Ode alla Polenta

Questa simpatica e ben documentata "ode alla polenta" ci è stata inviata dal nostro cliente Tiziano Rossi di Verona.

Croce e delizia dei nostri avi, non sia bandita dalle nostre tavole opulente, ma ne sia sostegno e conforto. Ci sono cibi che non si lasciano mangiare se non in sua compagnia. L'Arringa ne è stata l'amica fedele in anni di magre ataviche. Viene poi il nobile Baccalà che sposa la cenerentola dei deschi, Uova e Asparagi vogliono un rapporto a tre e la polenta asseconda tutti e due, la Sopressa veneta si lascia sciogliere languida sopra una fetta di polenta calda, il Gorgonzola dolce non chiede altro, i Funghi trifolati non son da meno. L'avido Luccio terrore degli stagni, chiede come ultimo desiderio del condannato che sia polenta ad accogliere le sue spoglie, in salsa, come non accontentarlo? La polenta, amica intima della tavola ricca o povera che sia, non disdegna la compagnia di alcunchè, spezzatini, brasati, cotechino e crauti, salsicce alla griglia, formaggi e salumi. E poi a non finire abbinamenti a profusione, dando libero sfogo alla fantasia. Mai provata condita con olio di oliva e cosparsa di grana grattugiato e pepe? Una leccornia!

Un'unica condizione: che sia fatta come Dio comanda. Che la farina gialla sia di fresca macinatura, non troppo fine, venga fatta scivolare con cura in un paiolo di rame in cui bolle acqua salata (non vi è niente di più orrido per il palato come la polenta senza sale). Si formi una purea non troppo densa, si mescoli spesso girando sempre nello stesso senso, il fuoco sia sempre vivace, non abbiate paura di lasciare troppo la polenta sul fuoco (i nostri avi solevano accostare la polenta alla figura femminile dicendo: non esisteranno mai donne troppo belle e polenta troppo cotta), sul fondo si deve formare una pellicola abbrustolita, l'importante è non raschiarla. A cottura ultimata, quaranta quarantacinque minuti, và rovesciata, non versata, sul tagliere. Lasciatela raffreddare un po' e servite a fette tagliate possibilmente con il filo di cotone. Durante il pranzo coprite con un panno da cucina per evitare che si raffreddi troppo. Se ne avanzerete, abbiate cura di tagliare delle fette non troppo spesse che potrete abbrustolire, sulle braci o nel forno, nei giorni seguenti. Il paiolo poi venga riempito d'acqua fredda, lasciato riposare una notte staccherà il fondo abbrustolito.

A voi la scelta del vino adatto, indubbiamente anche questo fatto come Dio comanda, e buon Appetito.

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