealcolati anche in Italia, annunciando la volontà di aprire un tavolo di discussione con i rappresentanti del vino italiano.
Ricordiamo che, in Italia, esiste un vuoto normativo sul tema che sostanzialmente impedisce la produzione sul nostro territorio di questi vini. Altri Paesi, invece, hanno accolto la Direttiva Europea 2021/2117 che, non solo ha dato il via libera ai vini dealcolati, ma ha anche stabilito un regolamento per la loro produzione e commercializzazione, distinguendo tra ‘vini dealcolati’, con tasso alcolico pari o inferiore a 0,5%, e vini ‘parzialmente dealcolati’ con tasso alcolico tra 0,5% e 9%.
Il successo di mercato dei vini dealcolati registrato in varie parti del mondo ha creato un acceso dibattito nel nostro Paese tra coloro che, per catturare una maggiore fascia di consumatori, richiedono la possibilità di produrli e coloro che, legati alla definizione tradizionale di vino, sono contrari alla produzione di questo tipo di bevanda.
Insomma, pare che la ‘resa dei conti’ sia vicina!
3️⃣ IL FUTURO É DEI VITIGNI A BACCA BIANCA
Se ne parla già da tempo tra esperti e analisti del mercato del vino: la produzione di vini bianchi sarà superiore a quella dei vini rossi. Una tendenza che si spiega con la sempre maggiore richiesta di vini con una moderata gradazione alcolica e meno impegnativi da bere.
Ora questo trend è confermato dai dati provenienti dai principali mercati mondiali e dalle principali Nazioni produttrici di vino. Gli ultimi, in ordine di tempo, provengono dall’Australia. Secondo le stime contenute nel National vintage report elaborato da Wine Australia, nel 2024, per la prima volta da 10 anni a questa parte, la produzione di uve a bacca bianca (721.519 tonnellate) supererà la produzione di uve a bacca rossa (705.489 tonnellate).
Lo Chardonnay diventerà il vitigno più coltivato in Australia (332.643 tonnellate), con un clamoroso +31% rispetto allo scorso anno. Lo Shiraz, tradizionalmente il vitigno principe australiano, segna un -14%, attestandosi a quota 297.868 tonnellate, ora secondo vitigno nazionale. Impetuosa la crescita di un altro vitigno a bacca bianca, il Pinot Grigio, che fa segnare un +27% rispetto al 2023.
Insomma, il trend pare confermato. I gusti dei consumatori sono cambiati e i vitigni a bacca bianca e i vini bianchi sono destinati a dominare il settore vitivinicolo nel prossimo futuro.
4️⃣ IL LUGANA GUIDA L’ENOTURISMO ITALIANO
La D.O.C. Lugana è una delle Denominazioni più attive e moderne nel panorama italiano, capace di intercettare le richieste del mercato e di valorizzare e promuovere l’enoturismo locale, con conseguenze favorevoli per le vendita diretta dei vini delle cantine locali.
Come si legge nel comunicato stampa pubblicato il 9 luglio dal Consorzio Lugana D.O.C.: “Le rilevazioni dell’Osservatorio Economico del Consorzio vedono la vendita diretta contare il 15% dei fatturati delle aziende, con alcune punte che arrivano al 25%, dove la media nazionale è dell’8%”.
Per incentivare ulteriormente l’enoturismo locale, sfruttando anche la vicinanza con il Lago di Garda, il Consorzio ha elaborato una vera e propria guida, scaricabile sul sito del Consorzio Lugana D.O.C., in cui sono selezionate e indicate tutte le opportunità che il territorio offre: non solo cantine, ma anche attività sportive e turistiche, strutture ricettive, servizi e località da visitare.
Tra i grandi produttori di Lugana selezionati c’è anche l’Azienda Agricola Benedetto Tognazzi, i cui vini Lugana sono acquistabili online, in esclusiva e a prezzo cantina.
5️⃣ GLI SPUMANTI TRAINANO IL CONSUMO DI VINO ITALIANO NEGLI USA
Negli ultimi giorni hanno fatto il giro del Web e dei siti dedicati al mondo del vino italiano i dati sulle prestazioni, nei primi 5 mesi del 2024, dei vini italiani negli USA, uno dei principali mercati per l’export enologico italiano.
Secondo i dati dell’l'Osservatorio Uiv-Vinitaly, il consumo di vino negli Stati Uniti è in calo dell’8%. Nello specifico, il consumo di vino italiano registra un calo del 6%. A parziale consolazione, segnaliamo che l’Italia se la passa meglio rispetto alle altre grandi realtà vitivinicole mondiali, Francia e Spagna su tutte, che fanno segnare, rispettivamente, un allarmante -8% e -9,6%. L’unico dato in controtendenza è quello dei vini prodotti in Cile, +12,4% nel mercato americano.
Tornando alle performance dei vini italiani, è interessante notare che la categoria di vini che continua a registrare una certa stabilità e crescita è quella dei vini spumanti. I vini rossi italiani fanno segnare un -6,5%, mentre i vini bianchi italiani un -8%. I vini rosati italiani il -12,1%. Gli spumanti italiani, invece, fanno registrare il +7,2%. Tra le bollicine italiane solo il Prosecco è in calo, seppur lievissimo (-0,6%).
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