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​I vitigni della Valpolicella: il curioso caso dell’origine dei loro nomi

By Luca Stroppa 30 novembre 2020 633 Views

I vitigni della Valpolicella: il curioso caso dell’origine dei loro nomi

La Valpolicella è una delle regioni vitivinicole più importanti e conosciute d’Italia. Qui si producono grandissimi vini rossi appartenenti a prestigiose denominazioni come il Valpolicella D.O.C., il Recioto della Valpolicella D.O.C.G. e l’Amarone della Valpolicella D.O.C.G (puoi acquistare i vini della Valpolicella su Wineshop.it).

Corvina, Corvinone e Rondinella sono i principali vitigni dell’area e quelli che contribuiscono in misura maggiore alla produzione dei suoi vini. I protagonisti del nostro articolo sono proprio questi vitigni e la curiosa storia che si cela dietro il loro nome.

Valpolicella: l'origine del nome

Indagare l’origine dei nomi delle zone vitivinicole, dei vitigni e dei vini è un’operazione molto curiosa ed interessante, in grado di rivelare aspetti e dettagli spesso sconosciuti o sottovalutati.

Parafrasando la celebre locuzione latina “nomen omen” (“un nome, un presagio o destino”), coniata dai Romani, convinti che nel nome delle persone fosse indicato il loro destino, possiamo dire che l'origine e il significato del nome della Valpolicella e dei suoi vitigni rivela alcune curiose informazioni e ci anticipa alcune delle loro principali caratteristiche.

Iniziamo dalla celebre area vitivinicola italiana. Il nome “Valpolicella”, come viene riportato nei disciplinari di produzione dei suoi vini più rappresentativi, sembra possa derivare dal latino “vallis-polis-cellae” cioè “valle dalle molte cantine”. Del resto, tantissime sono le testimonianze circa l’importanza delle attività di vinificazione in Valpolicella, soprattutto in epoca Romana.

Ma questa non è l’unica ipotesi avanzata dagli studiosi. C’è chi lega il suo nome al termine greco “polyzelos”, che può essere tradotto con terra “dai molti frutti”, o al latino “pullus”, “ricco di germogli”, un’ipotesi molto accreditata che collega il nome della Valpolicella alla sua fecondità e alla presenza di luoghi boscosi e ricchi di vegetazione, soprattutto sulla sponda del fiume Adige.

Tutte queste ipotesi presentano un minimo comune denominatore, ovvero rivelano come il nome Valpolicella porti con sé la sua ricchezza e la sua vocazione vitivinicola.

L’unica interpretazione che si allontana da quelle che abbiamo visto fino ad ora rintraccia in “Pol”, comune corrispondente a Santa Lucia di Pescantina, il nome chiave da cui ha avuto origine il toponimo “Valpolicella”. Pol, un tempo, era considerata uno snodo cruciale per raggiungere i paesi limitrofi. Da qui il nome “Valpolesela”, cioè “valle di Pol”.

Corvina, Covinone e Rondinella: l’origine del nome dei vitigni della Valpolicella

Se il nome “Valpolicella” suggerisce la ricchezza e la vocazione vitivinicola di quest’area, il nome dei suoi vitigni ci rivela altre interessanti curiosità.

Secondo una leggenda, un tempo, le colline della Valpolicella erano coltivate solo ed esclusivamente con uve a bacca bianca ed abbondavano di corvi, molto ghiotti dei suoi acini. Per difendere i vigneti, i contadini cercavano di scacciarli in tutti i modi. Un giorno, però, un contadino soccorse e curò un corvo ferito, ridonandogli la possibilità di volare. In segno di gratitudine, il corvo, passando vicino ai suoi vigneti, trasformò l’uva bianca in un’eccellente versione a bacca nera. Da quell’episodio leggendario, nacque il vitigno Corvina, il più rappresentativo della Valpolicella.

Il nome “Corvina” deriva appunto da quello di “corvo”, in particolare dalla similitudine tra il colore delle sue piume e il colore degli acini delle uve del vitigno.

Allo stesso modo il vitigno “Corvinone”, prima individuato come clone di “Corvina grande” poi dal 1913 considerato una varietà distinta, deve il suo nome al colore delle piume del magico animale alato. L’accrescitivo “-one” vuole sottolineare le grandi dimensioni che, solitamente, caratterizzano le sue foglie e i suoi acini.

Il vitigno Rondinella, infine, prende il nome da uno dei più celebri uccelli migratori, ovvero la “rondine”, la cui presenza in Valpolicella era, un tempo, piuttosto frequente. Nello specifico, il colore scuro della buccia degli acini delle uve del vitigno Rondinella richiama il colore della livrea delle rondini.

E se, infine, ti dicessimo che un altro vitigno tipico della Valpolicella è l'Oseleta non ti dovresti sorprendere. Pare che il suo nome derivi dal fatto che la sua uva fosse molto gradita agli uccelli. “Osei” in dialetto veneto significa proprio “uccelli”.

Posted in: Curiosità sul vino
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