Continua la lettura e ti spiegheremo, nel dettaglio, che cosa s'intende per vino abboccato.

Vino "abboccato": significato

Per comprendere il significato di "abboccato" ci serviamo di un comune dizionario della lingua italiana. Scopriamo che la parola può essere utilizzata in relazione ad una persona o ad un vino. Nel primo caso la definizione è la seguente: "persona che ha buona bocca, che mangia volentieri e di ogni cosa" (fonte: Treccani.it). Nel secondo caso, quello che ci interessa più da vicino: "Vino che ha sapore gradevole [...] che tende al dolce" (fonte: Treccani.it).

Partiamo da quest'ultima definizione e cerchiamo di approfondire la questione. Come ti avevamo accennato, il termine abboccato, utilizzato in ambito enologico, fa riferimento al contenuto zuccherino di un vino. Non ad una quantità indefinita, ma ben specifica e codificata dalle normative del settore. A queste dobbiamo fare riferimento.

Il Regolamento delegato (UE) 2019/33, a tal proposito, è piuttosto chiaro e prevede l'utilizzo di "abboccato" per vini fermi e per vini spumanti, differenziandone la condizioni di impiego.

Per i vini fermi si può utilizzare l'attributo "abboccato" se il tenore zuccherino non supera i 12 g/l (oppure i 18 g/l purché il tenore di acidità totale, espresso in grammi di acido tartarico per litro, non sia inferiore di oltre 10 grammi al tenore di zucchero residuo).

Se consideriamo che è definito "secco" un vino con residuo zuccherino non superiore a 4 g/l, possiamo dire che è abboccato un vino fermo con contenuto zuccherino compreso tra 5 g/l e 12 g/l. Per valori superiori e fino a 45 g/l si parlerà, invece, di vino "amabile" e per valori pari o superiori a 45 g/l di vino "dolce".

Per i vini spumanti, invece, i valori sono differenti e il termine abboccato si inserisce all'interno della loro scala di dolcezza. In particolare, è abboccato un vino spumante con residuo zuccherino compreso tra 32 e 50 g/l. Se il tenore zuccherino è superiore a 50 g/l si entra, invece, nella categoria degli spumanti dolci. In ambito spumantistico, l'espressione "demi-sec", piuttosto diffusa, non è altro che un sinonimo di "abboccato".

Dobbiamo comunque precisare che le normative in questione sono spesso oggetto di revisione e in futuro i valori indicati potrebbero essere modificati. In ogni caso, quanto abbiamo riportato è certamente utile per inserire il termine "abboccato" nel giusto contesto.

Come riconoscere un vino "abboccato"?

Dall'etichetta, in molti diranno. In effetti, alcune Denominazioni prevedono la possibilità di aggiungere tale attributo in fase di etichettatura. O ancora, nei vini spumanti basta controllare il valore del residuo zuccherino riportato sempre in etichetta.

E per i vini non spumanti in cui non è riportato né il termine né il residuo zuccherino? Ti diciamo subito che dovrai affidarti ai tuoi sensi, alle tue capacità e doti percettive e, possibilmente, alla tua esperienza. E non è detto che tutto ciò possa bastare. Perché riconoscere un vino abboccato e distinguerlo da un vino amabile, ad esempio, non è affatto semplice.

Devi sapere che la dolcezza è una sensazione saporifera che si manifesta alla nostra lingua, in particolare alla sua estremità. Nel caso di un vino abboccato, la percezione di "dolcezza" è solo accennata, leggera e molto velata, decisamente meno spiccata rispetto ad un vino dolce. In ogni caso, ribadiamo che, soprattutto per i meno esperti, si tratta di differenze non immediatamente percepibili e riconoscibili. Per questo, il nostro consiglio è sempre quello di leggere e informarsi sulla bottiglia che intendiamo bere. Solo così possiamo avere le idee chiare sul vino che abbiamo di fronte!

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