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Come potrebbero cambiare i disciplinari di produzione del Barolo e del Barbaresco

By Luca Stroppa 29 gennaio 2024 549 Views

Tra le tante notizie sul vino che stanno movimentando queste settimane, una sta suscitando particolare interesse, ha avviato un acceso dibattito e ha catturato l'attenzione di addetti ai lavori e appassionati perché riguarda una delle denominazioni più iconiche della nostra enologia: la D.O.C.G. Barolo. Il suo disciplinare di produzione e quello della denominazione strettamente imparentata, la D.O.C.G. Barbaresco, potrebbero subire importanti modifiche.

Di seguito, approfondiamo questa notizia e scopriamo, più nel dettaglio, quali potrebbero essere i cambiamenti nel disciplinare di produzione del Barolo e del Barbaresco.

Come potrebbero cambiare i disciplinari di produzione del Barolo e del Barbaresco

Foto di Maja Petric su Unsplash

Le proposte di modifica dei disciplinari di produzione di Barolo e Barbaresco

Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani ha proposto alle cantine produttrici delle denominazioni Barolo e Barbaresco una serie di possibili modifiche ai disciplinari di produzione, al fine di tutelare, salvaguardare, proteggere e promuovere due dei vini simbolo dell'enologia italiana. Secondo il Consorzio, tali cambiamenti sono auspicabili per restare al passo coi tempi, sia da un punto di vista tecnico che commerciale. Alcuni punti, infatti, risalgono ancora al lontano 1966, anno di approvazione delle due Denominazioni, per cui necessitano di essere rinnovati e ammodernati.

Precisiamo che quelle del Consorzio sono proposte che, in quanto tali, non saranno necessariamente attuate, ma presentate all'attenzione dei produttori, a cui spetta l'ultima parola per l'eventuale approvazione dei vari punti del progetto di modifica. Come si legge nel comunicato del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani: "Su questi punti di modifica saranno solamente i produttori a prendere una decisione in merito attraverso gli strumenti che la legge dà disponibili ovvero la raccolta firme: 66% della superficie totale dei vigneti oggetto di dichiarazione produttiva e 51% della produzione imbottigliata nell’ultimo biennio".

A questo punto, vediamo, nello specifico, quali sono le proposte di modifica dei due disciplinari.

➡️ LIMITAZIONE ZONA DI IMBOTTIGLIAMENTO

Il disciplinare di produzione di Barolo e Barbaresco, allo stato attuale, non prevede norme specifiche circa l'area geografica in cui si svolgono le operazioni di imbottigliamento dei due vini. Come spiega il Consorzio: "I disciplinari essendo stati redatti negli anni ’60 non ponevano limitazioni all’imbottigliamento, come la stragrande maggioranza delle denominazioni Italiane, in quanto era impensabile all’epoca trasportare il vino a lunghe distanze mentre ora tale possibilità è ipoteticamente consentita in tutto il mondo". Per proteggere l'autenticità e l'identità dei due vini, si propone di circoscrivere l'area in cui eseguire l'imbottigliamento, facendola corrispondere a quella di coltivazione delle uve.

Tale proposta è quella che viene considerata dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani come la più urgente e necessaria.

➡️ INTERSCAMBIABILITA' TRA LE ZONE DI VINIFICAZIONE e IMBOTTIGLIAMENTO

Il secondo punto posto all'attenzione dei produttori è strettamente connesso al primo.

La zona di produzione delle uve stabilita dai due disciplinari rimane invariata. Per il Barbaresco, come si legge nel disciplinare, "include l'intero territorio dei comuni di Barbaresco, Neive, Treiso (già frazione di Barbaresco) e la parte della frazione «San Rocco Senodelvio» già facente parte del comune di Barbaresco ed aggregata al comune di Alba con decreto del Presidente della Repubblica 17 aprile 1957, n. 482, ricadenti nella provincia di Cuneo", mentre per il Barolo, sempre dal suo disciplinare di produzione, "include l'intero territorio dei comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d'Alba ed in parte il territorio dei comuni di Monforte d'Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d'Alba, Cherasco e Roddi ricadenti nella provincia di Cuneo".

Il Consorzio propone, invece, l'interscambiabilità delle zone di vinificazione e imbottigliamento di Barolo e Barbaresco. In altre parole, suggerisce la possibilità di vinificare e imbottigliare il Barolo nei territori di produzione del Barbaresco e di vinificare e imbottigliare il Barbaresco nelle zone di produzione del Barolo, ad esclusione delle zone a sinistra del fiume Tanaro. Ribadiamo che l'interscambiabilità riguarderebbe solo le operazioni di vinificazione e imbottigliamento, NON quelle di produzione e coltivazione delle uve.

Come potrebbero cambiare i disciplinari di produzione del Barolo e del Barbaresco

Foto di Sebastian su Unsplash

➡️ INCLUSIONE DEI VIGNETI ESPOSTI A NORD

Questo punto è il risultato di analisi e ricerche sui cambiamenti climatici in atto nel territorio delle due Denominazioni. Il disciplinare di produzione dei due vini, allo stato attuale, tra le norme per la viticoltura, esclude la possibilità di coltivare le uve Nebbiolo nei vigneti del versante Nord, all'epoca della definizione dei due disciplinari scarsamente esposto alla luce e, per questo, considerato non adatto ad assicurare un’idonea maturazione alle uve.

Ora, a seguito dei cambiamenti climatici in atto, secondo il Consorzio, anche il versante Nord è idoneo alla produzione di uve e di vini di qualità, per cui si propone di dare la possibilità ai produttori di coltivare anche i loro terreni del versante Nord. Tutto ciò non implica, in alcun modo, un aumento delle aree incluse nella zona di produzione delle uve. Come sottolineato nel punto precedente, la zona di produzione delle uve stabilita dai due disciplinari rimane invariata.

➡️ MENZIONE "COMUNE" ANCHE PER IL BARBARESCO

Il disciplinare di produzione del Barolo prevede la possibilità di riportare in etichetta il nome del Comune di produzione delle uve, come menzione geografica aggiuntiva. Ciò non è previsto dal disciplinare di produzione del Barbaresco. Il Consorzio, invece, propone di estendere tale possibilità anche ai vini Barbaresco, in modo tale da fornire ai consumatori un'ulteriore indicazione e informazione sulla provenienza del vino.

Come potrebbero cambiare i disciplinari di produzione del Barolo e del Barbaresco

Foto di Pietro Schellino su Unsplash

➡️ RICORSO A BOTTIGLIE DI GRANDI FORMATI

Le norme di confezionamento dei vini delle due Denominazioni prevedono che "su richiesta delle ditte interessate, a scopo promozionale, può essere consentito, con specifica autorizzazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, l’utilizzo di contenitori tradizionali di capacità di litri 6, 9, 12 e 15". Il Consorzio intende modificare tale punto, consentendo la vendita di tali vini anche in bottiglie di formati superiori, con capacità tra i 6 e i 18 Litri. Una modifica che potrebbe garantire importanti vantaggi da un punto di vista commerciale.

Insomma, c'è aria di grandi cambiamenti per Barolo e Barbaresco. La decisione ora spetta ai produttori ...

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Posted in: Notizie sul vino
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