Notizie sul vino: La vendemmia 2025 in Italia comincia dalla Sicilia
Le principali notizie sul vino dell’ultima settimana (19 luglio - 25 luglio 2025). Riguardano il vino italiano e non solo. Sono quelle più interessanti, più dibattute, più curiose e più riprese dai migliori Blog e siti sul vino.
Leggi quanto segue per restare informato. Buona lettura.
Le ultime notizie sul vino
Con la raccolta dei primi grappoli in Sicilia, prende il via la vendemmia 2025 in Italia. Ma il settore guarda con preoccupazione ai dati dell’export verso gli USA, in netto calo ad aprile, primo mese colpito dai dazi al 10%.
Intanto, per contrastare le eccedenze, arriva il via libera al pegno rotativo per Moscato d’Asti e Brachetto. Novità anche sul fronte normativo: cambia il disciplinare della DOC Valcalepio. E dal mondo arriva un altro segnale di difficoltà: in Champagne le rese vengono abbassate per contenere la produzione.
1️⃣ È la Sicilia ad aprire la vendemmia 2025 in Italia
Il 17 luglio, con un leggero anticipo rispetto alla media degli ultimi anni, è partita la vendemmia italiana del 2025. Ad aprire le danze, come di consueto, è stata la Sicilia, in particolare la provincia di Trapani, dove i primi grappoli sono stati raccolti presso la cooperativa vinicola Cantine Ermes.
Le prime uve a essere raccolte sono state quelle delle varietà Pinot Grigio, Chardonnay e Viognier, destinate alla produzione di basi spumante. Si tratta di varietà che, per tradizione e per esigenze tecniche, vengono vendemmiate in anticipo, quando l’acidità naturale e la freschezza aromatica sono al loro massimo, due caratteristiche fondamentali per ottenere spumanti di qualità.
Dopo la partenza in Sicilia, anche le altre regioni italiane si apprestano a dare il via alla vendemmia, che si protrarrà da nord a sud fino a ottobre inoltrato.
2️⃣ Effetto dazi USA: crolla l’export di vini italiani ad Aprile
L’UIV, Unione Italiana Vini, ha diffuso i dati sull’export di vino italiano negli Stati Uniti relativi al mese di aprile, il primo in cui sono stati applicati i dazi al 10% (inizialmente, per un breve periodo, dal 2 all’8 aprile, al 20%). Come previsto, i risultati sono stati fortemente negativi: l’export è calato del 7,5% in volume e del 9,3% in valore rispetto ad aprile 2024. Con l’aumento dei dazi al 30%, le prospettive per il settore appaiono davvero preoccupanti.
Come sottolineato dal segretario generale dell’UIV, Paolo Castelletti, la preoccupazione non si limita alla contrazione e alle perdite che si registrano nel principale mercato di destinazione per il vino italiano, ma riguarda anche gli effetti indiretti dei dazi. Le eccedenze di vino, derivanti dal mancato approdo negli Stati Uniti, qualora non trovino sbocco, provocherebbero un incremento delle giacenze, generando un’ulteriore pressione al ribasso sui prezzi.
3️⃣ Nuove misure per il vino piemontese: ok al pegno rotativo per Moscato d’Asti e Brachetto
Il problema delle eccessive giacenze nelle cantine italiane, unito al calo della domanda, continua a rappresentare una delle principali criticità per il comparto vitivinicolo, sia a livello nazionale che internazionale. Nelle scorse settimane avevamo riportato la richiesta, avanzata da diversi consorzi piemontesi, di attivare una misura straordinaria di distillazione del vino in eccedenza. Tuttavia, tale proposta è stata successivamente respinta dalla Regione.
Negli ultimi giorni è arrivata una novità significativa: il MASAF, Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ha dato l’ok all’attivazione della misura del “pegno rotativo”, estendendone l’applicazione anche ai mosti parzialmente fermentati. In quest’ultima categoria rientrano il Moscato d’Asti e il Brachetto, i cui Consorzi avevano da tempo richiesto un intervento per la gestione della sovrapproduzione.
Il pegno rotativo rappresenta uno strumento concreto di sostegno per le aziende del settore, offrendo loro la possibilità di ottenere fondi subito disponibili, in attesa di una ripresa del mercato.
In particolare, come affermato dall’assessore all’Agricoltura Paolo Bongioanni nel comunicato della Regione Piemonte:
Il pegno rotativo è un prestito erogato dalle banche fornendo come garanzia il proprio vino in magazzino: in questo modo le giacenze si trasformano in liquidità immediata con cui poter pagare i propri viticoltori associati e fornitori.
4️⃣ Ufficiali le modifiche del disciplinare di produzione della DOC Valcalepio
Sono giorni importanti per la DOC Valcalepio che, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ha visto approvate alcune significative modifiche al proprio disciplinare di produzione.
Nel dettaglio, le novità più rilevanti per la Denominazione bergamasca sono:
MODIFICHE ALL’UVAGGIO DEL VALCALEPIO ROSSO DOC
Merlot e Cabernet Sauvignon restano i vitigni base di questa tipologia, ma cambiano le percentuali ammesse nel blend. La nuova versione del disciplinare aumenta la percentuale massima di Merlot, che potrà ora variare dal 40% al 90%, e riduce la percentuale minima di Cabernet Sauvignon, consentendone l’impiego tra il 10% e il 60%. Inoltre, viene introdotta una novità significativa: sarà possibile utilizzare, fino a un massimo del 15%, alcune varietà alternative, Incrocio Terzi n.1, Franconia, Merera, Rebo e Petit Verdot, in sostituzione di una pari percentuale di Merlot.
VALCALEPIO RISERVA TIPOLOGIA AUTONOMA
La menzione “Riserva” non sarà più semplicemente una menzione del Valcalepio Rosso, ma diventa a tutti gli effetti una tipologia autonoma all’interno della DOC. Mantiene la stessa composizione ampelografica del Valcalepio Rosso, ma si distingue per un periodo di invecchiamento obbligatorio più lungo, una resa per ettaro più contenuta e una resa in vino ridotta.
MODIFICHE ALL’UVAGGIO DEL VALCALEPIO MOSCATO PASSITO DOC
Un’altra variazione significativa riguarda le uve ammesse per la produzione del Valcalepio Moscato Passito. Se in precedenza era obbligatorio l’impiego esclusivo di uve della varietà Moscato di Scanzo, ora il disciplinare prevede la possibilità di utilizzare fino al 15% di altre uve a bacca rossa, purché autorizzate alla coltivazione in Lombardia.
5️⃣ Anche lo Champagne riduce la resa per la vendemmia 2025
Il 23 luglio, il Comité Champagne, l’organismo ufficiale che regola e rappresenta la filiera dello Champagne, con oltre 350 cantine aderenti, ha annunciato la nuova resa massima autorizzata per la vendemmia 2025, che tutti i produttori sono chiamati a rispettare.
In linea con quanto accade anche in Italia, il calo dei consumi e l’aumento delle giacenze in cantina hanno spinto l’organismo francese a ridurre ulteriormente la quantità massima di uva per ettaro, ora fissata a 9.000 kg/ha. Nel 2024, la resa era già stata abbassata a 10.000 kg/ha, in calo rispetto agli 11.400 kg/ha del 2023 e ai 12.000 kg/ha del 2022.
Una tendenza che riflette la necessità, condivisa da tutte le aree vitivinicole nel mondo, di adattare la produzione alla nuova realtà del mercato.
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