Notizie sul vino: Cucina italiana patrimonio UNESCO, opportunità d’oro per enogastronomia e turismo
Le principali notizie sul vino dell’ultima settimana (6 dicembre - 12 dicembre 2025). Riguardano il vino italiano e non solo. Sono quelle più interessanti, più dibattute, più curiose e più riprese dai migliori Blog e siti sul vino.
Leggi quanto segue per restare informato. Buona lettura.
Le ultime notizie sul vino
Il riepilogo settimanale di Wineshop.it sulle principali notizie dal mondo del vino si apre con il recente riconoscimento UNESCO per la cucina italiana, un evento che avrà ricadute molto positive anche sulla percezione e sulla valorizzazione del vino italiano nel mondo.
Si passa poi ai risultati di una ricerca sul turismo enogastronomico sulle colline del Prosecco, che conferma come il precedente riconoscimento UNESCO abbia generato un impatto significativo sull’attrattività del territorio.
Il focus prosegue con i dati sulla vendemmia 2025, che certificano ancora una volta il Veneto come la regione italiana leader per produzione vinicola, davanti a tutte le altre per volume complessivo.
In chiusura, altre due notizie: il via libera all’utilizzo del nome “Classese” per identificare il Metodo Classico dell’Oltrepò Pavese e le stime del Consorzio Asti DOCG sulle vendite durante le festività natalizie, che si preannunciano particolarmente robuste sia in Italia che all’estero.
1️⃣ Cucina italiana Patrimonio UNESCO: svolta per il Made in Italy e per il turismo enogastronomico
Come riportato sul sito ufficiale dell'UNESCO, il 10 dicembre 2025 la cucina italiana è stata riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO. Con questo riconoscimento si conclude un lungo percorso iniziato il 23 marzo 2023, quando il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e il Ministero della Cultura avevano ufficialmente avviato la candidatura.
Va sottolineato che l’UNESCO considera la cucina italiana nella sua interezza, come fenomeno gastronomico, culturale e sociale che intreccia tradizione, creatività e convivialità. Sul sito dell’UNESCO si legge infatti:
“La cucina italiana è una pratica quotidiana che comprende conoscenze, rituali e gesti che hanno dato vita a un uso creativo e artigianale dei materiali, contribuendo a creare un’identità socio-culturale condivisa e allo stesso tempo cronologicamente e geograficamente variegata. L’UNESCO riconosce in questo modo la rappresentatività della cucina italiana come veicolo di cultura: si tratta di un insieme di saperi non solo culinari, ma anche conviviali e sociali che sono trasmessi di generazione in generazione su tutto il territorio nazionale. Attraverso la condivisione del cibo, la creatività gastronomica e lo stare insieme, la cucina italiana si fa portatrice di valori di inclusività e di sostenibilità ambientale.”
Il riconoscimento UNESCO è stato accolto con entusiasmo anche dal mondo del vino, strettamente intrecciato alla cucina italiana. Per il settore vitivinicolo, si apre una nuova fase di opportunità: dalla valorizzazione dei prodotti italiani alla promozione del turismo enogastronomico, un percorso che rafforza l’immagine e l’appeal internazionale del Made in Italy.
2️⃣ L’effetto UNESCO sulle colline del Prosecco: +45% di strutture turistiche dal riconoscimento
In questi giorni, contestualmente al riconoscimento UNESCO per la cucina italiana, sul sito del MASAF sono stati pubblicati i risultati di una ricerca interdisciplinare condotta dall’Università Unitelma Sapienza di Roma, finalizzata a misurare l’impatto economico del riconoscimento UNESCO sulle zone in cui sono stati iscritti i patrimoni dell’umanità. L’indagine ha preso in esame diversi territori italiani e internazionali, valutando l’evoluzione delle attività turistiche, lavorative/produttive, imprenditoriali e culturali in seguito al riconoscimento.
Tra le aree analizzate ci sono le colline del Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene, riconosciute patrimonio culturale materiale dall’UNESCO nel 2019. Da allora, i dati raccolti evidenziano risultati significativi e chiaramente tangibili. Tra i più significativi:
• Incremento del 45,4% delle strutture turistiche sul territorio, a fronte di una media del 3% registrata in altre zone vitivinicole di fama internazionale.
• Aumento del 17,8% delle aziende vitivinicole dal 2019 a oggi, con un contestuale rafforzamento della produzione e della qualità, consolidando ulteriormente la reputazione internazionale del Prosecco Superiore.
Secondo gli esperti coinvolti nella ricerca, questi numeri testimoniano come il riconoscimento UNESCO non sia solo un prestigioso riconoscimento culturale, ma rappresenti anche un fattore concreto di sviluppo economico e turistico. Le colline di Conegliano e Valdobbiadene, con i loro paesaggi unici e le pratiche agricole sostenibili, sono diventate una destinazione sempre più ambita per il turismo enogastronomico, attirando visitatori italiani e internazionali e stimolando nuove opportunità di business per le comunità locali.
L’indagine mette in luce un fenomeno interessante: i territori riconosciuti dall’UNESCO registrano una crescita superiore rispetto ad aree simili non riconosciute, dimostrando il valore aggiunto del prestigioso riconoscimento.
3️⃣ Vendemmia 2025: il Veneto si conferma leader nella produzione vinicola italiana
La sezione dell’ANSA dedicata al mondo del vino pubblica in questi giorni dati particolarmente significativi sulla vendemmia 2025 in Veneto, regione che ancora una volta si conferma la prima in Italia per volume di produzione.
Secondo le stime riportate, la produzione vinicola veneta dovrebbe attestarsi a circa 12 milioni di ettolitri, registrando un aumento del 2% rispetto al 2024. Un risultato che consolida il ruolo del Veneto come locomotiva del vino italiano, grazie a denominazioni fortissime sul mercato, dal Prosecco ai grandi vini rossi della Valpolicella, fino ai vini dei Colli Euganei e al Soave.
Sul fronte delle quotazioni delle uve, il prezzo medio delle uve si attesta attorno a 0,66 euro al chilo, mostrando una leggera flessione, -0,5%, sul 2024, con forti differenze tra le varie zone vitivinicole e le varie Denominazioni. La lieve riduzione dei valori non sembra però incidere negativamente sulla redditività complessiva, sostenuta da una qualità delle uve ottima e da una domanda che rimane stabile, in particolare sui mercati internazionali.
4️⃣ Metodo Classico dell'Oltrepò Pavese: ok del Consorzio al nome “Classese” in etichetta
L’Assemblea del Consorzio Classese Oltrepò Pavese ha definito e dato il via libera al Regolamento per l’uso del marchio Classese, un passo decisivo per conferire identità e riconoscibilità al Metodo Classico da uve Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese. Con questa scelta, il Consorzio recupera il primo nome utilizzato per il suo Metodo Classico: "Classese", cioè "Classico” + “Pavese”.
Il Regolamento d’uso permette di riportare il nome Classese direttamente in etichetta, rafforzando l’identità e la riconoscibilità del marchio. Il documento, infatti, stabilisce le regole precise per l’impiego del nome “Classese” sulle etichette, definendo quali vini possono utilizzarlo, le caratteristiche produttive richieste, le modalità di etichettatura e comunicazione. La presentazione ufficiale del nome è prevista per la prossima edizione del Vinitaly, che si terrà ad aprile 2026.
L’assemblea ha inoltre ribadito l’impegno per la valorizzazione del territorio e delle altre Denominazioni, con progetti già avviati sulle DOC locali. Tra le decisioni operative già passate, sono state approvate riduzioni delle rese per ettaro per aumentare concentrazione e qualità dei vini di due importantissime Denominazioni:
• Pinot Grigio Oltrepò Pavese DOC: da 150 q/ha a 125 q/ha
• Pinot Nero Oltrepò Pavese DOC: da 120 q/ha a 100 q/ha
5️⃣ Asti DOCG: 25 milioni di bottiglie tra spumante e Moscato per le festività natalizie 2025
In questi giorni tutti i principali siti dedicati al vino italiano stanno riportando le previsioni sulle vendite dell’Asti DOCG, in due delle sue tipologie, Asti Spumante e Moscato d’Asti, in vista delle festività natalizie, un periodo in cui le bollicine diventano protagoniste assolute.
Secondo il Consorzio dell’Asti DOCG, tra Natale e Capodanno 2025 verranno vendute e stappate circa 25 milioni di bottiglie. Un numero importante, ma il dato davvero sorprendente riguarda la destinazione di queste bottiglie: il 90% finirà all’estero, pari a circa 22,5 milioni di pezzi, distribuiti in oltre 100 Paesi nel mondo. Un risultato che conferma il forte appeal internazionale della DOCG Asti.
Allargando lo sguardo all’intero 2025, Asti Spumante e Moscato d’Asti dovrebbero raggiungere complessivamente circa 85 milioni di bottiglie vendute. Il volume risulta in leggero calo, intorno al 4% rispetto al 2024, ma il segnale positivo arriva dall’ultimo trimestre dell’anno, in cui il mercato sta mostrando un trend nuovamente in crescita per il Moscato d'Asti, indice di un rinnovato interesse per la denominazione e per il suo stile unico, aromatico e immediatamente riconoscibile.
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