Umbria: le lenticchie di Castelluccio con salsicce

Le lenticchie giunsero nel Mediterraneo provenienti dalla Siria, dove venivano coltivate già nell’VIII secolo prima di Cristo. Sull’altopiano di Castelluccio, frazione del comune di Norcia, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, a 1400 metri di altezza si estende per circa venti chilometri quadrati la coltivazione delle lenticchie più rinomate d’Italia: le lenticchie di Castelluccio di Norcia. Si tratta di una coltivazione nella quale i contadini di Castelluccio hanno da secoli anticipato la moda del biologico: alternando nello stesso campo, a rotazione, di anno in anno, lenticchie, frumento e pascoli, sono riusciti ad evitare l’utilizzo di fertilizzanti chimici. Proprio per la particolare situazione di coltivazione, il periodo di sfalcio e trebbiatura avviene nel mese di agosto. Importante è anche la natura argillosa del terreno ed il particolare clima con inverni rigidi, gelate primaverili e forti sbalzi termici in estate. Grazie a queste peculiarità, che condizionano un basso rendimento per ettaro, le lenticchie di Castelluccio di Norcia hanno ottenuto dall’Unione Europea l’Indicazione Geografica Protetta. Si tratta di lenticchie piccole, verdi, saporite e tenere che, avendo la buccia molto sottile, non necessitano di ammollo preventivo e sono pronte dopo una cottura di poco più di mezz’ora. Hanno un alto contenuto in proteine, fibre e sali minerali: un vero toccasana per la salute. E per finire ricordiamo pure l’aspetto ben augurante: già nei secoli scorsi e ancora oggi, secondo la tradizione non possono mancare nel cenone di Capodanno. Tutte le lenticchie mangiate si trasformeranno durante l’anno successivo in altrettante monete d’oro.

Ingredienti per quattro persone: 400 grammi di lenticchie di Castelluccio, un gambo di sedano, una cipolla, 80 grammi di guanciale, 4-8 salsicce fresche, due cucchiai di olio extravergine di oliva, una noce di burro, 150 grammi di passata di pomodoro, un litro di brodo di carne. Preparazione: rosolate in padella con un cucchiaio di olio e la noce di burro il guanciale tagliato a fettine, la cipolla ed il sedano tritati. Aggiungete le lenticchie e la passata di pomodoro, versate il brodo, salate e pepate. Coprite e lasciate cuocere a fiamma dolce per circa un’ora. Nel frattempo rosolate le salsicce con un cucchiaio di olio. A cottura ultimata unite le lenticchie alle salsicce e servitele calde.

Abbinamento consigliato: RUBESCO LUNGAROTTI

Se gli Etruschi sono stati i primi a coltivare la vite in Umbria e gli antichi Romani hanno dato un forte impulso all’enologia locale, è la Chiesa di Roma quella che sicuramente nel corso dei secoli più ha apprezzato il vino di questa regione. Terra ricca di storia e di testimonianze artistiche, oggigiorno l’Umbria, pur disponendo di una superficie coltivata a vite assai limitata, grazie al clima ed al terreno particolarmente favorevoli, occupa un ruolo di primo piano per quanto riguarda la qualità della produzione. A Torgiano, in una zona collinare che beneficia di un clima particolare che farorisce la concentrazione di zucchero nell’uva, nasce il Rubesco, senza dubbio uno dei più conosciuti fra i vini Lungarotti, produttore considerato tra i padri dell’enologia italiana. Da uve Sangiovese, con l’aggiunta di piccole quantità di Canaiolo si ottiene questo vino dal colore rosso rubino, di giusto corpo, non aggressivo ma elegante ed equilibrato, il cui nome deriva dal latino “ rubescere” che significa “arrossire”. Provare per credere! … bevetelo accompagnando un piatto di lenticchie con salsicce!

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