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​Abbinamento vino e trofie al pesto

By Luca Stroppa 17 marzo 2020 4960 Views


Abbinamento vino e trofie al pesto

Disporre di un’enoteca per vendere vino online ha tanti vantaggi, spesso poco considerati. Nel nostro caso, la scelta di puntare su una grande varietà di vini italiani ci dà la possibilità di lasciarci ispirare da quelli che abbiamo a disposizione in magazzino per sperimentare gustosi abbinamenti e per mettere alla prova le nostre abilità in cucina. Mentre rifornivamo lo spazio dedicato ai vini liguri ecco una delle tante ispirazioni: vino ligure a prova di trofie al pesto.

Storia e curiosità sulle trofie

Prima di preparare questa pasta conosciuta in tutto il mondo ne abbiamo studiato la storia e le caratteristiche perché conoscere fino in fondo ciò che si fa è uno dei presupposti per la buona riuscita di ogni progetto, in questo caso del nostro piatto. E come spesso succede in questi casi ne abbiamo scoperte delle belle.

Ad esempio, non tutti sanno che quello che oggi è unanimemente conosciuto come il piatto tipico della cucina genovese in realtà, fino alla metà del secolo scorso circa, era preparato soltanto in una piccola zona, sulla riviera di levante della città di Genova, in corrispondenza del Golfo Paradiso, e nello specifico nei borghi di Sori, Recco e Camogli.

Nel resto della città le trofie erano famosissime ma erano un piatto diverso. Nel dialetto locale “trofie” era la traduzione di “gnocchi” e indicava proprio questa preparazione. Gli gnocchetti dalla tipica forma a spirale erano invece chiamati “trofiette” ed erano il frutto dell’inventiva e dell’abilità delle casalinghe di quelle piccole zone del Golfo Paradiso.

Pare che le donne di casa di quei borghi erano solite incontrarsi giornalmente per unire le forze e produrre pasta per le loro famiglie. E proprio in uno di questi incontri ci fu l’intuizione di lavorare l'impasto fino a creare quella forma particolare che distingue le “trofiette” e che nel dialetto locale è chiamata "intursoeia", ovvero attorcigliamento. Siamo agli albori del XIX secolo.

Col tempo, le “trofiette” si diffusero in tutta la città e in tutta la Liguria, fino a valicare i confini regionali e nazionali. Per evitare confusione e sfruttare l’incredibile successo di questa preparazione si decise di commercializzarle con il termine “trofie”, più efficace del vezzeggiativo “trofiette”.

Come e quando le trofie

Le “trofiette” costituiscono dunque un primo piatto da mangiare in famiglia ed è per questo che le abbiamo cucinate. Le abbiamo portate in tavola come portata di apertura del nostro pranzo.

Prima però le abbiamo preparate cercando di rispettare la ricetta classica, quella delle donne del Golfo Paradiso. La parte più difficile è stata ovviamente la lavorazione a mano della pasta fresca, anche se oggi esistono appositi macchinari in grado di riprodurre la forma a spirale in maniera costante e uniforme. Le nostre hanno misure non tutte uguali, inconveniente e genuinità del lavoro manuale.

Abbiamo preparato un impasto a base di semola di grano duro, acqua e sale fino a renderlo compatto, per poi lasciarlo riposare per circa 30 minuti.

A questo punto abbiamo preso il nostro impasto, abbiamo creato delle piccole palline, le abbiamo schiacciate leggermente e poi abbiamo fatto scorrere la pasta sulle nostre dita per ricreare l’effetto a spirale distintivo. Un’operazione certamente non semplice ma il risultato è stato soddisfacente.

Per finire, le abbiamo messe in pentola e servite al dente con un altro prodotto rappresentativo di questa zona, ovvero il pesto.

Per la preparazione del pesto ti rimandiamo ad un altro nostro articolo: “Abbinamento Vino e Pasta al Pesto”.

Con quale vino le trofie

Il vino da abbinare alle nostre trofie deve necessariamente tenere conto del sugo che lo accompagna. Il pesto è dotato di una buona consistenza, aromaticità e untuosità. Attenzione dunque a non abbinarci un bianco poco saporito e di scarsa personalità. Al contrario puntate su una bottiglia di vino bianco aromatico e di buona struttura, preferibilmente un prodotto della zona tipica delle trofie e del pesto.

Noi, ad esempio, abbiamo puntato su un Pigato della riviera ligure (sia pur quella di ponente) che dispone delle caratteristiche necessarie per esaltare il nostro piatto. Quali? Struttura, notevole aromaticità, persistenza e quel retrogusto di sapidità marina difficilmente riscontrabile in altri vini …

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