10 cose da sapere sulla Croatina
Se stai cercando di saperne di più sul vitigno Croatina, qui sei nel posto giusto!
In questo articolo vogliamo guidarti alla scoperta della Croatina attraverso 10 punti chiari, semplici e veloci da leggere.
Croatina: guida completa al vitigno
Che tu sia un appassionato di vini o un sommelier in cerca di approfondimenti, in questo articolo troverai tutto ciò che serve per conoscere meglio la Croatina. Dalle caratteristiche ampelografiche agli abbinamenti gastronomici, passando per la sua storia, l’origine del nome e la sua presenza nelle denominazioni più importanti.
1. Dove nasce e dove si coltiva la Croatina
La Croatina è un vitigno a bacca rossa autoctono del Nord Italia, con radici profonde nella tradizione vitivinicola dell’Oltrepò Pavese. La Croatina è coltivata anche nel Piacentino e in alcune zone del Novarese e del Vercellese, dimostrando una certa adattabilità ai diversi terroir del Nord. La ritroviamo sporadicamente anche in altre regioni e zone vinicole dell’Italia settentrionale.
2. Origini storiche del vitigno Croatina
Il vitigno Croatina vanta una lunga storia che affonda le radici nel Medioevo, anche se le prime testimonianze scritte risalgono all’Ottocento. Fu in questo periodo che studiosi e ampelografi iniziarono a catalogare con precisione i vitigni dell’Oltrepò Pavese, riconoscendo la Croatina come una varietà tipica di questa zona. Nel 1873, Giuseppe di Rovasenda individuò ufficialmente la Croatina, confermandone l’identità e la diffusione nell’Oltrepò Pavese, con particolare riferimento al piccolo comune di Rovescala (PV), considerato la “culla” storica di questa varietà.
La Croatina affrontò un periodo difficile post fillossera, quando molti viticoltori preferirono il più produttivo vitigno Barbera. Nonostante ciò, la Croatina ha sempre conservato la sua identità e, dagli anni ’60 del XX secolo, ha conosciuto una vera rinascita grazie all’impegno dei viticoltori locali, che hanno contribuito alla nascita di diverse Denominazioni in Lombardia. Tanto che, oggi, secondo il disciplinare della DOC Bonarda dell’Oltrepò Pavese, la Croatina è il vitigno più diffuso nella zona, con circa 3.900 ettari coltivati su un totale di 13.300.
3. Origine del nome del vitigno Croatina
Il nome Croatina ha origini curiose e affascinanti. Si pensa che derivi da una trasformazione linguistica del termine “cravatta”. Storicamente, il vino prodotto con le uve Croatina era considerato un vino speciale, destinato alle feste e alle occasioni importanti, i giorni in cui si indossava appunto la cravatta. Da questo uso simbolico e culturale del vino nasce il nome della varietà.
4. Caratteristiche ampelografiche del vitigno Croatina
Il vitigno Croatina si distingue per il suo grappolo conico e compatto e per gli acini pruinati di colore blu‑nero, che contribuiscono al caratteristico colore intenso dei vini prodotti. La maturazione è medio-tardiva, il che consente alla vite di sviluppare aromi complessi e una buona struttura, pur adattandosi alle diverse condizioni climatiche del Nord Italia.
Tra le peculiarità più importanti della Croatina c’è la sua resistenza naturale ad alcune malattie della vite, fattore che ne ha favorito la diffusione e l’affermazione storica nell’Oltrepò Pavese. In particolare, il vitigno mostra una buona resistenza all’oidio e al marciume, mentre anche la peronospora viene affrontata con una tolleranza superiore alla media rispetto ad altri vitigni della zona.
La Croatina si caratterizza anche per la sua vigoria, cioè la capacità di crescere in maniera sana e produttiva, mantenendo qualità e concentrazione degli acini.
5. Vitigno Croatina: ruolo e diffusione nelle principali DOC italiane
Il vitigno Croatina è alla base di numerose Denominazioni di Origine Controllata (DOC) in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna. In Piemonte, ad esempio, la Croatina contribuisce ai vini delle DOC Cisterna d’Asti e Bramaterra, mentre in Emilia-Romagna è presente nella celebre DOC Gutturnio.
La Denominazione più nota che coinvolge la Croatina resta però la DOC Bonarda dell’Oltrepò Pavese, dove il disciplinare prevede l’impiego delle uve Croatina per una percentuale compresa tra l’85% e il 100%. Sempre nell’Oltrepò Pavese, la Croatina partecipa, insieme ai vitigni Barbera e/o Uva Rara (Ughetta o Vespolina), alla produzione di altre denominazioni di rilievo:
• DOC Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese, con una percentuale di Croatina tra il 25% e il 65%, per vini strutturati e complessi;
• DOC Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese, dove la Croatina può essere presente in una percentuale tra il 25% e il 65% per dare vita a vini dolci.
6. Croatina: versatilità nella vinificazione
Il vitigno Croatina è estremamente versatile e si presta a diverse tipologie e stili di vinificazione.
La Croatina può essere vinificata come vino rosso fermo, strutturato e complesso, capace di sviluppare note fruttate intense, tannini morbidi e una lunga persistenza al palato. La Croatina si presta anche a versioni vivaci o leggermente frizzanti, molto apprezzate per la loro freschezza e facilità di beva. Infine, alcune interpretazioni della Croatina vengono vinificate in versioni amabili o leggermente dolci.
7. Croatina vs Bonarda: differenze e chiarimenti
Uno dei fraintendimenti più comuni nel mondo del vino riguarda il rapporto tra Croatina e Bonarda. È importante chiarire che Croatina è il vitigno, mentre in Lombardia il termine Bonarda indica il vino prodotto principalmente da uve Croatina, specialmente nella celebre DOC Bonarda dell’Oltrepò Pavese.
Se ci spostiamo in Piemonte, il discorso cambia. Qui troviamo sia il vino Bonarda sia il vitigno Bonarda, noto anche come Bonarda piemontese, che è completamente distinto dalla Croatina. Questo vitigno autoctono piemontese non ha alcun legame genetico né enologico con la Croatina dell’Oltrepò Pavese. Di conseguenza, i vini ottenuti dalla Bonarda piemontese non hanno alcuna relazione con i vini Bonarda lombardi.
Come riporta il disciplinare della DOC Bonarda dell’Oltrepò Pavese:
“Attorno alla Croatina nascono molti equivoci con altre zone di produzione. Solo in Oltrepò Pavese la Croatina può dar origine al vino Bonarda, mentre in tutte le altre zone DOC, per ottenere Bonarda, occorre coltivare il vitigno Bonarda piemontese, che nulla c’entra con la Croatina e con il vino Bonarda dell’Oltrepò Pavese.”
In passato, i due vitigni sono stati spesso sovrapposti, come se fossero la stessa varietà. Questo ha generato confusione, spingendo a chiamare erroneamente la Croatina con il nome di Bonarda. In realtà, si tratta di due entità distinte.
8. Profilo organolettico dei vini ottenuti dal vitigno Croatina
Il vino ottenuto dal vitigno Croatina si distingue per il suo colore rosso rubino intenso, che riflette la concentrazione e la qualità degli acini. Al naso, offre un bouquet complesso e invitante, con profumi di ciliegia matura, prugna e frutti di bosco, accompagnati da leggere note speziate e di vaniglia nei vini a lunga maturazione.
Al palato, la Croatina sorprende per la sua morbidezza: i tannini sono rotondi e setosi, mai aggressivi, mentre la struttura è equilibrata.
9. Abbinamenti gastronomici ideali per il vino da uve Croatina
Il vino da uve Croatina, nella tipologia secca, ha un’eccezionale versatilità a tavola. Grazie alla struttura equilibrata e ai tannini rotondi, è perfetto per accompagnare una vasta gamma di piatti tipici della tradizione del Nord Italia:
• Salumi e affettati
• Formaggi semi-stagionati
• Risotti rustici (risotto con funghi porcini o alla salsiccia)
• Arrosti e carni bianche
• Piatti tipici dell’Oltrepo’ (ad esempio i tortelli di carne, come i tipici “Bata Lavar” o “Battilabra”)
10. Croatina: la base perfetta per assemblaggi con Barbera e Uva Rara
Il vitigno Croatina non è solo interessante come vino monovarietale, ma rappresenta anche una base eccellente per gli assemblaggi. Molti produttori, soprattutto nelle denominazioni dell’Oltrepò Pavese, la combinano con vitigni come Barbera o Uva Rara per ottenere vini più equilibrati e armoniosi.
La Croatina apporta ai blend struttura, colore intenso, aromi fruttati e morbidezza, mentre la Barbera contribuisce con acidità vivace e freschezza, e l’Uva Rara aggiunge profumi speziati e complessità aromatica. Questo equilibrio tra morbidezza e acidità è fondamentale per creare vini con diversi stili e versatili a tavola.
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