Come proteggere i vigneti dalle gelate primaverili
In questi giorni molti media italiani hanno riportato le suggestive immagini delle candele e dei falò accesi in alcuni vigneti francesi per combattere il gelo e salvare il raccolto. Si tratta di uno dei metodi tradizionali per tentare di proteggere i vigneti dalle gelate primaverili, un evento “estremo” che spesso provoca danni irrimediabili alle colture.
Ma candele e falò antigelo non sono le uniche soluzioni adottate in vigna. Nel nostro articolo ti presentiamo i metodi più diffusi.
Prima, però, una precisazione.
Le gelate primaverili chiamate anche gelate tardive sono fenomeni caratterizzati da un abbassamento della temperatura al di sotto dello zero che si verificano quando le colture si trovano nel momento della fioritura o della ripresa vegetativa. In questa fase, tutte le colture, vite compresa, sono molto sensibili e vulnerabili, tanto che simili “eventi” possono portare alla “morte” del raccolto, compromettendo la produzione.
Senza entrare in complesse trattazioni agronomiche, possiamo dire che, nel caso della viticoltura, le gelate tardive hanno effetti più o meno irreversibili a seconda della tipologia dei vitigni coinvolti, in particolare in base al loro grado di resistenza al freddo e alla loro sensibilità ai ritorni di freddo primaverili.
Recentemente, non solo la Francia ma anche diverse Regioni italiane sono state colpite da gelate tardive che hanno provocato seri danni alle varietà più precoci, con conseguenze economiche pesantissime.
I metodi più diffusi per difendere i vigneti dalle gelate tardive o primaverili
Per cercare di combattere le gelate tardive o rimediare ai suoi effetti dannosi sono stati pensati e sviluppati una serie di strumenti di difesa suddivisi, per convenzione, in due grandi categorie:
- Sistemi di difesa indiretta o preventiva
- Sistemi di difesa diretta o attiva
I sistemi di difesa indiretta comprendono tutte quelle soluzioni volte a prevenire gli effetti delle gelate. Fanno parte di questa categoria:
- la scelta della zona in cui coltivare la vite, tenendo conto dello “storico” e della “tendenza” di una determinata area a essere soggetta o meno alle gelate.
- la scelta della tipologia di vitigno da coltivare, privilegiando vitigni “tardivi” nelle aree più soggette ai ritorni di freddo, proprio per evitare che il momento della fioritura o della ripresa vegetativa coincida con quello delle gelate primaverili.
- la scelta del periodo della semina e delle tecniche colturali adeguate per ridurre gli effetti negativi di una potenziale gelata.
I sistemi di difesa diretta comprendono quelle soluzioni volte a combattere attivamente i possibili effetti delle gelate. In questa categoria rientrano:
- strumenti termici, stufe, candele o falò accesi nei pressi del vigneto (proprio come rivelano le immagini dei vigneti francesi, mostrate dai media) per evitare che l’acqua contenuta nelle piante si possa congelare e danneggiare l’intero raccolto. Questa soluzione, nelle sue varianti meno eco-friendly, sarebbe vietata dalla legge italiana proprio per l’impatto negativo sull’ambiente.
- “irrigazione antibrina”: l’acqua che gela cede calore all’ambiente circostante, ecco il principio alla base di questa tecnica. In pratica, gli irrigatori, durante le gelate, distribuiscono acqua sulla vite; una volta congelata, l'acqua ricopre la vite e l'uva con strati di ghiaccio, in continua evoluzione. Proprio questi strati di ghiaccio cedono calore ed energia all'uva che ricoprono, mantenendo la sua temperatura attorno o appena al di sopra dello zero.
- mezzi dinamici, come ventilatori o miscelatori d’aria, che vengono posti in prossimità del vigneto per “rimescolare l’aria”, spingendo verso il basso quella calda ed evitando che quella fredda si stratifichi vicino al suolo. Pensa che, alcune cantine francesi, con notevole disponibilità economica, ricorrono addirittura a degli elicotteri per smuovere l’aria!
Oggi, i produttori possono avvalersi di modelli previsionali e sistemi meteorologici sempre più evoluti e affidabili che possono prevedere le possibili gelate, anche con buon anticipo. Questo permette di organizzare un intervento tempestivo e il più efficace possibile sul vigneto.
Per concludere, un’ultima precisazione. Tutte queste soluzioni possono difendere il raccolto dal gelo ma non oltre un certo valore. Quando la temperatura scende improvvisamente di molti gradi sotto lo zero (7-8°C sotto zero) tutte le tecniche adottabili difficilmente saranno efficaci.