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​L’Italia del vino patrimonio dell’umanità

By Luca Stroppa 26 agosto 2020 1654 Views

L’Italia del vino patrimonio dell’umanità

L’Italia è il Paese che, con la Cina, può vantare il maggior numero di siti riconosciuti come patrimonio dell’umanità UNESCO. Sono ben 55 e sono destinati ad aumentare nei prossimi anni, tra monumenti, beni e centri storici, parchi archeologici, ambienti naturali e luoghi che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale.

All’interno di questa prestigiosa lista ci sono anche 3 paesaggi vitivinicoli a cui si sommano 2 pratiche viticole riconosciute come “patrimonio immateriale” UNESCO. Scopriamole nel nostro articolo.

Le regioni vitivinicole italiane Patrimonio UNESCO

Il nostro viaggio inizia da quelle zone dell’Italia in cui la viticoltura e la costante interazione tra uomo e ambiente hanno portato alla definizione di un paesaggio unico, caratteristico, di grande valore naturale, estetico e culturale, testimonianza eccezionale di una tradizione vitivinicola che rappresenta un “unicum” nel panorama internazionale.

1. I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato

I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato sono stati riconosciuti patrimonio dell’umanità il 22 giugno del 2014 con la seguente motivazione:

“i paesaggi culturali vitivinicoli del Piemonte di Langhe-Roero e Monferrato sono una eccezionale testimonianza vivente della tradizione storica della coltivazione della vite, dei processi di vinificazione, di un contesto sociale, rurale e di un tessuto economico basati sulla cultura del vino. La loro storia è testimoniata dalla presenza di una grande varietà di manufatti e architetture legate alla coltivazione della vite e alla commercializzazione del vino. I vigneti di Langhe-Roero e Monferrato costituiscono inoltre un esempio eccezionale di interazione dell’uomo con il suo ambiente naturale: grazie ad una lunga e costante evoluzione delle tecniche e della conoscenza sulla viticoltura si è realizzato il miglior adattamento possibile dei vitigni alle caratteristiche del suolo e del clima, tanto da diventare un punto di riferimento internazionale. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato incarnano l’archetipo di paesaggio vitivinicolo europeo per la loro grande qualità estetica”.

Il riconoscimento si basa dunque sulla prestigiosa e storica tradizione vitivinicola di alcune specifiche aree: la fascia collinare delle Langhe e dei borghi di Barbaresco e Neive, dove si coltiva con successo il Nebbiolo e dove si producono, rispettivamente, due vini iconici come il Barolo e il Barbaresco; la sottozona “Nizza”, all’interno del territorio della D.O.C.G. Barbera d’Asti, prima area di diffusione e coltivazione del vitigno Barbera; la sottozona “Canelli”, dove ha avuto inizio la produzione del celebre Asti Spumante; l’area del “Castello di Grinzane” dove Camillo Benso Conte di Cavour si impegnò nel miglioramento delle tecniche di produzione dei vini della Regione e dove ha sede il più completo museo sulla tradizione vitivinicola piemontese; infine, la zona degli “Infernot” del Monferrato, le caratteristiche cantine sotterranee, scavate nella roccia, utilizzate per la conservazione del vino.

2. Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono state riconosciute patrimonio dell’umanità il 7 luglio del 2019:

“Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono un paesaggio viticolo derivante dall’interazione della natura e dell’uomo nel corso dei diversi secoli. L’adattamento alle dorsali collinari e la loro trasformazione ha richiesto lo sviluppo di pratiche specifiche dell’uso del suolo, già dal XVII Secolo. Nei secoli l’uomo ha saputo perfezionare la gestione del vigneto a mano sui pendii ripidi e creare delle terrazze erbose, conosciute come ciglioni, che seguono i contorni del paesaggio e favoriscono la stabilizzazione dei terreni. Il risultato è quello di un paesaggio caratterizzato da vigneti che contribuiscono a configurare le caratteristiche estetiche del paesaggio, con file perpendicolari di viti alte, intervallate da insediamenti rurali, foreste e piccoli boschi”.

Il riconoscimento dipende dunque dalla capacità dei viticoltori locali di adattarsi alla particolare morfologia del territorio che si sviluppa tra Valdobbiadene e Vittorio Veneto, caratterizzato da una “catena collinare”, ovvero un susseguirsi di ripidi creste e dorsali collinari (un fenomeno chiamato “hogback”) ricche di boschi e prati incolti che definiscono un paesaggio suggestivo. Alcuni di questi difficili terreni sono stati plasmati dall’uomo nel corso dei secoli e, progressivamente, convertiti alla viticoltura attraverso un sistema di terrazzamenti inerbiti chiamati “ciglioni”. Il risultato è un paesaggio a mosaico, in cui zone vitate si alternano ad area incolte e boschi dal grande valore estetico ed ecologico. E proprio qui si producono le bollicine simbolo del nostro Paese: quelle del Prosecco.

3. Le Cinque Terre

Il riconoscimento del territorio delle Cinque Terre come patrimonio dell’Umanità UNESCO risale al dicembre del 1997 e ricade all’interno del più ampio sito di “Porto Venere, le Cinque Terre e le Isole di Tino, Tinetto e Palmaria”.

Il paesaggio delle Cinque Terre è definito come "paesaggio organico evolutivo, le cui forme attuali sono state sviluppate in associazione e come risposta all'ambiente naturale.” Un paesaggio impervio ricco di scogliere e ripidi pendii a strapiombo sul mare, che la viticoltura eroica ha contribuito a modellare e definire nella sua unicità e spettacolarità. I vigneti sono dunque parte integrante di questo territorio, simbolo “dell’armoniosa interazione stabilitasi tra l’uomo e la natura per realizzare un paesaggio vivente di qualità straordinaria, che manifesta un modo di vita tradizionale millenario e che continua a giocare un ruolo socioeconomico di primo piano nella vita della società".

E l’impegno dei viticoltori locali è premiato dalla produzione della D.O.C. Cinque Terre e della D.O.C. Cinque Terre Sciacchetrà, conosciute e apprezzate in tutto il mondo.

Le tecniche vitivinicole italiane Patrimonio UNESCO

Oltre a questi tre paesaggi vitivinicoli, l’Italia del vino può vantare due pratiche agricole inserite tra i “patrimoni orali e immateriali dell’umanità”. All’interno di questa categoria rientrano tutte quelle tradizioni, pratiche e conoscenze di particolare valore universale tramandate, nel corso dei secoli, di generazione in generazione.

1. La pratica agricola della vite ad alberello di Pantelleria

Inserita nel 2014 tra i “patrimoni orali e immateriali dell’umanità”, l’alberello di Pantelleria è stata la prima pratica agricola a potersi fregiare di tale riconoscimento.

Si tratta di una tecnica di coltivazione della vite, tipica dell’Isola, basata sulla creazione di buche nel terreno, profonde circa 20 centimetri, all’interno delle quali si sviluppa la vite, assumendo la forma di piccoli alberelli, il tutto per poter usufruire delle scarse risorse idriche del terreno e per ripararsi da un clima secco e sfavorevole. Le uve vengono poi raccolte a mano durante una serie di eventi rituali organizzati tra luglio e settembre, nel corso dei quali tale tradizione viene anche oralmente tramandata.

Sono così coltivate le uve Zibibbo da cui si ottiene il famosissimo Passito di Pantelleria.

2. L'arte del muretto a secco

L’arte del muretto a secco è entrata nella lista dei beni orali e immateriali UNESCO nel 2018.

Si tratta di una specifica tecnica per la costruzione di muri in pietra, senza l’utilizzo di altri materiali, che ha accompagnato la storia dell’uomo e che richiede grande attenzione ed esperienza nella scelta e nel posizionamento delle pietre stesse.

Queste strutture servono soprattutto a delimitare e a sostenere terreni ripidi e impervi destinati alla coltivazione, tra cui quella della vite, prevenendo slavine e alluvioni, combattendo la desertificazione e l’erosione del terreno.

I muretti a secco, ad esempio, sono alla base della coltivazione della vite e del mantenimento dei terrazzamenti tipici dell’incredibile paesaggio vitivinicolo della Valtellina, da cui si ricavano vini unici.

Posted in: Curiosità sul vino
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