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​Diritto di tappo: che cos’è e cosa prevede

By Luca Stroppa 19 agosto 2020 5815 Views

Diritto di tappo: che cos’è e cosa prevede

Il diritto di tappo è una pratica di origine anglosassone che, lentamente, sta prendendo piede anche in Italia e che permette ai clienti di un ristorante di portarsi una bottiglia di vino da casa e di berla nel corso del pasto consumato nel locale.

Nel nostro articolo abbiamo ricostruito la sua storia e il suo preciso significato, ti spiegheremo, inoltre, in che cosa consiste, come funziona e quali regole seguire per far valere questa possibilità.

Diritto di tappo: origine e significato

“BYOB”, “Bring your own booze”, “porta i tuoi alcolici” o “Bring your own bottle”, porta la tua bottiglia”, è l’acronimo con cui il “diritto di tappo” è conosciuto nei Paesi anglosassoni dove è nato e dove oggi è molto diffuso.

In particolare, l’origine di questa pratica va rintracciata negli Stati Uniti della metà del XX secolo. Alcuni collezionisti e intenditori di vino cominciarono a chiedere al ristorante di fiducia di poter bere, durante il pasto, una bottiglia della loro collezione o della loro cantina, portata direttamente da casa. Le motivazioni di tale richiesta erano varie: dal semplice fatto che la carta dei vini del locale non prevedeva la bevanda ricercata dal cliente ad una questione di risparmio economico. A tal proposito, una precisazione è d’obbligo: considera che, in alcuni locali americani dell’epoca, il costo di una bottiglia di vino era anche 3 volte superiore al prezzo con cui la stessa era venduta in un’enoteca!

Un’usanza simile prese presto piede anche in occasione di alcune feste private: l’organizzatore si occupava della location e del servizio mentre dell’acquisto delle bevande alcoliche se ne occupavano gli invitati, il tutto per risparmiare, per evitare sprechi e per permettere ad ognuno di potersi gustare il drink preferito.

Alcuni ristoratori americani, per non perdere clienti e nel tentativo di attirarne altri, decisero di introdurre questa possibilità nei loro locali, pubblicizzandola per darne più risalto possibile. L’iniziativa fu vincente e si generò un vero e proprio effetto a catena, tanto che, oggi, quella del BYOB è una pratica molto consolidata negli Stati Uniti.

Diffuso anche in Canada, Australia e Nuova Zelanda, il diritto di tappo è comparso anche in Italia, dove qualche locale si è convertito a questa pratica, anche se certamente siamo molto lontani dal successo riscontrato nei Paesi anglosassoni.

Diritto di tappo: come funziona

Il diritto di tappo funziona in maniera semplice e intuitiva: il cliente si porta da casa la sua cara bottiglia e se la gusta nel corso del pasto servito al ristorante.

Il cliente pagherà sul conto finale solo una tassa (chiamata “corkage fee”, “tassa sulla stappatura o sul sughero”) sul servizio del vino, sulla stappatura della bottiglia, sul lavaggio del bicchiere e sull’eventuale utilizzo del decanter. Il valore di questa tassa è variabile e spesso corrisponde al prezzo della bottiglia meno pregiata presente nella carta dei vini del ristorante. In Italia, mediamente siamo attorno ai 5 – 10 euro per ogni bottiglia, ma c’è chi offre il servizio gratuitamente!

Negli Stati Uniti, invece, la “corkage fee” è spesso superiore tanto che in un noto e lussuoso ristorante newyorkese si richiedono addirittura 150 dollari!

Diritto di tappo: alcuni consigli da seguire

La scelta di consentire o meno la pratica del diritto di tappo spetta al proprietario dei singoli locali: la legge non lo vieta e tanto meno non obbliga nessuno ad applicarlo. C’è chi lo consente perché considera il diritto di tappo un elemento di assoluta novità e un’occasione per attirare nuovi clienti, fidelizzandoli, oppure un’opportunità per sopperire ad una carta dei vini non così ricca e chi, invece, non lo applica perché ha una carta dei vini varia, ricercata, perfettamente in linea con il menù o semplicemente per una questione di conti e perdita economica.

Ma indipendentemente dalla scelta di garantire o meno il diritto di tappo, molto soggettiva, esistono una serie di regole non scritte che il cliente dovrebbe seguire quando ha intenzione di avvalersi di questa opportunità:

- il cliente dovrebbe chiedere, prima di arrivare nel locale, se è possibile esercitare o meno il diritto di tappo, informandosi anche sulla proposta di vini del ristorante e sulle eventuali tariffe della “corkage fee”.

- meglio evitare di portare da casa una bottiglia già presente nella carta dei vini del ristorante o una bottiglia di scarso valore e molto economica.

- meglio puntare su vini di valore affettivo-emozionale e prestigiosi. Ad esempio, un particolare vino di un’annata speciale corrispondente ad un anniversario o ad un compleanno.

- il cliente dovrebbe portare la sua bottiglia in contenitori adeguati e specifici.

- se possibile, cercare di coinvolgere il ristoratore proponendo un assaggio e, nel caso, spiegare la motivazione che ha portato ad esercitare il diritto di tappo. Questo permetterà al cliente di giustificare la sua scelta senza mettere in discussione la carta dei vini del locale.

- il servizio del vino sarà compito esclusivo del personale di sala. No a soluzioni fai da te!

- è consigliabile portare un’unica bottiglia da casa. Se il cliente intende portare a tavola altre bottiglie meglio ordinarle direttamente dalla carta dei vini del locale. Anche perché la “corkage fee” si applica su ogni bottiglia aperta!

E tu da che parte stai? Diritto di tappo o non diritto di tappo?

Posted in: Curiosità sul vino
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