Veneto: i bigoli in salsa

Le origini della pasta sono incerte anche se si crede che sia nata in oriente. Di certo già nel secolo X esistevano in Cina negozi che vendevano della pasta simile alle nostre tagliatelle. Le prime testimonianze scritte sull’utilizzo della pasta in Italia risalgono invece al secolo XIII. Prima dell’avvento della industrializzazione la pasta veniva sempre fatta in casa, il più delle volte a mano, altre con l’aiuto di semplici ma ingegnosi strumenti come il bigolaro. Era questo un tornio di metallo fissato ad uno sgabello e manovrato a mano. L’impasto veniva pressato in un tubo e fuoriusciva attraverso una rondella di ottone dotata di fori. La leggenda narra che venne inventato da un pastaio di Padova, tale signor Abbondanza, nel secolo XVII. Di certo questo strumento si diffuse soprattutto nel Veneto. La pasta che si ottiene, simile a grossi spaghetti senza il buco, viene detta appunto bigoli. I bigoli in salsa, conditi con sugo di acciughe e cipolle, sono tipici della cucina veneta.

Ingredienti per quattro persone: 400 grammi di bigoli, due cipolle dolci, cinque acciughe salate, olio extravergine di oliva, sale, pepe, prezzemolo Preparazione: Tagliate le cipolle sottili e fatele appassire in una padella con tre cucchiai d’olio. Unite le acciughe tagliate a piccoli pezzi dopo aver tolto loro la lisca e averle lavate in acqua corrente. Fate rosolare il tutto fino a quando le acciughe non si saranno sciolte. Spegnete il fuoco ed aggiungete due cucchiai di olio. Versate la salsa bollente sui bigoli che nel frattempo avrete provveduto a cuocere al dente in abbondante acqua salata. Servite con una buona macinata di pepe e del prezzemolo come guarnizione.

Abbinamento consigliato: SOAVE VIGNA ALBARE PORTINARI

Il Veneto vanta tradizioni vitivinicole antichissime: prima gli antichi Romani, poi durante il Medioevo gli ordini monastici, successivamente la Serenissima Repubblica Marinara di Venezia, hanno sviluppato e tramandato la cultura del vino. Oggigiorno il Veneto è la regione italiana che produce la maggiore quantità di vini D.O.C. , in particolare vini bianchi. Nella zona orientale, che ha subito maggiormente le devastazioni provocate dalle due guerre mondiali, troviamo vitigni di importazione francese come il Merlot, il Pinot, ed il Sauvignon mentre nella zona occidentale della regione sono ancora diffusi vitigni autoctoni come la Garganega. E’ appunto il vitigno da cui si ricava la D.O.C. Soave di cui il produttore Portinari è uno dei testimoni più autorevoli. Il Soave Vigna Albare, ottenuto secondo una tecnica particolare chiamata "doppia maturazione ragionata", si abbina alla perfezione con i bigoli in salsa.

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