Notizie sul vino: prezzi giù del 13,5% e margini ridotti, così il vino italiano reagisce ai dazi USA
Le principali notizie sul vino dell’ultima settimana (13 settembre - 19 settembre 2025). Riguardano il vino italiano e non solo. Sono quelle più interessanti, più dibattute, più curiose e più riprese dai migliori Blog sul vino.
Leggi quanto segue per restare informato. Buona lettura.
Le ultime notizie sul vino
Il riepilogo settimanale di Wineshop.it sulle principali notizie dal mondo del vino si apre con le strategie adottate dai produttori italiani per fronteggiare i dazi USA: i prezzi iniziali dei vini vengono ridotti per evitare che il peso delle tariffe ricada sui consumatori.
Si passa poi a due importanti notizie provenienti da denominazioni italiane di rilievo: il Primitivo di Manduria celebra una vendemmia in crescita, mentre l’Oltrepò Pavese festeggia i 160 anni del suo Metodo Classico.
Infine, due aggiornamenti dall’estero: in California si prevede la vendemmia meno abbondante degli ultimi cinquant’anni, mentre l’industria francese delle barriques segnala un calo significativo delle vendite, tra i riflessi della crisi del settore e dell’aumento del prezzo del legno.
1️⃣ Dazi USA: i prezzi dei vini italiani giù del 13,5% per non penalizzare i consumatori
Secondo i dati dell’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini (UIV), a luglio il prezzo iniziale medio del vino italiano negli Stati Uniti, cioè senza considerare il surplus dei dazi, ha subito un calo del 13,5%, scendendo dai 6,52 dollari al litro registrati a luglio 2024 ai 5,64 dollari dello stesso mese di quest’anno.
Attraverso questa strategia di ribasso dei prezzi iniziali, al netto dei dazi, il vino italiano cerca di:
• rimanere competitivo sul mercato statunitense;
• non far gravare il peso dei dazi sui consumatori finali, mantenendo prezzi accessibili;
• tutelarne la presenza e la reputazione sul mercato internazionale, rafforzando la percezione del vino italiano come prodotto con un ottimo rapporto qualità-prezzo.
In altre parole, i produttori italiani stanno riducendo i propri margini per assorbire gli oneri derivanti dai dazi, evitando così di far pesare sugli acquirenti americani i costi aggiuntivi.
Dall’entrata in vigore delle tariffe fino alla fine di luglio 2025, il settore vinicolo italiano ha sostenuto spese aggiuntive per circa 61 milioni di dollari, a dimostrazione della scelta strategica di proteggere il mercato e i consumatori, pur a fronte di un impatto economico significativo sulle aziende produttrici.
2️⃣ Vendemmia 2025 del Primitivo di Manduria: +10% rispetto al 2024
Come annunciato dal Consorzio di Tutela con un comunicato stampa del 16 settembre, la vendemmia 2025 del Primitivo di Manduria è ufficialmente terminata, facendo registrare un incremento della produzione: +10% rispetto alla campagna vendemmiale precedente.
Le condizioni climatiche di quest’anno, favorevoli e mai estreme, hanno garantito una raccolta regolare, con uve in perfette condizioni e di prima qualità.
Nonostante le ben note difficoltà che il settore vitivinicolo mondiale continua ad affrontare, il Primitivo di Manduria mostra segnali più che incoraggianti: le giacenze risultano in calo del 10% secondo l’ultima rilevazione di fine luglio, mentre l’imbottigliamento segna un aumento del +7% nei primi sei mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di dati che confermano una tendenza positiva: il Primitivo di Manduria non solo mantiene la sua solidità, ma cresce, supportato da una domanda in rialzo sia sul mercato interno che internazionale.
3️⃣ L’Oltrepo’ Pavese festeggia i 160 anni del suo Metodo Classico
In questi giorni il Consorzio Classese Oltrepò Pavese celebra i 160 anni di storia del suo Metodo Classico. Era infatti il 1865 quando, a Rocca de’ Giorgi, un piccolo borgo collinare della provincia di Pavia, furono prodotte le prime bottiglie di spumante, segnando l’inizio di un percorso destinato a entrare nella storia dell’enologia italiana.
Quest’anno assume un valore ancora più simbolico e strategico per il territorio e per il suo blanc de noirs da Pinot Nero grazie alle importanti novità introdotte dal Consorzio. Infatti, sono state recentemente approvate una serie di modifiche del disciplinare di produzione e, soprattutto, è stato ufficialmente riconosciuto il nuovo nome “Classese”, un termine che nasce dall’unione di due parole chiave, Classico + Pavese, e che segna un passaggio epocale: la nascita della prima denominazione al mondo fondata sul Metodo Classico da uve Pinot Nero.
Le celebrazioni si inseriranno nella quinta edizione di “Oltrepò: Terra di Pinot Nero” (21-22 settembre), evento promosso e organizzato dal Consorzio e giunto alla sua quinta edizione. Si tratta di due giornate di incontri, degustazioni e approfondimenti, pensate come un vero e proprio momento di incontro e dialogo tra produttori, operatori del settore e appassionati.
4️⃣ Vendemmia 2025 in California: si prevede una produzione ai minimi storici, mai così bassa negli ultimi 50 anni
Secondo quanto riportato da wein.plus, la produzione vinicola della California per la vendemmia 2025 si preannuncia quantitativamente come la peggiore degli ultimi 50 anni. La scorsa campagna vendemmiale ha visto la raccolta di 2,96 milioni di tonnellate di uva, il dato più basso dal 1996, segnando un netto calo rispetto agli standard abituali.
Le previsioni per il 2025 sono ancora più allarmanti: si stimano meno di 2,5 milioni di tonnellate, il peggior risultato dal 1987. Alcuni esperti temono addirittura che la produzione possa scendere sotto le 2 milioni di tonnellate, un livello che non si registrava dal lontano 1972.
Nonostante la riduzione quantitativa, gli esperti sottolineano che la qualità dell’uva raccolta rimane eccellente, grazie a condizioni di maturazione ottimali e alla grande esperienza dei viticoltori locali.
5️⃣ Crisi del vino, frenata anche per le barriques: vendite giù del 15%
Le difficoltà che sta attraversando il settore vitivinicolo a livello internazionale non risparmiano nemmeno l’industria delle barriques di rovere, le tradizionali botti utilizzate per l’affinamento dei grandi vini. Una combinazione di fattori, dai dazi imposti dagli Stati Uniti alla complessa situazione geopolitica, dal calo dei consumi fino all’impennata del costo delle materie prime, sta mettendo in seria difficoltà i produttori, soprattutto in Francia, patria storica di questo “strumento enologico”.
Secondo i dati più recenti, riportati dall’ANSA, il mercato delle barriques ha registrato un calo delle vendite del 15% nell’ultimo anno, rispetto al 2024. Una contrazione ancora più marcata riguarda il mercato interno francese, dove la flessione ha toccato il -20%. In parallelo, il fatturato complessivo del comparto è sceso del 9,5%, segno evidente di un rallentamento che rischia di avere ripercussioni durature.
A pesare su questa crisi non è soltanto la riduzione della domanda legata al consumo di vino, ma anche l’aumento esponenziale del prezzo del legno. Negli ultimi dieci anni, infatti, il costo del rovere è triplicato, e dal solo 2023 ad oggi si è registrato un incremento del 50%. Una dinamica che rende sempre più difficile sostenere la produzione e che costringe molte aziende a rivedere i propri listini.
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